Capitolo 26: Chiama il demone, Theodor.

153 14 146
                                    

Theo

«Chiamalo» sussurra.

Mi rigiro nel letto. So che sto sognando... vorrei svegliarmi.

«Sai che è la cosa giusta.»

La voce mi trattiene nel sogno, e anche se cerco di aprire gli occhi, non ci riesco. Ho l'impressione di essere sospeso da un filo che da un momento all'altro potrebbe spezzarsi, e che potrei cadere e svegliarmi, ma non succede.

«Chiamalo» insiste.

Scuoto la testa. No. No. Conosco questa sensazione, questa voce. Qualcuno... qualcuno di potente mi sta parlando attraverso i sogni. E se non volessi ascoltare?

«Ti aiuterà» sento la voce sfiorarmi l'orecchio.

Il mio respiro si accelera mentre sento che la corda sta per cedere. Mi sto per svegliare.

«Chiama il demone, Theodor.»

Mi metto a sedere di scatto, spalanco le ali e mi guardo intorno, cercando una presenza che è già sparita. Mentre cerco di calmare il mio respiro ansimante, mi tocco la fronte bagnata dal sudore.

Mi alzo dal letto, e quasi inciampo mentre mi avvio al bagno. Devo farmi una doccia. E poi devo andare da Aideen. Mentre l'acqua calda mi dà sollievo dallo spavento preso prima, ripenso alle parole che ha pronunciato... quell'essere. Ho capito benissimo il messaggio, ma non credo di essere pronto ad eseguire quello che mi ha chiesto di fare. Mi domando chi possa essere. Sembrava una voce di donna, eppure il sogno si sta allontanando sempre di più dalla mia memoria, e non ricordo se l'avevo riconosciuta.

Afferro lo shampoo e mi lavo i capelli biondi. Quando ho finito di fare la doccia, mi infilo l'accappatoio e prendo il fon per asciugare i capelli.

Non aspetto che siano completamente asciutti, e dopo essermi vestito esco da casa e cammino verso il Lux. Non sono abituato ad andarci così spesso, soprattutto da appena sveglio, ma non posso evitare quel posto soltanto perché non mi piace. Devo... vedere Aideen, e sapere che cosa ne pensa Royal della storia dell'umano. Spero non sia successo nulla di grave.

Da quando sono tornato sulla Terra non credo di essermi rilassato nemmeno un attimo. Nemmeno il mio sonno è tranquillo...

A proposito di sonno, e di sogni... Stringo i denti al ricordo di quello di stanotte. "Chiama il demone", ha detto, e l'ha pronunciato come se fosse una cosa facile! Non... no, non potrei sopportare di vederlo, e se poi decidesse di venire sulla Terra? So bene che Aideen tiene molto a lui, e che forse... be', forse potrebbe aiutarla. Ma se venisse qui, non so che cosa potrei fare. Sono imprevedibile quando mi è accanto. E mi dà fastidio.

Arrivato al Lux, mi accorgo che non c'è nessuna festa all'interno. Grazie agli Dei. Entro, lentamente, e mi accorgo di una figura, addormentata su uno dei divanetti. Anzi, adesso che mi avvicino, ci sono due persone. Una è stesa in terra, l'altra sul divano. Riconosco Arrow, steso per terra, mentre la ragazza sul divano... non so chi sia.

Tocco la fronte di Arrow con un dito, e lui apre gli occhi. Quando mi vede si spaventa, e si alza di scatto.

«Buongiorno» dico.
«C-ciao, mi hai spaventato.»

Indietreggia leggermente e quasi inciampa sul divano. I suoi occhi verdi si accorgono della presenza della ragazza, e aggrotta le sopracciglia.

«Ehm, lei è... si chiama Beatrice» dice mentre la indica con un dito, «Non mi ricordo molto... forse era troppo stanca per tornare a casa sua.»

Io annuisco, anche se non capisco perché me l'abbia detto. Il vampiro sembra a disagio, e comincia a guardarsi intorno, come se cercasse di trovare una scusa per poter andarsene da questa stanza.

Occhi DiversiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora