Capitolo 42: Pioggia

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Christian's pov
Dopo capodanno, io e Ilaria ci siamo un po' separati. Forse ho sbagliato qualcosa io, non dovevo essere così diretto, con tutti quegli abbracci, ma dai, in fondo era capodanno. Se non ero diretto in quell'occasione quando?

Forse lei non lo pensa alla stessa maniera. Non riesco a capire se questo allontanamento lo sento solo io, o se esiste davvero. So solo che parla spesso con Francesco ultimamente, anche io parlo molto con Serena e Mattia, ma è sempre successo...

Non so cosa pensare, e se avesse completamente cambiato idea nei miei confronti?

«A che pensi solitario?» mi venna a chiedere proprio lei.

Possibile che i miei pensieri siano sempre collegati con la realtà?

«A niente» risposi sedendomi su una sedia della cucina.

«Disse il poeta con la mente ingarbugliata di pensieri» commentò lei sedendosi vicina a me.

«Perché sei qui? È tardi, a quest'ora dovresti essere in camera» le chiesi buttando là un argomento.

«Piove» commentò guardando fuori dalla finestra.

«Già...» pensai a bassa voce.

«Sai, mi piace la pioggia mi mette a mio agio» mi disse.

«Quindi sei venuta qua per sentire il rumore della pioggia?» chiesi.

«E per sentire te» rispose.

«Me?» dissi un po' confuso.

«Sì tu, è da un po' che non parliamo veramente, come un tempo» disse.

«Stavi sempre con Francesco ultimamente» commentai.

«È mio amico, il mio migliore amico» mi disse.

Ah-

«Pensavo di essere io il tuo migliore amico...» le rivelai.

«Se non sono questo, allora cosa sono?» chiesi.

Come risposta ricevetti silenzio, potei perfettamente cogliere l'imbarazzo provocato dalla mia domanda.

«Questo mi mette in crisi sai» rispose poi alla fine.

«Ho notato» le dissi cercando di metterla a suo agio, forse provocando solo il contrario.

«E se lo chiedessi a te?» mi disse ribaltando i ruoli.

«Cosa sono io per te? Caro pensatore» mi chiese.

E ora, che le rispondo? Potrei dire qualsiasi cosa, e risultare bene, oppure beccare proprio l'unica con cui passerei da cretino...

«Tu sei la mia migliore amica» risposi.

Vidi il suo sguardo spegnersi. Forse non era la risposta che si aspettava. E nemmeno io so perché l'avevo formulata.

«Quella non è Serena? Parli sempre con lei ultimamente» mi disse.

«Gelosa?» chiesi cercando di interpretare il suo sguardo.

«Perché dovrei, siamo migliori amici giusto?» rispose.

«Esatto, migliori amici» ribadii ferito nell'orgoglio.

So di averlo detto io per primo, ma so anche che non lo penso. E sentire che pensa le stesse cose, e pronuncia le stesse parole, non mi pace. Per nulla.

«Ok» rispose alzandosi dalla sedia.

«Dove vai?» chiesi alzandomi di istinto pure io.

«Fuori» rispose.

«Fuori?» chiesi.

«Sì, fuori» mi disse.

«Ma piove...» commentai.

«Lo so» rispose lei.

Aprì la porta e uscì fuori, rimase sotto la tettoia e si sedette sulla panchina, mezza asciutta e mezza no.

«Cos'è, qua senti meglio il rumore?» chiesi sedendomi molto vicino a lei, visto che era l'unico posto dove non mi sarei bagnato.

«Qua c'è più freddo» rispose appoggiando la sua testa sulla mia spalla.

«Ti piace il freddo?» chiesi cercando di capirla.

«No, lo detesto.» disse.

«Ma mi piaci tu»

Più che semplice amicizia || Christian Stefanelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora