La Tana

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Voce narrante.
Sira fece del suo meglio per non far trapelare la sua ansia, ma non ebbe tanto successo.

Il suo nervosismo le faceva tremare le mani, tanto è che non riuscì, quasi, ad alzare la zip dei suoi stivali lunghi neri.

Sapeva che quella scelta era giusta, ma in cuor suo si celava una forte paura, quella di essere respinta dal piccolo Teddy Lupin.
Purtroppo era una preoccupazione che non poteva di certo evitare.
Sira era convinta che quel bambino somigliasse al padre ne era certa, ed era consapevole che vedere quel viso sarebbe stato un'emozione fortissima.
D'altro canto, Sirius la osservava, con un sorriso, dallo stipite della porta della camera della ragazza.
Era vestito con una camicia color porpora, un panciotto nero e dei pantaloni del medesimo colore, e per finire una lunga giacca bordeaux completava il suo abbigliamento.

Mentre Sira non fece caso alla sua presenza, troppo occupata a specchiarsi per vedere se il suo tubino nero, a maniche lunghe aderente che aveva indosso, avesse delle pieghe.
La giovane si scrutò dalla testa ai piedi, e si toccava distrattamente le calze, color carne, sotto al ginocchio cercando di sistemarle, ma non si rendeva conto che le stava solo torturando.
Sirius, a quel punto, si fece avanti andando verso di lei, ma Sira sembrava non accorgersi della sua presenza.
Il malandrino le circondò i fianchi in un abbraccio ferreo e poggiò la testa sulla spalla della ragazza.
Sira, a quel gesto, sussultò ma non gli disse nulla, tutto quello che fece fu assecondarlo, poggiando la schiena sul suo busto.
"Calmati, Sira, andrà tutto bene" sussurrò il malandrino, ma ella non ne era tanto convinta; deglutì a fatica ed emise un sospiro mozzato.

Sirius le prese la mano e la intrecciò alla sua, allo stesso tempo sciolse l'abbraccio, ed ella si girò a fissarlo con le sopracciglia inarcate.
"Ho paura" disse Sira stringendo ancor di più la sua mano.
Egli guardò prima le loro mani, rendendosi conto come le piccole dita di lei si intrecciavano perfettamente tra le sue, come se quello fosse il loro posto.
L'uomo sorrise, per poi guardarla intensamente negli occhi, e disse convinto "non devi temere, piccola, non accadrà nulla che possa nuocerti, te lo assicuro".
Sira strinse le labbra non smettendo di guardarlo con la preoccupazione negli occhi.
Non parlò,ma Sirius colse ogni cosa in quello sguardo, il suo timore, la sua emozione, ma soprattutto colse lo scintillio di vita che prima non aveva.
Quegli occhi erano luminosi! Erano vivi!
E a questo Sirius sorrise ancor di più "non fare quella faccia, ti ricordo che sei stata tu a decidere , ma, se vuoi, sei ancora in tempo per ripensarci".

"No!" Esclamò Sira " io voglio andarci, devo farlo" sussurrò abbassando il capo.
"D'accordo, allora sarà meglio non farci attendere" ribadí l'uomo.
Ella annuì, e con le mani ancora intrecciate recuperò il suo mantello, nero, indossandolo.
Entrambi scesero nel salone andando verso il camino.

Sirius prese della polvere da dentro un cofanetto verde che vi era sul tavolo, e in silenzio condusse Sira all'interno del camino, raggiungendola all'istante.
Si guardarono per un secondo, e Sira gli fece un cenno di assenso con il capo per poi chiudere gli occhi, non mollando mai la presa dalla mano di Sirius.

Il malandrino, senza esitazione tuonò a gran voce il nome della destinazione e buttò la polvere al suolo, dove un fuoco verde smeraldo li inghiottí, facendoli sparire da Grimmould Place.

Appena Sira riaprì gli occhi, si ritrovò difronte un salotto angusto, con un lungo tavolo, imbandito, all'interno.
Le pareti della casa erano coperte da molti quadri e festoni natalizi.
La giovane uscì dal camino, completamente ammaliata e curiosa di quella casa di cui aveva solo sentito parlare.
Lo sguardo di Sira puntò in ogni angolo:
L'albero di natale spiccava pieno di luci accanto ad una finestra, con sotto un tappeto e molti doni su di esso.

Ma ciò che colpì la ragazza fu la struttura della casa, con così tanti piani, tutto in legno.
Sembrava che stesse in piedi solo per magia, ma non le importò.
Un senso di calore le diede casa Weasley e non le dispiacque, per quanto quella sensazione fosse nuova e strana.

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