Capitolo 61

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Drew

Quando mi aveva chiesto di aiutarla non credevo significasse portarle del tè caldo e cibo in barattolo. E anche se ha chiaramente notato la mia faccia interdetta, non ha voluto aggiungere altro.

Busso alla porta tenendo il vassoio saldo in una mano, un tempo riuscivo anche a reggerlo solo con la testa: uno stupido esercizio che Brian si divertiva a farmi fare da piccolo. A tredici anni mi ha rivelato che era del tutto inutile, ma decisamente spassoso, così ho smesso per sempre con le esibizioni da circo. La ragazza sbuca da dietro la porta con l'indice ben premuto sulle labbra, ammonendomi per il rumore.

-Come avrei dovuto avvisarti altrimenti?- mi lamento senza però alzare la voce con teatralità; qualsiasi sia il motivo del suo avvertimento ho intenzione di ubbidire. Lei mi rivolge un sorriso e spinge la porta, lasciandomi vedere una porzione maggiore della stanza. Scorgo una vecchia libreria in disordine, una lampada accesa e a terra, su un materasso logoro, il corpo addormentato del mio gemello. Ha un braccio sotto la testa a mo' di cuscino, l'altro invece riposa sullo stomaco e si solleva lentamente sotto il ritmo del suo respiro.

-Lo hai sedato?- è una battuta, ma in parte ci credo sul serio. Non vedo altro modo per riuscire ad ottenere questo risultato. Alexa scuote il capo, ancora una volta divertita, e mi toglie il vassoio dalle mani per posarlo a terra, poco lontano dal suo compagno.

-Ero entrata nel suo studio per frugare tra i suoi appunti e cercare un punto da cui partire per provare la mia teoria. O almeno, la strada per crearne una valida- cammina per la stanza, raccogliendo qua e là fogli spiegazzati e cartine disegnate. Non so come comportarmi, forse dovrei apparire sorpreso, fingendo di non aver sentito il loro litigio nella sala del casinò. Potrei chiederle che cosa ha in mente restando vago, immagino che questa sia la scelta più saggia. Non faccio in tempo a recitare la mia parte che lei mi precede:

-Non ho dubbi che abbiate origliato la nostra conversazione-

-Bé, origliato... diciamo che i toni erano talmente accesi da raggiungerci nel corridoio- il suo sguardo si rabbuia all'improvviso, spero di non essere stato troppo diretto. Ma è sempre stato questo il piacere di parlare con Alexa, lei non ha mai preteso stupidi filtri. A differenza di Ian, a cui piace modulare la voce e trasformare la realtà, lei non fa altro che prendere onestà e franchezza.

-Eppure mi hai chiesto lo stesso di portare qui del cibo per Ian- le faccio notare, non so se averlo sottolineato sia un bene o meno. Osservo il suo sguardo addolcirsi e le rughe sulla fronte distendersi, e mi trattengo dall'emettere un sospiro di sollievo. Capisco che cosa prova, non voglio che sembri che la sto giudicando.

-Si era messo un timer di soli quindici minuti. Per quanto mi riguarda dovrebbe dormire almeno per una settimana, tutta di fila. Io voglio solo che torni a prendersi cura di se stesso, le sue scelte non fanno che danneggiare lui soltanto- il suo sguardo cade su mio fratello, del tutto ignaro della nostra presenza. Si gode ogni minuto di sonno che gli è stato concesso.

-Sicura che danneggino lui soltanto?- inclino la testa da un lato, è il tipo di cosa che farebbe e direbbe Brian. Ormai vedo l'uomo che mi ha cresciuto talmente di rado che sono costretto a trasformarmi in lui ogni tanto, in una concatenazione di atteggiamenti che non credevo di aver acquisito.

Alexa storce le labbra, non so dire se sia infastidita o soltanto presa alla sprovvista dalla mia domanda. Incrocia le braccia al petto e fa un bel respiro, le carte ancora strette tra le mani.

-È solo che non voglio arrendermi prima di averci provato in ogni modo. Lui forse potrebbe farsene una ragione, ma non io. Non dopo tutto quello che abbiamo passato. Lascerò perdere solo quando mi sarò stancata di mettere insieme i pezzi- si morde l'interno della guancia e scuote il capo, come se volesse scacciare dei pensieri sorti all'improvviso. Vorrei dirle di più, farle capire che ha tutto il mio sostegno, che ci sono passato anche io innumerevoli volte, soprattutto con Ian. Ma lei mi anticipa ancora una volta, e non so quanto del suo talento abbia messo in gioco.

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