Paura

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Voce narrante.
"E sono tua figlia".

Queste parole fuoriuscite in modo così prepotente dalle labbra di Sira fecero congelare sul posto Sirius Black; che si sentì precipitare in un'abisso al solo guardare il viso, colmo di odio, della ragazza.

Non poteva credere, non poteva essere!
Quel bambino doveva essere morto insieme a sua madre, eppure una ragazza era lì davanti a sé e diceva di essere il frutto del suo seme.

Quegli occhi lo fecero rabbrividire poiché erano uguali ai suoi ed erano colmi di rabbia.
L'uomo non distolse lo sguardo e tantomeno lei fece lo stesso, e questo loro gioco invisibile, diventò sempre più intenso, ma Sirius più la guardava e più dentro di lui si fece spazio un sentimento di paura infondo al cuore, che gli fece girare la testa al lato opposto in modo da non guardarla.

Sira aveva vinto quel gioco e lui ne era consapevole.
Ma più che altro sapeva che non sarebbe stata ne la prima né l'ultima volta che l'avrebbe vista.
E questo lo turbava poiché non aveva il controllo di quella situazione fresca, come una rosa appena sbocciata.

Sirius's pov.
Perché? Perché?

Lei non può essere mia figlia, eppure appena ho visto i suoi occhi è come se avessi visto me stesso.
Una versione di me che mi ha terrorizzato.

Questa sensazione non l'avevo mai provata così forte in tutta la mia vita, e una ragazzina ci è riuscita con un solo sguardo.

Non nego che sia mia.

Ma se era lei dentro la pancia di Marlene, allora è come se fosse la mia punizione.

Ma io non posso.
Non sono un padre e mai lo sarò su questo non posso battere ciglio.

Guardo Remus in cerca di una spiegazione logica su tutto questo.
Lui sembra capirlo e infatti si gira verso la ragazza e le lascia il polso.
"Sira, ci puoi aspettare nel salone?" Domanda Remus indicandole con un dito la porta che è dietro di me "noi dobbiamo parlare" aggiunge subito dopo.

Lo sguardo della ragazza si sposta, finalmente, dalla mia figura, soffermandosi sul mio amico.
"Sì, padrino, ti aspetto".

COME? CHE CAZZO VUOL DIRE PADRINO?

Remus è...cosa?

No, me lo avrebbe detto! Io non posso credere che lui mi possa aver nascosto tutto questo.

Ma i miei pensieri vengono interrotti da un fruscio al mio fianco.
Io mi giro di poco, il tempo di rincontrare i suoi occhi gelidi, mentre mi sorpassa entrando nel salone alle mie spalle, chiudendosi la porta.

"So che hai mille domande, Sirius, e ti risponderò, ma non qui in corridoio" io non ribatto.

Non ho parole nella mia bocca e credo che la mia gola si sia prosciugata.
Per cui faccio solo un cenno di assenso con il capo, e mi faccio guidare da Remus in un'altro salone della casa.

Appena ci metto piede, mi lascio cadere su una poltrona posta al centro della sala.

Fisso il vuoto, cercando di mettere insieme un pensiero logico.
Ma la mia mente proietta gli occhi di quella, che dovrebbe essere mia figlia.

E allo stesso tempo, ripenso alle parole di Marlene, la quale aveva detto che avrebbe tenuto il bambino e che io non dovevo conoscerlo e tantomeno il piccolo doveva sapere di me.

A quel che vedo la promessa è stata mantenuta in parte.
La ragazza sa chi sono e a quanto vedo mi odia al punto di uccidermi.

Ha tutto il diritto di farlo.
L'ho abbandonata.

Ma per quanto mi riguarda è un bene che non le abbia fatto da padre.
Non sono un buon esempio.

"Sirius?"

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