Capitolo 33: Forse sarà la mi rovina.

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Theo

«Non è in sé, Peter. Tutto quello che ha detto probabilmente non lo pensa nemmeno» continuo a ripetergli.
«Ma ha ragione. Se non fosse stato per me lei non sarebbe in queste condizioni» l'umano sembra terrorizzato, e continua a tremare.

Le parole di Aideen devono davvero averlo sconvolto. In effetti hanno sconvolto anche me, ma cerco di mettere quei pensieri da parte e concentrarmi sul ragazzo davanti a me.

«Se non fosse stato per te non avrebbe mai scoperto l'amore, ricordi?» sbuffa il demone, mettendogli una mano sulla spalla, «Respira.»

Stranamente l'umano obbedisce, e comincia ad asciugarsi le guance bagnate. Aideen se n'è andata da pochi minuti, ma devo muovermi a portare l'umano a casa sua per poter poi andare a cercarla. Anakin batte il piede per terra e si allontana da noi.

«Devi tornare a casa. E questa volta devi ascoltarmi quando ti dico di non uscire. Non uscire, okay?» alzo un sopracciglio, cercando di parlargli in modo gentile.

Penso che abbia capito.

«Vi prego» guarda prima me, poi Anakin, «Aiutatela. Io non so come fare. Forse non avrei dovuto-»
«Non ti preoccupare. Hai fatto bene a dire quello che hai detto. Penso che in fondo aveva bisogno di sentirlo, ma non è pronta ad accettarlo» lo interrompo, «Ti accompagno a casa.»

Guardo il demone per cercare la sua approvazione, e lui annuisce.

«Fai in fretta» mi dice soltanto, prima di avviarsi per cercare sua sorella.

Per una volta obbedisco, e per fortuna la casa di Peter si trova a qualche minuto da qui. Quando arriviamo, cerco di rassicurarlo di nuovo, e quando mi sono accertato che ha chiuso la sua porta a chiave, disegno alcuni segni per terra per impedire ad Aideen di entrare.

Quando ho finito, torno al ristorante e comincio a seguire le tracce di Aideen.

Mi dispiace molto per Peter, sembrava davvero distrutto, e poi Aideen... Arrabbiata in quel modo non sarà andata a fare nulla di buono... spero solo che non sia troppo grave. Ad un certo punto comincio a sentire il suo odore e quello di Anakin, quindi affretto il passo e mi ritrovo davanti ad un locale. Non sembra il genere di locale dove dovrebbe entrare un angelo, ma mi ritrovo ad aprire la porta lo stesso.

Forse la puzza di dolore e di sangue avrebbero dovuto farmi capire subito la situazione, ma non appena vedo la scena che ho davanti, mi vengono comunque i brividi e mi porto lo stesso una mano davanti alla bocca.

Mi giro verso Anakin, che sta guardando la scena come se fosse triste, o nostalgico, poi il mio sguardo torna su Aideen. Sta camminando su un tavolo mentre si lecca le dita e osserva i cadaveri che riposano per tutto il locale.

Ho come un déjà-vu. Negli anni bui, se non trovavamo un modo per distrarla, Aideen adorava andare nei bar malfamati per nutrirsi del dolore dei peccatori e assassini più crudeli di Los Angeles, soprattutto perché aveva una scusa per lasciarli morire. E adesso l'ha fatto di nuovo.

Anakin deve aver chiamato il vampiro, perché poco dopo il mio arrivo sento Royal entrare dalla porta. Sono troppo occupato a guardare il disastro che ha combinato Aideen per vedere la sua reazione, ma lo sento trattenere il respiro quando si avvicina a lei.

«Aideen» sussurra, prendendole il viso tra le mani, «Stai bene?»
«Mai stata meglio!» sorride, scostandosi dal suo tocco per scendere giù dal tavolo.

Facendo così quasi inciampa su uno dei corpi, ma Royal le porge la mano e la trattiene dal cadere. Lei ridacchia un po' ma lo ringrazia, e il vampiro sembra davvero preoccupato.

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