Capitolo 52: Temporale

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Ilaria’s pov

Come viene definita la sensazione che si prova nel momento in cui ti sembra che tutte le tue aspettative non siano confermate?
Ammetto di aver provato ad inventare un termine, o cercarne il significato su google, ma sono giunta solo ad una conclusione: non si può definire.
E questo perchè è una sensazione anomala, spesso viene provata dalle persone ma quasi sempre passa inosservata e viene poi abbandonata.
Io invece me la sto portando appresso da un po'.

Quella sera non riuscivo a prendere sonno, avevo provato centinaia di coreografie per il serale e non mi ero fermata neanche un momento. Adesso che era il momento di riposarsi, di dormire, niente. Il mio corpo si era ormai fossilizzato su uno stato di movimento, che se non avessi nutrito nel giro di qualche minuto sarebbe esploso in una lunga insonnia.

Mi alzai dal letto cercando di non far rumore e uscii dalla mia camera. I miei piedi non sapevano dove andare ma la mia mente mi portò in cucina, dove il cuore trovò ciò che da tempo lo turbava. 

«Fammi indovinare... insonnia?»
Annuii ma non dissi niente.
«Biscotto?» mi chiese a quel punto Christian porgendomene uno.
Non avevo fame ma lo accettai tanto per far qualcosa.
Notando il mio silenzio Christian provò a far continuare in qualche modo la conversazione.
«Domani si registra, hai ancora l'ansia di Settembre?» disse facendomi spuntare un sorriso in volto.
«No, stavolta è l'iperattività, è da questa mattina che non faccio altro che ballare, correre di qua e di là tra una sala e un'altra, e ora non sono più tanto stanca» mi decisi a dire.
«Capisco, i ritmi del Serale» commentò lui accennando alla sua posizione ancora dubbia sull'argomento.
«C'è qualcosa da bere? Un the magari» chiesi strofinandomi gli occhi.
«Il the tiene svegli, lo sai» mi fece notare lui.
«Tanto ormai»
«D'accordo» si voltò verso la credenza che aveva alle sue spalle per prendere una bustina del mio the preferito, non avevo la più pallida idea di quali ingredienti contenesse, ma sapevo che mi piaceva. E anche lui lo sapeva.
«Tu invece?» chiesi accorgendomi che se per me era notte fonda lo era pure per lui.
«Oh no, io niente the» rispose.
«No, dicevo, perchè sei ancora sveglio?»
«Ah, bhe, solo un po' di malinconia»
«Malinconia nel senso che Alex non ti da tregua o maliconia come emozione?» chiesi cercando di essere ironica.
«Mi rifiuto di risponderti» disse passandomi la tazza con il the.
«Fai bene» commentai bevendone un sorso.
«Tu ed Alex non andate molto d'accordo vero?» chiese sedendosi vicino a me.
«Uhm - mormorai mentre stavo ancora bevendo - diciamo che abbiamo avuto momenti migliori» risposi.
«Sai, l'altro giorno vi ho sentiti parlare, forse dovrei dire litigare, mi dispiace vedervi così» commentò lui.
Capii che si riferiva alla conversazione che avevamo avuto su di lui. Ammetto che in quella situazione non mi ero comportata benissimo.
«Già, pure a me dispiace» dissi abbassando lo sguardo.

Il rapporto che avevo con Alex è sempre stato molto bello, poi ci siamo persi, per un motivo o per un altro siamo arrivati ad urlarci contro e ha ferirci nell'orogoglio. Nessuno di noi sa esattamente perché, ma entrambi sappiamo ormai non potremo più tornare ad essere quelli di un tempo.

Ed ecco che mi torna in mente quel sentimento di aspettativa delusa.

«Cazzo» sentii dire da Christian subito dopo aver udito un tonfo provenire da fuori.
Mi voltai verso i vetri della casa e notai un temporale inziare. 
Anche il tempo sembra essere d'accordo con i miei sentimenti.
«Ci mancava anche questa» commentò.
«Scusa» aggiunse poi
«Per..?»
«So che ti piace la pioggia»
«Oh sì, ma ora come ora concordo con te» gli dissi.

«Vieni?» mi chiese prendendomi la mano.
Ci sedemmo sul divano.
«Parlami» mi disse.
«E di cosa dovrei parlarti?»
«Non penso tu sia a corto di argomenti, parlami di qualunqur cosa»
«Perché?» chiesi sempre più incuriosita.
«È da un po' che non parliamo veramente come un tempo, e io non so bravo a farlo, poi, voglio sentire te» mi disse.
Sbuffai.
«D'accordo»
«Come viene definita la sensazione che si prova nel momento in cui ti sembra che tutte le tue aspettative non siano confermate?» chiesi ponendo il mio dubbio anche a lui.
Rimase in silenzio per un po' poi aprì bocca.
«Non lo so, non credo esista ancora un termine per questo» rispose esattamente quello che mi ero risposta io.
«Perchè, stai vivendo questa situazione?» mi chiese.
«È probabile»
«Con me?»
Ci pensai. Ciò che avrei detto dopo avrebbe potuto assumere vari significati, ma non sapevo come centrare quello giusto.
Risposi onestamente «sì»
Vidi il suo sguardo spegnersi. Mi sentivo in colpa.
«Ma non come pensi tu» mi affrettai a dire. La sua attenzione era tornata sulle mie parole.
«Quando ci siamo consociuti, e abbiamo intrapreso il percorso che ci ha portati a ciò che siamo oggi, io stavo bene, ero felice perchè ero entusiata, emozionata dall'idea di potermi innamorare di qualcuno» vidi un sorriso nascere sul suo volto «poi tutto si è realizzato e forse ho fantasticato troppo subito ma - feci una pausa per cercare di usare le giuste parole - ma non so se questo è ciò che volevo» dissi pentendomene subito dopo.
Era come se fossi tolta un peso ma nel farlo avevo dato la possibilità ad altri cento di schiacciarmi.
Continuai vedendo che non mi era stata data risposta.
«Tu sei una persona fantastica, e non so se è una questione di eventi che sono capitati recentemente o se è perché io sono fatta così, ma sento che le cose mi si stanno sgretolando in mano ancor prima di toccarle» scoprirai di fronte alla realtà dei fatti «e non me ne capacito dato che so di amarti»

Più che semplice amicizia || Christian Stefanelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora