Tormento.

631 26 41
                                    

Voce narrante.
Sirius rimase fermo a guardare il punto dove il suo figlioccio era sparito.

Non sapeva quanto tempo era passato.
I suoi pensieri erano raccolti verso la conversazione che aveva avuto con lui un'attimo prima.

Si chiedeva del perché tutti erano contro di lui.
Prima Remus, adesso Harry.

Non poteva non domandarsi del perché nessuno accettava la sua condizione.

Non voglio quella ragazzina, e allora?
Volete condannarmi perché non l'ho voluta?
Ahhh ma andate al diavolo!

Nessuno di voi sa cosa si prova a vedere colei che ti ha portato via tutto!

Sirius strinse i pugni a quel pensiero e decise che era meglio rimuginare sulla questione appena il sole sarebbe sorto.

Per quel momento, si limitò a stendersi sul letto e chiuse gli occhi, con l'intenzione di appisolarsi.
Di dimenticare quella giornata.

Ma appena i suoi occhi si stavano facendo pesanti, intenzionati a chiudersi in un sonno profondo; furono costretti ad aprirsi di soprassalto.

Un suono echeggiò per tutta la stanza.
Sirius si alzò di scatto, rimanendo seduto sul suo letto.

Si era spaventato e teneva le mani sulle orecchie.
Attorno a lui si sentiva della musica rock echeggiare tra le mura della sua stanza, ma sapeva che il suono non veniva da lì, ma bensì dalla stanza affianco.

Sirius's pov.
Ma che cazzo succede?

Perché a quest'ora c'è della musica in questa casa?
Proviene dalla stanza affianco alla mia.Che diavolo ha in testa quella?

Ahhh...se pensa di fregarmi si sbaglia.

Senza pensarci due volte, afferro la bacchetta che è sul comodino e lancio l'incantesimo di imperturbazione.

Se crede che mi darà il tormento, si sbaglia.

Un momento...perché non ha funzionato? Perché la musica non ha smesso?

Con evidente scocciatura, mi alzo ed esco dalla mia stanza, andando verso la porta della mocciosa.
Busso con tutta la prepotenza, potrei anche sfodarla talmente che sono incazzato.

Finalmente la porta si apre, rivelando la mocciosetta.
È vestita con un toppino nero, tenendo la pancia scoperta, e un leggins del medesimo colore.
Ha una crocchia di capelli legati in modo disordinato sulla testa, ed è sudata.

La musica pervade il corridoio, ma nessuno sembra curarsene, mentre lei mi guarda con fare annoiato e il respiro corto.

Non proferisce parola, evidentemente sa del motivo per cui sono qui, ma sembra non fregarsene minimamente.

"Che diavolo stai facendo?" Le chiedo in tono adirato, talmente che sono furioso ho le tempie che mi pulsano, come se da un momento all'altro potessero esplodere.

Lei sospira e schiude le labbra "mi sto allenando" Dice con fare ovvio.

"A quest'ora?!" Chiedo stringendo i denti.
Lei in tutta risposta sbuffa "si, mi alleno sempre a quest'ora" dice appoggiandosi allo stipite della porta, ed io intravedo qualcosa alle sue spalle.

Aguzzo la vista e noto che la stanza è molto più grande di quello che dovrebbe essere, avrà usato un incantesimo di estensione, ma ciò che mi lascia perplesso è vedere dei bersagli attaccati ai muri con dei coltelli su di essi.

Vicino a questi obiettivi vi è anche una struttura di ferro e sotto di essa dei pesi.

Ha trasformato la sua stanza in un campo di addestramento!

Lascia che ti salvi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora