Pillole

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Voce narrante.
Sirius rimase avvinghiato a lei, non voleva staccarsi dal piccolo corpicino della giovane, e sembrava che a lei non dispiacesse affatto.

Tutt'altro, lei si appoggiò al busto dell'uomo, mentre le mani del malandrino coccolavano i suoi fianchi, creando dei cerchi immaginari con le dita.

Sira chiuse di poco gli occhi lasciandosi trascinare da quel contatto timido da parte dell'uomo, che cercava solo di aiutarla.

Voleva toccargli le mani, ma qualcosa le impediva di farlo e tratteneva l'impulso stringendo ancor di più il libro che aveva stretto al petto.

"Forse, sarà meglio che ti lasci dormire, domani avremo parecchio di cui parlare" sussurrò sempre nel suo orecchio in modo dolce.

Quelle poche parole, la fecero rabbrividire, poiché in cuor suo non voleva che se ne andasse.
Non seppe il motivo, ma l'idea che egli uscisse dalla stanza la terrorizzava a morte.

Ma non emise un suono.

Rimase silenziosa, ma non voleva che se andasse lasciandola da sola.
Non voleva rimanere sola.

Eppure quando Sirius sciolse l'abbraccio, lei rimase immobile e lo ascoltò allontanarsi, ma il suo sguardo rimase fisso sulla libreria.

Ma prima che egli la lasciasse, la guardò dall'uscio della stanza e con un sorriso sghembo mormorò "Buonanotte".

Chiuse la porta e ella finalmente si girò, guardando il punto dove egli era sparito.

Con passo tremolante si avvicinò alla porta e portò una mano a sfiorarla.

Avrebbe voluto aprirla e inseguirlo, ma non lo fece, l'ombra che era ancora dentro lei glielo impediva.
Per cui si allontanò, e pose il libro sul comodino di fianco al letto.

Sira sedette su di esso per poi stendersi respirando profondamente.

Chiuse gli occhi rimuginando su cosa era successo quella sera, il volto di Sirius invase la sua mente, ma non era un tormento il suo, anzi lo vedeva pieno di luce.

Una luce che la inebriava, ma purtroppo questa non aveva il potere di farla assopire.

Per quanto Sira si sforzasse nel trovare una posizione adatta, il sonno non arrivò ad accoglierla.

Rimase a fissare il soffitto per un lasso di tempo, e nel cuore della notte, decise di porvi rimedio.

Si alzò e, con passo lento uscì dalla stanza, andando in quella del malandrino che, fortunatamente, non aveva la porta chiusa.

Sira si soffermò a guardare la figura dell'uomo dormiente, girato verso di lei.
La ragazza abbassò lo sguardo sul petto di lui che era leggermente scoperto dalla vestaglia, dove si intravedevano dei tatuaggi di rune che ella non aveva mai notato, fino ad allora.

Ella strinse le labbra e entrò completamente nella stanza, andando nel bagno che essa ospitava.

Appena vi mise piede, accese la luce e cercò con lo sguardo i suoi pantaloni sporchi e logori.

Ma il pavimento era immacolato.

E dei suoi vestiti nemmeno l'ombra.

"Oh cazzo!" Sussurrò guardando d'appertutto, ma non trovò niente.

Un senso di preoccupazione gli salì dalla bocca dello stomaco facendola sussultare.

"No no, spero solo che non li abbia trovati" sussurrò ingoiando la saliva in modo assai nervoso.

"Ti riferisci a questi?" Chiese un voce alle sue spalle in modo schietto.

Sira si pietrificò sul posto sgranando gli occhi e si morse il labbro mentre si girava verso la figura di Sirius, fermo all'uscio del bagno appoggiato allo stipite; e con dei flaconi di pillole nella mano destra in bella vista.

Lascia che ti salvi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora