Barriere

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Voce narrante.

Remus
Ti scrivo per dirti che le cose qui a Londra non vanno affatto bene.
Tartufo deve aver fatto qualcosa nei confronti di Sira, ella non esce più dalla sua camera.
Egli non mi dice niente, e l'unico che può venire a capo di questa faccenda sei tu.
Se prima la situazione era inclinata adesso sta collassando.
Non so quando ti ricapiterà questa lettera, tra un paio di giorni noi torneremo ad Hogwarts quindi non so se mi troverai.
In tal caso, spero che tu abbia più fortuna di me nel farli ragionare.
A presto.
Harry.

Non appena Remus lesse quelle righe, un senso di preoccupazione si fece spazio dentro di lui.
Decise, quindi, di lasciar perdere, momentaneamente, le sue missioni per l'ordine e di raggiungere Grimmould place.

Non appena, Remus, mise piede nella vecchia magione dei Black un silenzio strano lo pervase.
Le mura erano più cupe dall'ultima volta che ci era stato.

L'uomo camminò nel corridoio spoglio fino ad arrivare alla rampa di scale che portavano ai piani alti, salì un gradino e questo scricchiolò.

"C'è qualcuno? Harry?" Chiese e subito si sentì una porta aprirsi.
Al di sopra della scalinata comparve Harry che lo guardò con sollievo.
"Remus, sono così felice di vederti" disse il ragazzo accennandogli un sorriso.

L'uomo lo raggiunse e disse "dove sono?" Chiese riferendosi a Sirius e a Sira.
Harry lo guardò intensamente e con aria triste sussurrò "lui è in salotto, mentre lei è chiusa in camera, io ho provato a parlare con entrambi ma non mi ascoltano..."

"Harry, hai fatto bene a chiamarmi, ma adesso è meglio che tu non ti intrometta, hai già molto a cui pensare, vedrò di sbrigarmela io" e detto questo, Remus si recò al terzo piano, lasciandosi dietro un Harry confuso e preoccupato.

Arrivò davanti alla porta della sua figlioccia e, lentamente, portò le nocche sul legno in mogano della porta e bussò lievemente.
"Sira" disse "sono Remus, puoi aprirmi per favore?" Chiese.

Dall'interno della stanza si udirono dei piccoli passi e la serratura della porta scattò, questa si aprì subito rivelando Sira.

Remus notò subito un cambiamento in lei, era pallida e il viso era emaciato con delle occhiaie sotto gli occhi: indossava un maglione largo con sotto dei semplici leggins, ed era a piedi nudi sul pavimento freddo e polveroso.

Negli occhi della ragazza vi era una piccola scintilla e un sorrisino diretti verso il suo padrino "Remus" sussurrò lievemente.

"Ciao" disse lui "che cosa ci fai qui?" Chiese la giovane "sono venuto a vedere come stai, come te la stai cavando, se ci sono problemi" disse marcando l'ultima parola.

Ella annuì "sta andando bene" disse ella sforzando un sorriso sbilenco.
"Sei sicura? Ti vedo così pallida!"

"Sì, sto bene. Sarà solo il periodo invernale, sai fa piuttosto freddo e qui c'è umidità" ma Remus non si fece ingannare da quelle parole, sapeva che qualcosa non andava e mai, come quella volta, vide la sua figlioccia completamente inerme, la maschera, che ella, portava al volto sembrava essersi sigillata sulla sua pelle, incapace di toglierla, incapace di dire ciò che provava.
Remus avrebbe voluto abbracciarla, ma sapeva che ella lo avrebbe respinto per cui si limitò ad abbassare la testa e disse "non sai mentire, so che è successo qualcosa e so anche che non esci da giorni dalla tua stanza e voglio sapere il motivo" Sira rimase allibita dalle sue parole taglienti e roche.

Ella si fece scura in volto, chinò la testa dove i sui capelli coprirono gli occhi "capisco" disse lei in un sibilo.
"Ti ha chiamato Harry, vero?"

Lascia che ti salvi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora