Capitolo 10: Le voci arrivano anche in Paradiso.

181 18 61
                                    

Aideen

«Come mai hai cambiato il colore degli occhi?» chiedo a Lilia, toccandole la guancia.
«Non le piacciono?» aggrotta le sopracciglia.
«Certo che mi piacciono, mi chiedevo soltanto il motivo.»

Lei sembra rassicurata, e mi appoggio con i gomiti al materasso, per poi osservarla.

Il tempo è passato veloce dall'ultima volta che ci eravamo viste. Non ho fatto molto da allora, se non distrarmi, sperando di poter diminuire l'attesa della chiamata di Lentiggini.

«Non lo so, sentivo il bisogno di cambiare un po'» alza le spalle.
«Hai fatto bene» mormoro, mordicchiandole la pelle accanto alla clavicola.
«Davvero?» ridacchia, e la vedo toccarsi timidamente i capelli castani con una mano.

Non rispondo ma la faccio sedere a cavalcioni su di me, e nel mentre continuo a baciarle il collo. Con Lilia è tutto così leggero, soprattutto in questi ultimi tempi. Lei si è come rivelata a me in un modo che non aveva fatto prima. Ed è così diversa... dagli altri demoni. Forse mi piace stare in sua compagnia proprio perché sembra un essere umano.

Le sue piccole mani mi alzano l'orlo della maglietta, e quando sto per dire qualcosa, una voce familiare mi interrompe.

«Aideen, posso parlarti un secondo?» alzo lo sguardo e fulmino mio fratello.

Lui è in piedi davanti all'entrata della stanza, con l'espressione neutra, come se non mi avesse interrotta in un momento leggermente... intimo. I suoi occhi scuri sono di nuovo contornati dal trucco nero, e indossa un completo nero. Chissà dove deve andare...

«Arrivo, un secondo» sbuffo.

Lui annuisce e ci lascia sole.

«Scusa, il dovere mi chiama» alzo gli occhi, rivolgendomi a Lilia.
«Non si preoccupi» sorride un poco, e sembra affascinata dal demone che ha appena visto.

Sapevo che le sarebbe piaciuto Anakin, ma non potrei sopportare che lo preferisca a me.
Le lascio un bacio sulla guancia e dopo essermi sistemata i capelli vado a cercare mio fratello.

Spero sia importante perché potrei dargli qualche pugno.

«Che succede?» chiedo quando arrivo accanto a lui.
«È arrivato questo. Credo sia destinato a te» mi dice.

Afferro il pezzo di carta che Anakin mi stava porgendo e aggrotto le sopracciglia mentre lo leggo. E che scrittura, sembra quella di un angelo...
Spalanco gli occhi e sorrido. Lentiggini mi ha scritto!

«Dannazione, devo andare!» esclamo, perché l'appuntamento che mi ha dato l'angelo è "appena puoi".
«Aspetta!»

Mi fermo e mi giro verso di lui. Mi sta porgendo una bottiglietta ripiena di una strana crema. Mi prende la mano e mette la bottiglietta sul palmo, per poi toccarsi i capelli scuri, leggermente imbarazzato.

«Potresti dargli questo? È per le ali... nel caso in cui non fossero guarite del tutto.»

Annuisco, e sorrido. Gli lascio un bacio veloce sulla fronte, poi scappo via verso il mio biglietto verso la Spiaggia Del Purgatorio.

Mentre corro verso la barca di Caronte mi sento stranamente entusiasta. Vedere Lentiggini... non avrei mai pensato di poterlo fare, non così presto. Non vedo l'ora di sapere se sia riuscito a portarmi il fiore, ma sopratutto voglio vederlo. Le sue dannate lentiggini mi sono mancate, cavolo.

Quando arrivo alla riva dell'Acheronte, sospiro di sollievo quando vedo che Caronte è nella sua barca, e si sta lisciando l'orribile barba. Non appena mi vede diventa di nuovo quel vecchietto, e quasi mi fa tenerezza.

Occhi DiversiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora