Capitolo 50: Io

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Dopo una lunga chiacchierata con la mia insegnate sui miei dubbi e le mie perplessità riguardo a meritare o meno il serale, in puntata ricevetti la bella notizia: ottenni la felpa.
Nonostante non fossi prima in nessuna classifica, e non avessi portato una coreografia estremamente complicata, Veronica mi ha voluto mandare al serale.

Forse è strano, ma non sono ancora soddisfatta di me stessa, sarà autocritica, sarà ambizione, sarà quel che sarà ma non riesco ad essere felice come avevo immaginato.

«Ci pensi? Abbiamo entrambe conquistato il serale nello stesso giorno!» mi disse Carola che, contrariamente a me, sprizzava gioia da tutti i pori.
«Già» risposi cercando di fare un sorriso per far sembrare il tutto ancora più vero.
«Non vedo l'ora di iniziare a lavorare sulle nuove coreografie, i passi a due con Michele, le scenografie, ahh che bello» esclamò felice.

Non le risposi, posai semplicemente la mia borsa sul letto e andai in bagno per lavarmi il viso.

«Tu non sei felice?» chiese lei dall'altra parte del muro.
«Certo che sono felice Carola» risposi cercando di dare una cadenza positiva alla frase.

In effetti ero felice, il serale è sempre stato il mio più grande sogno e anche il mio obiettivo da ormai due mesi. Raggiungerlo nello stesso momento di Carola mi riempie veramente il cuore di gioia, noi due, che ci siamo incontrate per la prima volta al casting di Luglio, che abbiamo condiviso la stanza per mesi e che siamo entrate a far parte di questa scuola lo stesso giorno, condividendo così, oltre a delle mura, anche delle emozioni.

«Dopo mi raggiungi in cucina? Voglio preparare un dolce per festeggiare ma non lo so fare» mi disse tentando di raggirarmi.
«D'accordo» le risposi uscendo dal bagno.

Lei uscì dalla stanza e, come prestabilito, andò verso la cucina. Io no. Deviai il corridoio per arrivare dall'altra parte della casetta, nella stanza verde. Lì trovai Christian.

«Ciao» dissi sulla soglia.
«Entra pure» mi rispose facendomi cenno di sedermi vicino a lui.
Così feci.
«Sei al serale» commentò lui.
«Eh già»
«Ce l'hai fatta»

Rimasi un po' in silenzio ma poi mi liberai da quei pensieri che mi frugavano in testa da giorni.

«Senti, io non sono Mattia, non ho uno stupido e fastidio accento barese, tantomeno non ballo latino e non ho nemmeno gli occhi azzurri. Come è giusto che sia, non voglio sostituirlo e mai lo farò, non è mio compito. E non è compito nemmeno di Nunzio quindi lascialo in pace. Ma io sono al serale, tu non mi vuoi festeggiare, te lo si legge in faccia, e infatti non lo farai, perché è giusto così. Ma sono al serale, ho raggiunto uno dei più importanti obiettivi mai raggiunti in tutta la mia vita, e mi merito di essere felice. Per cui io adesso esco da quella porta, vado in cucina con Carola a preparare un bel tiramisù e tu mi raggiungerai perché ami il tiramisù, ma non farai finta di essere fiero di me, perché so che ora come ora non ti interessa esserlo.
Mattia mi disse di prendermi cura di te, e così farò. Ma oggi io sono al serale, e voglio esserne felice.
Sto soffrendo anche io della mancanza di Mattia, non farmi soffrire anche per la tua presenza»

Mi alzai e uscii da quella stanza troppo piena di ricordi.

Raggiunsi Carola in cucina come le avevo promesso e insieme iniziammo il processo di preparazione del tiramisù. Lei felice del nostro traguardo, io felice di essermi liberata di un peso.

«Mascarpone 750 g, uova circa 5, savoiardi 250 g, zucchero 120 g e caffè 300 g» lessi gli ingredienti ad alta voce mentre Carola li stava cercando per tutta la cucina.
«Quante uova hai detto?» chiese aprendo il frigo.
«Qua mette 5» le risposi.
«Perfetto, sono 5 precise, che a nessuno venga in mente di mangiare frittate perché le uova ora servono a noi» disse alzando la voce per farsi sentire anche dai compagni lì vicini.

«Cosa combinate?» chiese Luigi appena finimmo di cucinare.
«Io e Carola stiamo preparando un dolce per festeggiare il nostro traguardo del serale» gli spiegai.

Dietro di lui riuscii a scorgere lo sguardo di Francesco. Avrei dovuto far rispondere Carola a quella domanda.

«Io vado a lavarmi le mani» dissi per cercare di lasciarli soli.
«Puoi farlo benissimo qui» mi fece notare Carola.
«Oh sì, ma in bagno c'è il sapone, e preferisco usarlo, non si sa mai che mi becco qualche strana malattia» dopo questa figura abbastanza patetica mi allontanai da loro e raggiunsi Francesco in salotto.

«Il sapone, che scusa fantasiosa» commentò vedendomi passare.
«Non siamo tutti bravi improvvisatori come te»
«Ora devo davvero lavarmi le mani» dissi guardando tutti i residui di mascarpone che avevo sul palmo.

Andai verso il bagno quando vidi Christian uscire di camera, era diretto verso la cucina.

«Il tiramisù deve raffreddare» gli dissi cercando di non guardarlo negli occhi.
«È vero» esordì lui «io amo il tiramisù»

Lo guardai un po' confusa, come se non lo sapessi già.

«Ma amo molto di più te, e sono fiero del tuo traguardo»

Si avvicinò e mi diede un bacio, senza preoccuparsi del fatto che non avessi ancora lavato le mani, o che Francesco fosse a esattamente due metri da noi.

Mi baciò. E io feci lo stesso. Ci baciammo. 
Lì, di fronte a tutti, senza vergogna. 

Più che semplice amicizia || Christian Stefanelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora