Capitolo 48: Non hai scelto me, non l'hai mai fatto.

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Royal

Quando sento qualcuno bussare alla porta della mia camera, aggrotto le sopracciglia. Avevo sentito le porte dell'ascensore aprirsi e chiudersi, e per un attimo avevo pensato che si trattasse di Arrow, ma poi mi sono ricordato che lui non c'è più, e allora non ci ho più fatto caso.

Dopo quel pensiero mi sono rigirato nel letto e ho cercato in tutti i modi di non piangere ancora... ma poi mi sono calmato, e non so neanche come. Pensare che il mio migliore amico non c'è più... io non so neanche come faccio a resistere.

Mi alzo dal letto e cerco di sistemarmi i capelli, perché da ieri non ho fatto altro che restare nella mia stanza.

Quando esco dalla stanza e mi rendo conto di chi abbia bussato, rimango paralizzato, e soprattutto perplesso da quello che Aideen mi sta porgendo.

«Ciao» dice, allungandomi un mazzo di fiori di carta, «Ti ho fatto questo.»
«Aideen...» prendo il suo regalo in mano e mi fermo a fissarlo.

Ha davvero fatto questo per me? E da dove gli è venuto di fare una cosa del genere? Dopo tutto quello che le ho detto ieri...

«Non ti piace?» chiede, offesa, e mi affretto a scuotere la testa.
«Mi dispiace per ieri» le dico, evitando il suo sguardo, «Non so che cosa mi sia preso...»

Avevo la mente annebbiata, mi sembrava di stare sott'acqua, non riuscivo a riflettere. So che la maggior parte delle cose che ho detto le pensavo davvero, ma non avrei dovuto dirgliele in quel modo...

«Non volevo spogliarti, volevo soltanto vedere se la cicatrice fosse sparita oppure no» alza le spalle, e io mi maledico di nuovo.
«Quasi» sollevo la maglietta, mostrandole l'effetto della pozione della streghetta.

Della ferita rimane soltanto un piccolo taglio, che presto sparirà, e non mi fa nemmeno male.

«Ho incontrato Cassandra» dice Aideen, sedendosi sul mio letto, «E mi ha fatto... vedere delle cose.»

Aggrotto le sopracciglia, sedendomi accanto a lei. Ho presente chi sia Cassandra, l'Indovina Infernale, ma non capisco che cosa abbia potuto mostrare ad Aideen... il futuro, o altre cose strane?

Sono ancora un po' irritato del fatto che se ne sia scappata all'Inferno, ma cerco di ascoltarla e basta, non vorrei ripetere la scena di ieri.

«Era un altro universo, in cui io e Peter abbiamo avuto un finale felice. Lui moriva dal dolore e andava al paradiso» sussurra senza guardarmi, «E io lo raggiungevo.»

Alla menzione del nome dell'umano mi torna quel fastidio al petto, ma la ascolto lo stesso. Un atro universo... forse ce n'è uno dove lei mi vuole bene quanto io gliene voglia a lei.

«Cassandra mi ha dato una possibilità di andare in quella realtà, cioè, di ritornare indietro nel tempo e di cambiare le cose.»

Giro piano la testa verso di lei, che non mi sta guardando. Lo sapevo, è venuta a dirmi addio. Cominciano a formicolarmi le mani. Questi fiori... erano un regalo d'addio, e adesso lei cambierà le cose e avrà il suo finale felice, mentre io chissà quale fine farò. Io voglio che Aideen sia felice... ma preferirei che fosse felice con me. E adesso la perderò per sempre, è così?

«Sei venuta a salutarmi?» le chiedo piano, e finalmente Aideen incrocia il mio sguardo.
«No! Non andrò mai in quel posto!» esclama, scuotendo la testa, come se avessi detto un'enorme stronzata.
«Non capisco...»
«Tu non c'eri.»
«Non posso andare al paradiso, mi sembra ovvio» sorrido piano.
«No, Royal. Non c'eri proprio.»

Non c'ero proprio? Se non ero né sulla Terra, né all'Inferno, allora... ma certo! Il pugnale di Caitlìn! Sarà per questo che avrà avuto quella reazione! Ma ancora non capisco perché mi stia dicendo tutto questo.

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