Capitolo 9: Non mi riconosco più.

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Aideen

Sorseggio il liquido scuro tenendo saldo il mio bicchiere, mentre i miei occhi restano fissi su una parte della stanza.

Di solito in posti del genere non ci vengo mai, non è del mio genere. L'odore del piacere mi dà fastidio perché non riesco a ragionare come vorrei, ma recarmi qui era una cosa che dovevo assolutamente fare. Ho bisogno di distrazione, non ne posso più.

Da quando ho parlato con Theo è passato un po' di tempo, chissà quanti giorni. Non so nemmeno da quanto tempo sono qui, all'Inferno. Forse mesi, anni.

Smetto di pensarci. Comincio ad avere caldo, quindi decido di fare quello che devo per poter andarmene.

Mi avvicino al mio demone del piacere, che non mi ha ancora vista. Indossa un leggero pezzo di stoffa, che le copre a malapena il corpo. È eccitante, ma cerco di non pensarci. Sta guardando un punto fisso, per questo non si rende conto della mia presenza.

«Mi stai evitando?» le chiedo.

Lei si accorge di me e spalanca gli occhi scuri, presumo perché non si aspettava di vedermi qui.

«I-io non avrei mai osato... mi ha detto che mi avrebbe richiamata Lei» china un po' la testa, e i suoi capelli castani seguono il suo movimento.
«Non pensavo di dover venire fin qui per rivederti» mormoro, sospirando.
«P-possiamo spostarci da qualche altra parte se si sente a disagio qui.»

Io annuisco, e lei mi conduce in una stanza. Una volta chiusa la porta, mi sento mille volte meglio. I jeans che indosso non mi sembrano più troppo stretti, e torno a respirare.

«Che succede?» mi giro verso di lei, «Come mai non sei venuta a reclamare del cibo? Ti sei affamata pur di aspettarmi o sei andata da qualcun altro?»

Sono leggermente innervosita. Non mi piace l'idea che sia andata da qualcun altro... La voglio soltanto per me, e so che è per questo che Kai mi ha dato quel biglietto. Potrei arrabbiarmi per davvero.

«Non sono affamata, eppure non mi sono nutrita dall'ultima volta che ci siamo viste.»
«Non capisco...» aggrotto le sopracciglia.

I demoni del piacere non resistono a lungo senza piacere, è impossibile che sia ancora viva!

«So... so che ha detto che dovevo fare finta che non fosse successo nulla quando mi sono... trasformata in quel ragazzo» mormora, «Ma non ci riesco, mi è successo qualcosa e non... d'un tratto mi sono sentita sazia.»

Deglutisco e cerco di scacciare via il pensiero dell'abbraccio con il ragazzo che amo, perché non era reale. Non era reale, eppure mi sono sentita così bene.

«Spiegati meglio» dico invece.
«Non saprei dire di preciso che cosa mi sia successo, ma quando mi ha abbracciata... ho sentito che mi stavo nutrendo da Lei, eppure non provava piacere fisico.»

Deglutisco di nuovo.

«Hai soltanto aspirato un altro tipo di piacere» alzo le spalle, e mi giro dall'altra parte, perché so che non è la verità.
«Non è vero... In giro dicono che lei si è innamorata» dice, «Quel ragazzo... è lui il fortunato? Quello che ho sentito quando l'ho toccata era quello che chiamano amore?»

Trasalisco, e torno a guardarla.

«Non sono affari tuoi» borbotto.
«Mi dispiace, ha ragione, mi punisca come preferisce.»
«Smettila» alzo gli occhi al cielo, «Piuttosto, torniamo al castello, okay?»

Lei annuisce, poi mi segue fuori.

«Creda sia normale che nutrirmi dell'amore mi sazi di più?» continua a chiedere.
«Non saprei» cerco di liquidare il discorso.
«Vi prego... So che non volete che si ripeta più, ma ne ho davvero bisogno, io...»
«Ho capito» la blocco, «Puoi andare da mio fratello, forse lui ti può accontentare.»
«Davvero?»
«Ho detto forse» sbuffo.
«Grazie mille» sorride.

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