Capitolo 33

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Mi trovai davanti le ultime due persone che mi aspettavo: mio padre e mia madre.
"Cosa ci fate qui?" chiesi guardando principalmente mia madre.

"È così che ti ho insegnato ad accogliere gli ospiti Cassiopea?" chiese severa.
"Potrei farti la stessa domanda, credo che la nonna sarebbe disgustata dal modo in cui hai risposto alla lettera che ti è arrivata, la quale ti metteva al corrente che tua figlia non stesse bene, o sbaglio Lucia?" risposi a tono.

"Tu piccola impertinente! Non osare rivolgerti a me con quel tono, eravamo ancora in lutto, non avevo tempo di pensare a te che per uno stupido gioco ti fai male, poi per cosa, per vincere una stupida partita!"

"Quella vittoria era dedicata proprio al tuo amato Theodore, se l'avessi persa non me la sarei mai perdonata, ma tu eri troppo occupata a fare le moine a Nott per pensare a me!" le mie parole furono seguite da un sonoro schiaffo, a sua volta seguito da uno schiantesimo, che però non avevo lanciato io.

"Ora stai esagerando Prince" disse la voce gelida di mio padre. "A cosa devo la vostra presenza padre?" chiesi con le lacrime agli occhi ma la voce ferma, mai nessuno si era permesso di alzarmi le mani.

"Ho un compito per te cara, possiamo parlarne nel mio studio" disse già dirigendosi verso le scale.
"Padre, prima che andiamo, entro quando dev'essere portato a termine, perché se può aspettare due settimane per parlarmene sarebbe meglio, soffro di perdite di memoria a breve termine, mi dovrei scrivere ciò che mi dice e rischio di perdere pezzi, preferirei attendere la mia guarigione" dissi guardandolo tutto il tempo negli occhi, ero una delle poche persone che non lo temevano, forse l'unica.

"Certo cara, d'altronde la pozione dovrebbe arrivare tra poco, forse prima di due settimane, ho pagato una somma aggiuntiva in modo che accorcino i tempi"
"La ringrazio per questo, la inviterei a rimanere a pranzo, ma non è casa mia"

"Ero convinta di averti cresciuta nella maniera corretta, inviti lui e non tua madre? Devi essere caduta veramente in basso, strisci ai suoi piedi come quella sudicia Lestrange"
"Posso permetterti di insultarmi, tanto lo fai da diciassette anni, ma non ti permetto di insultare Bellatrix, che per giunta non è nemmeno presente, mi chiedo se tra le due sia tu quella ad essere stata educata correttamente" dissi avvicinandomi a lei con aria sicura.

"Dato che è così che la pensi, credo che la mia idea di un anno fa sia corretta"
"Quale idea?" chiesi con tono gelido
"Ti arriveranno delle carte a breve, l'attestato di diseredo, dalla prossima settimana non sarai più considerata una discendente della famiglia Prince, solo dei Riddle" disse facendo un passo verso di me.

"Non sarai più considerata per metà purosangue, sarai solo una mezzosangue, proprio come tuo padre" continuò facendone un altro.
"Meglio mezzosangue che discendere per metà da te" risposi a mia volta facendo un passo verso di lei, eravamo a venti centimetri di distanza l'una dall'altra.

"Sei troppo arrogante per comprendere i tuoi errori, sei uguale a lui, sappi che con il mio diseredo, anche il contratto con i Malfoy è annullato, penso che Lucius troverà qualcun altro, sicuramente migliore rispetto ad una sudicia mezzosangue" ringhiò a pochi centimetri dal mio viso, a quelle parole non ci vidi più.

Una storia complicata ~ D.MDove le storie prendono vita. Scoprilo ora