Capitolo 9: Post-registrazione

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La registrazione era finita e stavamo uscendo dallo studio.

«Vuoi che ti aspetti?» chiesi a Matt che avrebbe dovuto prendere le valige in sala relax.

«No vai pure, faccio da solo» mi disse.

«Ok» gli risposi.

«Tu Mattia vuoi una mano?» gli chiesi vedendolo alle prese con dei borsoni.

«No no tranquilla» mi rispose.

«Va bene, allora vado in casetta» dissi ai ragazzi.

«Ci si vede là» mi rispose Matt.

Gli sorrisi e uscii dalla saletta. Incontrai Serena che stava venendo verso la mia direzione.

«Non sai come sono gasata» mi disse abbracciandomi.

«Ci credo, sei stata pazzesca» le dissi.

«Non vedo l'ora di andare in sala per provare la prossima coreografia, forse convinco la Celentano» mi disse speranzosa.

«Mi piace il tuo modo di pensare, brava continua così» le dissi.

«Grazie» mi rispose abbracciandomi di nuovo.

Sono tutti super felici oggi, perché io non lo sono? Giusto.
Questa settimana per me era tutto semplice, non so cosa mi spetterà in futuro...

Spero solo che la Peparini sia clemente con me, magari il fatto di avere una loro allievo la farà dimenticare della mia esistenza così da farmi ballare una cosetta semplice semplice.

Magari... o magari no.

Andai in casetta realizzando che non avrei potuto chiedere consigli a mia zia sull'esibizione almeno fino a Sabato.

Appena entrai approfittai per andare a parlare con Mirko, la Celentano gli aveva sospeso la maglia e magari potevo aiutarlo con la coreografia visto che faceva parte del mio stile.

«Mirko, come va?» gli chiesi preoccupata vedendolo con gli occhi lucidi.

«Come vuoi che vada, ha fatto una scenata per i pantaloni, ha detto che le ho trasmesso ansia, mi ha sospeso la maglia e nonostante ciò non ho capito un bel niente di tutta la coreografia» mi disse sfogandosi.

«Lo so Mirko ma facendo così non risolvi nulla, è brutto posso capire, ti sei sentito inferiore più di quanto tu non ti sia mai sentito, ma è ora il momento in cui ti devi rialzare e mostrare chi sei, mostrare il fuoco che hai dentro» gli dissi cercando di incoraggiarlo.

«Per te è facile dirlo, ti ho vista e ti è venuta benissimo la coreografia, in due minuti la impari e poi la metti in pratica» mi disse.

«Ma la cosa è diversa, quella coreografia era nel mio, un mio che studio da 16 anni ormai se non di più, era anche piuttosto semplice per tutto quello che ho studiato. La tua coreografia era completamente fuori dalla tua "Comfort zone" e hai avuto poco tempo per imparare le basi dello stile, è normalissimo che non venga perfetta, in più eri in ansia» gli dissi.

Non mi stava ascoltando, si stava solo demoralizzando.

«Mirko ascoltami» gli dissi con tono più serio.

Lui alzò lo sguardo e mi ascoltò.

«Se hai bisogno di qualcosa per la coreografia, basta che me lo chiedi, io sono disponibile. Ovunque tu sia» gli dissi.

«Quando sei a lezione e un passo non ti torna, fattelo spiegare di nuovo, se non lo capisci, di nuovo ancora, se la lezione finisce e nonostante ciò non hai ancora capito, vieni da me, qualsiasi cosa io stia facendo, se sono in corridoio, in camera, ovunque. Io ti aiuto, te lo spiego. Vivi questa settimana come se fosse l'ultima e cerca di apprendere il più possibile perché fuori da qua finisce tutto» gli dissi.

Ci raggiunse anche Nicol e a quel punto li lascia parlare da soli.

«Grazie Ilaria» mi disse.

«Devi solo dire grazie a te, mi raccomando» gli risposi andandomene.

Mi stesi sul divano stanca morta attendendo che il mondo si facesse avanti verso di me e non viceversa.

Volevo solo sprofondare tra i cuscini e risvegliarmi fuori dal programma con la coppa in mano.

«Hai sonno?» mi chiese Christian interrompendo la mia pace sensoriale.

«Più che sonno in realtà sono stanca, sono stata 3 ore seduta e poi ho ballato per 2 minuti» gli dissi coprendomi il viso con un cuscino.

«Beh quello anche tutti noi» mi rispose lui.

«Infatti non riesco a capire cosa ci fai qui, dovresti anche tu essere distrutto e rilassarti» gli dissi.

«Ok» rispose rubandomi il cuscino.

«Mi rilasserò» disse mettendosi comodo sul divano.

Lo guardai male per avermi rubato il cuscino ma allo stesso sorrisi, ne presi un altro e continuai pure io a rilassarmi.

Mi piaceva, non lui, la situazione.

Più che semplice amicizia || Christian Stefanelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora