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Voce narrante.
Uno spiraglio di luce pervase in una delle finestre di Grimmould place, illuminando il letto, ora disordinato, e un piccolo viso che traspariva dalle coperte, dormiente in modo tranquillo con la testa sprofondata nel cuscino.

I raggi del sole si poggiarono delicatamente sui suoi occhi, che la costrinse ad aprirli, ma non aveva alcuna intenzione ad alzarsi; così si girò al lato opposto alla finestra, portando un braccio sul materasso in cerca di qualcosa, o meglio qualcuno.

Ma le piccole dita toccarono soltanto le lenzuola ormai fredde.
La giovane Sira allora aprì completamente gli occhi, ricordandosi degli avvicendamenti della sera precedente.

Ella si alzò di scatto mettendosi a sedere, guardandosi intorno comprendendo che tutto ciò che le frullava nella testa era stato reale.

Si portò le mani sul petto, ricordandosi del pigiama in seta che aveva indosso.

Sospirò mentre si guardava i polsi e lentamente portò la mano sinistra a tirare giù la manica del braccio destro, dove ella vide le cicatrici che si era inflitta, confermando che tutto ciò che era successo era stato reale.

Lui l'aveva trovata, prendendosi cura di lei.

Un piccolo sorrisetto dipinse le sue labbra, ma questo svanì quasi subito.

Lentamente scese dal letto e noncurante che era scalza, camminò a passo svelto fuori dalla stanza.

Percorse le scale fino ad arrivare in cucina, esitò un'istante prima di varcare la soglia, infatti si sporse lievemente dallo stipite della porta, guardando all'interno della stanza.

Sirius Black era in piedi con alcuni capelli raccolti sulla testa con delle ciocche che gli ricadevano sul viso, era già vestito con una camicia color porpora e dei pantaloni classici.

A vederlo con quell'acconciatura Sira emise un piccolo risolino, che coprì con la mano, e che spense sul nascere, concentrandosi sulla sua figura.

Sirius aveva le maniche della camicia alzate, facendo vedere dei tatuaggi che aveva incisi sul braccio destro.

L'uomo era intento a pulire i fornelli, mentre nella stanza aleggiava un profumo di dolce e di succo di zucca.

Sira, lentamente, mise piede nella cucina, ma Sirius non si rese conto che ella era lì, le dava le spalle mentre era impegnato a sistemare i fornelli.

Sira si avvicinò di poco al tavolo e con la testa bassa, si schiarì la voce.

Quel semplice suono bastò a far interrompere il malandrino dal suo lavoro, e lentamente posò lo straccio che stava usando e si girò nella direzione della ragazza.

Sira, invece, si strinse nelle spalle e guardò il pavimento, impacciata su come comportarsi dopo tutto quello che era successo la sera precedente.

Sirius provò un moto di tenerezza nel vederla così esitante, nei suoi confronti.
Ma era deciso ad abbattere il muro che la circondava, per cui sorrise sghembo.

"Ma buongiorno, bella addormentata" disse con un risolino.

La giovane deglutì e spostò il peso da una gamba all'altra e rispose in un sussurro "h-hey...?"

"Credevo che ti saresti svegliata oggi pomeriggio, hai dormito tanto sai?" Sira fece una faccia allibita a quelle parole.

Aveva dormito?

"Davvero? Io h-ho riposato?"

Sirius le sorrise e avvicinandosi a lei rispose "come una bambina".

Ella chinò lo sguardo a quelle parole e fece un passo indietro.
Era incredula nel sapere che aveva dormito; non ci riusciva da cinque anni se non con i sonniferi.
Era mai possibile che la presenza di quell'uomo l'aveva influita a tal punto?

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