Capitolo 60: Perché l'hai fatto?

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Beatrice

La vista mi si annebbia, e l'unica cosa che riesco a percepire è il tremolio delle mie mani. Non riesco a metabolizzare quello che sta succedendo finché qualcuno non mi scuote, le mani sopra alle mie spalle.

Gli occhi neri di Nicklaus mi richiamano alla realtà, e vedo le sue labbra muoversi mentre mi parla, ma non ho idea di che cosa mi stia dicendo.

Non sento più niente. Non c'è più tutta quella rabbia e miscuglio di emozioni che sembrava accompagnarmi e rassicurarmi. È tutto sparito.

«Royal...» sento la voce di Anakin uscire spezzata dalla sua bocca.

Lo vedo inginocchiato vicino a Royal, e gli sta toccando la spalla con una mano. Le ombre nascondono quasi tutto il suo viso, ma riesco a intravedere i suoi occhi lucidi.

«Roy, dobbiamo portarla a casa di Bea.»

Anakin la prende in braccio e spalanca le ali. Non riesco a sentire quello che dice a Royal, ma un attimo dopo è sparito.

«Mi senti?»

Sposto gli occhi su Nicklaus, e annuisco, e per un attimo appoggio la fronte sulla sua spalla. Per un attimo chiudo gli occhi e cerco di rilassare i muscoli del viso. Ma non appena comincio a respirare più lentamente, ho l'impressione di sentire più caldo del dovuto, e mi allontano di scatto da Nicklaus prima che possa fare un qualunque gesto. Mi tocco il collo e sospiro quando le mie mani fredde toccano la mia pelle.

«Vi porto a casa» la voce di Theo mi fa girare di scatto.

Non faccio in tempo a dire qualcosa che le sue ali sono l'unica cosa che vedo. Non so che cosa stia facendo, ma le sue ali si arrotolano intorno a me, poi sento i piedi staccarsi da terra. All'inizio mi spavento, ma poi sento il respiro di Theo e allora capisco che non mi succederà niente. Mi domando come riesca a portare sia me che Nicklaus, con le sue ali ancora fragili, ma ho paura di parlare perché forse potrebbe distrarlo e farci cadere.

Quando sento i miei piedi toccare di nuovo terra, capisco che siamo arrivati. Ringrazio Theo con un filo di voce, poi mi precipito verso la porta aperta di casa mia. Salgo le scale e trovo Royal seduto in terra accanto al letto. Hanno appoggiato Aideen sul mio letto, e mi avvicino per guardarla.

«Dimmi che sai che cosa fare» dice Royal, e quando mi giro verso di lui lo vedo guardarmi con degli occhi gonfi, «Ti prego.»

Deglutisco e osservo Aideen. È pallida, gli occhi chiusi e i capelli corti sparsi sul cuscino. Sembrerebbe quasi che stia dormendo se solo respirasse e se non avesse un coltello a forma di mezzaluna conficcato nel petto.

Non ho idea di che cosa fare. Non so che arma sia. Non so quanto profonda sia la ferita. Non so nemmeno che incantesimo usare. Non so che cosa fare.

«Vado un attimo... un attimo in bagno» mormoro a Royal, per poi scendere le scale e aprire una porta, sperando che mi porti in bagno.

Mi siedo in terra, e appoggio la schiena al muro. Poi mi corpo gli occhi con le mani e le lacrime cominciano a scendere sulle mie guance. Non so che fare, non so che fare. Comincia a farmi male la pancia, e mi porto le ginocchia al petto.

Ad un tratto sento la porta chiudersi, e capisco che l'avevo lasciata aperta. Mi asciugo gli occhi, poi mi giro e il petto mi si stringe quando mi accorgo di  Nicklaus. Anche lui è piuttosto pallido, e quando si siede in terra lo sento emettere un piccolo sospiro.

«Ti fa male?» chiede, indicando il punto che prima era bruciato.
«No» mormoro, anche se mi fa male tutto il resto del corpo.

Quando Aideen e gli altri hanno riuscito a oltrepassare la barriera che avevo innalzato mi ero sentita un fallimento, ma poi avevo capito che non si trattava veramente di Aideen. Era qualcosa di diverso... una presenza quasi divina, e familiare. Altrimenti non mi spiego la mia pelle guarita miracolosamente.

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