Capitolo 58: all i need is your friendship

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Ilaria's pov

Il ticchettio delle mie dita sul bordo del tavolino della sala relax risuonava nel silenzio tombale di quel luogo. Non ero particolarmente in ansia, anzi paradossalmente ero tranquilla, avevo cinque minuti tra una lezione e l'altra e stavo aspettando che Christian finisse le sue prove per salutarlo prima di raggiungere Crytical in palestra.

Vidi con la coda dell'occhio la porta aprirsi così fermai le mie dita sulla superficie di legno e mi alzai in piedi. Come avevo previsto sulla soglia della porta si trovava Christian che, appena mi vide, lasciò borsa e quant'altro sul divanetto e mi venne in contro.

«Aspettavi me?» mi chiese avvicinandosi.

«Forse» risposi mentre le sue dolci braccia mi stavano già avvolgendo.

Mi lasciai cadere in quell'abbraccio, poggiai la mia testa sulla sua spalla e con la mano destra accarezzai i capelli mori del ragazzo. Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi, si avvicinò e mi diede un lieve bacio sulle labbra, tornammo abbracciati e pensai che non avrei potuto desiderare di meglio in quel momento.

Notai dietro di lui l'orologio che mi rimise in mente l'avvicinarsi delle prossime lezioni, lasciai un bacio in fronte a Christian e mentre gli spiegavo la situazione radunavo le mie cose per le prove.

«Che figata però un duetto così. Nessuno pensa mai ad unire canto e ballo, poi tu e Francesco siete ottimi amici, sono sicuro che spaccherete» mi disse.

Sorrisi ai suoi complimenti e decisi che avevo ancora tempo per un po' di sarcasmo «prega che non sia contro di te la nostra esibizione, oppure te ne vai dritto a casa» gli dissi.

«Stamattina hai bevuto caffè e simpatia per caso?»

Ok, forse sono stata un po' perfida visto l'esito dell'ultima eliminazione, ma mi sono stancata di essere sempre giù di morale.

«Lo sai che ti amo lo stesso» mi disse.

Raggelai un'attimo. Quel ti amo detto così, in quel momento, era del tutto inaspettato. Non che io non concordassi, insomma, certo che amo Christian, o almeno credo. Ma non ero dell'umore giusto per affrontare un discorso del genere.

Cercai di mascherare la mia sorpresa con un bacio sulla guancia «faccio tardi a lezione» dissi pur di evitare l'argomento.

Appena varcai la porta che dava sul corridoio mi sentii percorre da un'ondata di senso di colpa, come se avessi appena deluso la persona più importante per me lì dentro. L'amore però non è senso di colpa, e nelle mie giornate ormai non c'era più spazio per quei sentimenti negativi.

Raggiunsi la palestra pensando ad altro, pur di sgombrare la mente mi ridussi a contare le luci sopra il corridoio: 36.

Appena entrai vidi Francesco attendermi in palestra e si allontanò da me quello sciame di sentimenti negativi che poco fa mi aveva percorso. Bastava così poco per farmi cambiare umore?

Elena non era ancora arrivata, Francesco mi avvisò che avrebbe fatto qualche minuto di ritardo. Allora ne approfittai per concedermi qualche minuto con lui, in questo ultimo periodo avevo un po' trascurato molte belle cose della mia permanenza ad Amici e una di queste era proprio il nostro rapporto.

Mi sedetti su una panca accanto a lui che avvolse un suo braccio attorno alle mie spalle e mi fece appoggiare la testa su una sua spalla. Lo guardai dal basso verso l'alto e istantaneamente sorrisi.

Feci per aprire bocca con l'intenzione di scusarmi per tutto quel tempo in cui lo avevo messo da parte, ma lui, capendo fin da subito le mie intenzioni, mi precedette «non c'è bisogno che ti scusi, ho capito che avevi bisogno di tempo per te e ti ho aspettata, non ho mai smesso di volerti bene».

Più che semplice amicizia || Christian Stefanelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora