Un incontro cruento

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Voce narrante.
"Manca ancora molto, Remus?" Chiese Sira camminando al suo fianco nelle strade della Londra babbana diretti a Grimmould place.

La ragazza non stava nella pelle di poter partecipare ad una vera riunione, per lei significava avere nuovi incarichi e a sua volta significava mettere in atto il suo talento.
Ed era per questo che camminava al passo con il suo tutore.
La sua lunga giacca di ecopelle aderiva al suo corpo facendola sembrare molto più grande di quel che era e indossava dei Jeans strappati neri con degli stivali del medesimo colore che rispecchiavano perfettamente lo stile di lei.

I suoi capelli erano sciolti posati sulle spalle in modo delicato e oscillavano ad ogni passo, con un riccio che le ricadeva sulla fronte al lato sinistro.

E ad accompagnare il tutto vi era una cintura con accanto dei foderi contenti dei pugnali ed erano ben nascosti sotto la giacca .

Remus la osservava con sguardo dolce e le disse "no, tesoro, dobbiamo solo girare l'angolo e saremo arrivati" disse tranquillo.

Ma dentro di sé incombeva una tempesta di emozioni, se non era che egli era sotto lo scacco di Malocchio, il mannaro non sarebbe mai andato a quella riunione e tantomeno Sira.
Avrebbe preferito starsene a casa con lei a leggere qualche libro insieme, ma purtroppo si ritrovarono a camminare verso l'inevitabile.

E come un soffio di vento, entrambi, incapparono davanti ai palazzi di Grimmould place dove vi erano solo l'undici e il tredici.
Sira, a quella situazione alquanto bizzarra, alzò un sopracciglio e guardò il padrino.
"Che significa, Remus?" Chiese confusa.
L'uomo mise una mano nella sua giacca e ne estrasse un foglio. "Significa che devi leggere questo" disse e le passò il pezzo di pergamena che Sira prese, cominciando a leggerlo a mente.

Il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice si può trovare al numero
dodici di Grimmauld Place, Londra.

"Imparalo" disse Remus e Sira annuì per poi ridare quel pezzo di pergamena al tutore che bruciò con un colpo di bacchetta.
Remus ripose lo sguardo su Sira e disse in tono abbastanza serio "ripensa a ciò che hai letto".

Sira avvertì una nota di ansia in quelle parole, ma non ribatté e fece come le era stato ordinato.
E subito si sentì uno scricchiolio proveniente dal palazzo che cominciò a rivelare un'altro edificio, aspettarono che questo si rivelasse completo fino a che non uscì anche un cancello.

Fu allora che Remus cinse le spalle della ragazza e la condusse sul porticato, egli estrasse la bacchetta, sotto lo sguardo attento della giovane Black, e sfiorò la porta in mogano.

Sira sentì dei rumori metallici e uno scatto.
La porta si era aperta.

Remus la sorpassò entrando in quelle mure che, a parer di Sira, erano molto sudice, come se qualcuno non ci vivesse da anni.
Con passo insicuro la giovane entrò, ritrovandosi in corridoio con le pareti impolverati e che un tempo la carta da parati doveva di un verde intenso e che ora era scollato e sbiadito.

Sira seguì il padrino che camminava verso una porta al centro e affianco a questa ve ne erano altre due.
E affianco ad esse vi era una scala che portava ai piani superiori.

Per Sira, quel luogo, non mostrava niente di buono era tutto cupo con solo qualche luce fioca ad illuminare quel corridoio.
Aveva una strana sensazione come se non dovesse essere lì.

Ma si disse che riguardava l'incolumità di Harry Potter, ragazzo che lei aveva soltanto sentito nominare e che aveva studiato dal punto di vista di Auror.
Ma che sapeva essere l'unica speranza contro Voldemort.

La ragazza, allora, si concentrò sulla riunione che da lì a poco avrebbe avuto luogo.

Guardò Remus, il quale le sembrava molto strano e preoccupato, ma non gli fece domande sapeva che Remus non gli avrebbe mai dato una risposta.
D'altronde lei faceva la stessa cosa quando era con l'umore in urto.

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