Capitolo 5: Paura

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«Per oggi abbiamo finito, ti ho vista bene, continua così» mi disse Veronica salutandomi.

La ringraziai e uscii dalla sala prove per andare in sala relax. La mia amata sala relax.

Nel tragitto vidi Mattia uscire dalla palestra, camminava a testa bassa e probabilmente non aveva voglia di parlare.

Ma testarda come sono, mi impicciai.

«Hey, va tutto bene?» gli chiesi mentre mi avvicinai.

«Non proprio» mi ripose lui.

Riuscii a vedere che stava piangendo, deve essere successo qualcosa in sala prove.

«Vuoi parlarne?» gli chiesi notando il suo imbarazzo.

Non mi rispose.

«Guarda che è normale piangere, non c'è nulla di male» gli dissi mentre gli alzai il volto.

Si asciugò le lacrime con le mani ma rimase in silenzio.

Vidi passare anche Christian e cercai di attirare la sua attenzione verso di me. Quando si girò gli feci cenno di avvicinarsi e così fece.

«Mattia che succede?» gli chiese appena lo vide.

So che tra loro c'è più confidenza, condividono anche la stanza, magari sa come aiutarlo.

Ci togliermi dal corridoio e andammo in sala relax, seduto su un divanetto.

«È per il banco vero?» gli chiese Chri.

Lui annuì.

Guardai con fare interrogativo il mio amico.

«Posso raccontarlo a Ilaria?» chiese Chri a Mattia.

«Sì» gli rispose lui.

«Ha paura di non ottenere il banco» mi disse Christian mentre stavo abbracciando Mattia.

Bhe, posso capire. Non so come reagire se mi trovassi nella sua stessa situazione.

«Pensa di non essere abbastanza» concluse lui.

Guardai stranita Mattia.

Va bene essere tristi ma tonti no.

«È seriamente questo il tuo problema?» gli dissi.

Entrambi mi guardarono strano.

«Insomma, non hai nulla di cui preoccuparti, sei bravissimo e preparato...» gli dissi.

«Però, mi fa arrabbiare il fatto che non sono nemmeno entrato e già potrei andarmene» mi spiegò.

«Ma non te me vai, sei bravo, te lo dicono tutti» gli disse Christian.

«Però, Todaro conosce già Nunzio, sa già come lavora io no, di me non sa nulla» ci disse.

«Guarda che è una cosa positiva» gli dissi.

Iniziarono, di nuovo, a guardarmi strano.

«Se ti mette a paragone gon un persona che conosce già, se pensa che siate sullo stesso livello, vuol dire che sei molto bravo, perché quella sua gonsocenza non supera il tuo talento» gli dissi.

«Si capisce quello che voglio dire vero?» chiesi anche per smorzare l'atmosfera.

«Sì, si capisce benissimo» mi disse Chri.

Sorrisi.

«Mattia?» chiesi vedendolo zitto.

Mugolò qualcosa.

«Hai capito o no che sei bravo?» gli chiesi.

«Sì...» rispose lui per farmi felice.

«Convinto» gli dissi.

«Sì» mi ripose più forte.

«Umh...» dissi io.

«Se ti diciamo queste cose è perché ci crediamo, e tu dovresti essere il primo a crederci» gli disse Chri.

«Lo so» disse lui.

«E quindi ora che fai? Te ne stai lì seduto? No» gli ordinò Christian.

«Sì lo so, ora vado a lavorare» disse Mattia.

«Mi raccomando» si raccomandò lui.

«Ricordati, mentre balli o in altri momenti, che di fronte a te hai i tuoi fan numero 1» gli dissi.

Lui sorrise.

«Ora io vado, mi raccomando vinci il banco» gli dissi.

Mi sorrise di nuovo e poi mi abbracciò.

«Accanto a me voglio solo un nome, e non è quello di Nunzio» gli dissi durante l'abbraccio.

Presi le mie cose e prima di uscire feci notare a Christian le mie scarpe non "rubate".

Mi sorrise e uscii dalla sala relax.

Rimasi per un attimo lì fuori dalla porta e riuscii a sentire un commento su di me.

«Se te lo dice anche Ila allora ci puoi credere» disse Christian a Mattia.

Non capisco perché agli occhi degli altri sembro una persona seria e rigirosa...

Andai in casetta e ripensai a tutto ciò che avevo detto a Mattia, io ci credevo davvero e speravo solo che in puntata potesse capirlo anche lui ottenendo quel benedetto banco.

Più che semplice amicizia || Christian Stefanelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora