Capitolo 2: Possibile che io ottenga sempre ciò che voglio?

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Katherine

Perché diavolo non ascolta mai quello che gli dico?
Se gli ho chiesto di raggiungermi al mio castello, perché deve per forza andarsene da qualche altra parte obbligandomi a muovermi?

Mi strofino le tempie con le dita e mi giro di nuovo verso lo specchio. Certo che quel demone vuole davvero farmi uscire di testa.

Per un istante chiudo gli occhi, cercando di escludere dalla mia mente le bellissime urla dei dannati puniti a qualche metro da me, e lo cerco. La mia mente percorre tutto l'Inferno in qualche secondo e ad un certo punto, lo sento.
Ecco dove si trova lo stronzetto.

Riapro gli occhi e stringo i denti.

È da un po' che fa così: invece di accettare il punto d'incontro che gli dico io, se ne sceglie un altro. Come se dovesse dimostrare che non dipende da me e dalle mie decisioni.

Mi lego i capelli in una coda, stringendola abbastanza, poi mi avvicino al bagno e tiro fuori il mio accappatoio rosso. Dopo essermi spogliata mi rifugio nella morsa dolce dell'asciugamano, e mi avvio verso l'uscita del palazzo.

«Torno fra un po'» mi rivolgo ad uno dei dannati che si occupa di quasi tutto in casa.

Lui annuisce con la coda dell'occhio mi accorgo che mi fa un inchino.

Quando sono fuori, le urla si fanno più intense, e sorrido. Altro che paradiso.

Un battito di ciglia e sono nel luogo in cui lui si trova. Qualche trucchetto per muovermi più veloce lo conosco anche io.
Alzo lo sguardo verso l'arco che delimita l'entrata delle Terme Dell'Inferno, e resto un attimo ad osservare. Questo posto è sempre lo stesso, non è cambiato dall'ultima volta che l'ho visto: l'entrata è semplicemente gigantesca, la si può vedere anche a qualche chilometro di distanza. Tutto è fatto di pietra chiara, il che è in contrasto con il buio e il rosso dell'Inferno.

«Signorina Katherine» la guardia mi fa un inchino fino a poter quasi toccare il suolo con la fronte.
«Starò qui per qualche ora» mi limito a dire senza nemmeno guardarlo, «Che nessuno si permetta di entrare, nemmeno Lucifero stesso.»

La guardia annuisce freneticamente, e oltrepasso la porta. Una volta dentro, con la mente tiro su uno scudo per non far sentire e vedere a nessuno quello che potrebbe succedere qui dentro. Ormai lo faccio spesso, soprattutto se il demone con cui ho appuntamento è Kai.

«Venire da me era troppo faticoso per te, eh?» lo stuzzico non appena lo scorgo.

È immerso nell'acqua fino all'ombelico, le braccia forti e muscolose divaricate e appoggiate al muretto. I capelli, prima rossi, sono tornati al loro colore originale, cioè il castano, al contatto dell'acqua.

Quando sente la mia voce alza la testa. Mi osserva mentre mi tolgo lentamente l'accappatoio, restando nuda davanti a lui. Mi immergo nell'acqua bollente che subito mi rilassa tutti i muscoli, mentre sento il suo sguardo di fuoco scivolarmi addosso.

Le Terme Infernali sono completamente naturali: l'acqua rossa, che non è proprio acqua, dello Stige arriva direttamente in queste specie di vasche create dallo spostamento di qualche creatura, o qualcosa del genere. Secondo Lucy erano un po' troppo sporche, così ha modificato le vasche per renderle più piacevoli.

«Non mi piace molto il tuo castello» ribatte, un sospiro che lascia le sue labbra.

Non dico niente ma mi siedo su uno scalino della vasca e appoggio la schiena al muretto, un po' lontana da lui. L'acqua mi arriva poco sopra il seno, e il demone accanto a me sembra accorgersene, perché non appena il mio sguardo si posa su di lui, il suo si trova sul mio petto.

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