Capitolo 31: Non penso ci sia una cura per questo.

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Royal

Le accarezzo lentamente i capelli, mentre mi assicuro che stia ancora dormendo. Aideen ha gli occhi chiusi e il respiro regolare, perciò penso proprio che non sia sul punto di svegliarsi.

L'avevo lasciata per qualche decina di minuti, il tempo di capire che cosa diavolo volevano quei due. Anakin e Theo si sono presentati qui, in casa di Aideen col pretesto di dovermi parlare. All'inizio ero leggermente incazzato, ma poi, con quello che mi hanno detto, ho capito che avevano fatto benissimo a venire subito.

Il pugnale di Caitlìn... chissà perché la madre di Aideen si è fatta viva solo adesso, e con una missione impossibile per noi, poi! Scuoto la testa, perché anche se ci pensassi a lungo non capirei comunque. La madre di Aideen è sempre stato un argomento del quale a lei non piaceva discutere, e ho preso l'abitudine di non nominarla.

Questa notte sono entrato di nuovo nei suoi sogni, per stare con Stella, e quando devo tornare alla realtà mi sento sempre strano. Disorientato... Ci metto un po' per ricordarmi che la Stella con la quale parlo nei sogni non è così facile da trovare nella Aideen che ritrovo al risveglio.

Adesso l'ho lasciata dormire tranquilla, e mi fa un po' preoccupare il fatto si addormenti così facilmente. È quasi sera, adesso, ed è da una mezz'oretta che si è addormentata.

Aideen si mette a pancia in giù, e fa risalire la sua maglietta, scoprendogli la schiena. Sospiro mentre con un dito gliela accarezzo. Non sono riuscito a resisterle quando ha detto che mi voleva, su quella spiaggia. Forse questo fa di me una cattiva persona.

Mi giro verso la porta quando sento un odore strano provenire dal piano di sotto. Sembra familiare, ma non capisco molto bene di chi si tratti... Dopo aver dato un'occhiata ad Aideen, mi alzo e senza fare rumore scendo di sotto, per capire che cos'è che ha attirato la mia attenzione.

Più mi avvicino e più capisco che qualcuno è entrato in casa, e presto capisco di chi si tratta.

«Beatrice?» la chiamo quando mi accorgo della sua presenza accanto alla porta d'ingresso.
«Buongiorno! Mi scusi davvero, ma il Lux era chiuso, e ho pensato che qualcosa di strano fosse successo, così l'ho cercata! Non sono una stalker, mi stavo solo preoccupando!» la streghetta comincia a parlare velocissimo, cercando di giustificarsi.
«Non ti preoccupare, è gentile... essere venuta fin qui» le dico, «Ma non puoi restare, davvero.»

È vero che mi ero dimenticato di informarla, ma non mi aspettavo che si presentasse qui. Ma non ho mentito quando ho detto che è stato molto gentile da parte sua.

Beatrice comincia a calmarsi, toccandosi i capelli ricci scuri.

«Abbiamo avuto qualche problema, per questo il Lux è chiuso oggi, ma nulla di grave, non ti devi preoccupare.»
«Okay...» dice, e fa per salutarmi e andarsene.
«In realtà... posso chiederti una cosa?» Beatrice torna a guardarmi, e fa cenno di sì con la testa, «Conosci il pugnale di Caitlìn?»

Lei spalanca gli occhi marroni, e annuisce lentamente.

«Certo. Ogni strega che si può definire tale lo conosce» aggrotta le sopracciglia, «Perché? Le serve?»
«No, ma ho letto un libro dove ne parlavano... mi chiedevo se fosse reale.»

Mento, perché non sarebbe intelligente coinvolgerla in tutto questo. Ma vorrei comunque sapere  la sua opinione. È una strega, dopotutto.

«Certo che lo è. O almeno, io ho sempre pensato che nelle leggende ci sia sempre un fondo di verità.»
«È molto potente come arma?»
«Eccome se è potente! Potrebbe puntarlo contro chiunque e farebbe tutto quello che vuole Lei. Di sicuro io lo farei! Può uccidere anche gli immortali, insomma...» ridacchia nervosamente.

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