Una nuova vita.

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Voce narrante.
Passò un mese da quando Sirius e sua figlia erano tornati a Londra.
E nessuno dei due aveva cercato di parlare con l'altro sul discorso interrotto nel bosco.

Ovviamente per entrambi non era irrilevante, solo che non trovavano il momento adatto per farlo.

Più di una volta la giovane aveva cercato di aprire il discorso, soprattutto a pranzo o a cena.

Ma quella mattina di febbraio Sira era intenzionata a chiarire le cose, poiché tra le mani stringeva un foglio di pergamena che conteneva al suo interno una scelta.

Ma che da sola non avrebbe potuto prendere.
Così fece un respiro profondo e si alzò dal suo letto, infilò le ciabatte e uscì dalla stanza, percorrendo i corridoi fino al salotto di Grimmould Place, sicura che avrebbe trovato suo padre lì.

Quando egli non era occupato al ministero, si stendeva sempre sul divano per rilassarsi un po'.

E fu lì che Sira lo trovò: con le mani dietro la nuca, le gambe incrociate e gli occhi chiusi.

Sira deglutì sapendo che da lì a poco avrebbe dovuto aprire un discorso interrotto e portarlo a termine.

Per quanto le riguardava, Sirius non aveva mai cercato di chiarire, o meglio lei non se n'è mai accorta sei lui ci abbia provato o meno.

Prese coraggio, e portò la mano destra sullo stipite della porta, bussando due volte.

A quel suono Sirius aprì l'occhio destro e lo fece scattare sulla giovane, che, istintivamente, strinse il foglio di pergamena che aveva nella mano sinistra.

"Ciao" disse egli con tono neutro.

Ella fece un lungo respiro e entrò nel salone stando al centro del vano.
Sirius si fece leva sulle braccia e continuò a guardarla incuriosito.

"Possiamo parlare?" Chiese impacciata la giovane.

Egli annuì, mettendosi seduto e invitò la figlia a sedersi al suo fianco.
Ella ubbidì e sedette sul divano.

"C'è qualche problema?" Chiese Sirius, ella scosse la testa e ribadì "non saprei se definirlo tale, ma credo che dobbiamo concludere il discorso che abbiamo cominciato nella foresta, specialmente adesso" disse spostando lo sguardo da lui ad un punto imprecisato della stanza.

"Perché dici 'specialmente adesso'? " Chiese Sirius portando una mano a coccolare la schiena di lei.
Ella lo guardò con un sorriso sbilenco e rispose"ci arrivo dopo" Sirius la guardò scettico ma non la contraddisse "ok, allora, da dove vuoi riprendere?"

Sira ci pensò per qualche secondo, ma sapeva cosa voleva sapere.

Lo guardò dritto negli occhi e chiese "cosa c'è che ti tormenta? Insomma sembra sempre che qualcosa ti spaventi" disse in tono dolce.

Sirius sospirò e si fece sempre più vicino e, istintivamente, le prese la mano e la portò sul suo petto dove ella sentì il suo battito accelerato.

Sirius rinchiuse la sua mano tra le sue e con un groppo in gola parlò "io...ho paura di perderti, Sira, ho paura che..." Si interruppe respirando profondamente, ma sapeva anche che doveva confessare quei timori, altrimenti non sarebbero mai andati avanti.
Strinse Ancor di più la sua mano e distolse lo sguardo dal suo guardando altrove, chiuse gli occhi per un secondo, mentre Sira voleva aiutarlo in qualche modo a sfogarsi, ma non sapeva nemmeno lei da dove cominciare.

"Che?..." Sibilò la giovane in modo da invogliarlo, e a quel punto Sirius la lasciò, e portò le mani su viso respirando ancor di più.

"Temo che tu possa andare via da me" disse alla fine "temo che tu possa lasciarmi, ed io non voglio questo.
Io...vorrei recuperare il tempo perso, infondo non ne abbiamo avuto modo" aggiunse e nel pronunciare quelle parole si sentì più leggero, come se avesse imparato a respirare solo in quel momento.

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