Come la Carpa

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Sira's pov.
Due mesi, sono passati solo due mesi da quando sono in questo inferno, e tutto quello che ho fatto è stato allenarmi o evitare quello svitato di un Black.

Per mia fortuna la signora Weasley è sempre qui a smaltire la tensione che si forma tra me e lui.
A volte l'aiuto con le faccende domestiche, è il minimo che posso fare per lei, infondo mi sopporta.

E ora sono qui in salotto a togliere la polvere, nonostante qui ci vivesse Kreacher da solo, non ha mantenuto molto pulita la casa.
Non lo biasimo affatto.

Forse lo faceva quando vi era Walburga Black, dopo la sua morte questa casa è passata a quel cane rognoso.
Forse per questo Kreacher l'ha trascurata, proprio perché ora è sua.

Ahh ma perché ci penso?
Non dovrei preoccuparmi dello stato della casa né tantomeno di lui, è meglio che mi concentri sulle pulizie, mi danno distrazione.
Ed è meglio così.

Metto le mie cuffie e incomincio ad ascoltare un gruppo musicale che è in voga nell'ultimo anno, ovvero gli Evanescence.

Amy Lee, ha una voce così soave e profonda, con la sua musica mi trasporta in un altra dimensione.
E le canzoni sono molto profonde, mi ci ritrovo molto in alcuni testi.
La musica è il mio rifugio, ma a volte neanche lei può compensare ciò che sento dentro, e nessuno può comprenderlo.

Per cui è meglio che me ne resto in silenzio.
Reprimendo la voglia di aprirmi con le persone che mi circondano, per loro sono un mistero, per me invece è, solo,  la mia quotidianità.
Non mi interessa ciò che pensano, voglio solo finire questo incarico e passare al prossimo.

Se decidessi di parlare a cuore aperto, le persone potrebbero usare le mie debolezze contro di me, ed io non voglio permetterlo.
Le parole, le emozioni, sono tutte armi a doppio taglio e non posso rischiare di essere conosciuta a fondo.
Mi mostrerei debole.

Voglio restare la Sira che non ha emozioni, con il viso impassibile e che pensa solo a sé stessa, come un'egoista.
E forse lo sono per davvero.

Nemmeno con il mio padrino parlo come una volta.
Per l'esattezza da quando ho scoperto di essere stata abbandonata, so che lui non approva il mio stile di vita.
So che vorrebbe qualcosa di diverso per me.
Ma non posso farlo, ho promesso che gliela farò pagare cara.
E così sarà.

Voce narrante.
Ma in realtà, Sira, mentiva a sé stessa, certo non poteva passare sopra al suo odio.
Era una questione troppo dolorosa, ma da quando Sirius aveva cercato di avere una conversazione con lei, Sira non lo punzecchiava più come agli inizi di settembre.

In realtà, la ragazza, non ricordava nemmeno da quanto non conversava con qualcuno, era passato troppo tempo.

Probabilmente l'ultima volta che aveva parlato, senza provare odio, era stata con Remus, ma era prima che sapesse i fatti.

Da quando aveva scoperto la verità, ella si nascondeva, come se fosse un mostro, un'abominio, un errore.
Non voleva stare in compagnia di nessuno, ma da quando viveva a Grimmould place si sentiva spiata.

Ovviamente non ci fece caso e si disse che era la casa a dare quell'impressione.

Ma anche in quel momento, che ella era completamente assorta dai suoi pensieri trasportata dalla musica, due occhi la fissavano dallo stipite della porta.

Sirius Black, non ne poteva fare a meno di spiarla almeno una volta al giorno.
Ed era lì con una mano poggiata al muro a guardare ogni movimento della ragazza, ogni sua espressione anche se quella non mutava mai.

Ma il suo comportamento non passò inosservato.

La signora Weasley, da quando i suoi figli erano andati ad Hogwarts, aveva deciso di stare più tempo a Grimmould place per tenere calma la situazione tra i due.

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