Cicatrici e passato.

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Voce narrante.
"Devi cercare di essere più agile"disse Sira con un'espressione seria sul viso, mentre guardava il malandrino riprendere fiato, poggiato all'asta da Box posta nella camera della fanciulla. L'uomo era tutto sudato: i suoi capelli erano scompigliati, legati in una coda bassa.
Indossava una canotta a giro maniche nera dove lasciava intravedere i suoi tatuaggi, aveva la pelle lucida per via del sudore, e un pantalone largo del medesimo colore.
Aveva il fiatone e guardava il pavimento della stanza con sguardo vuoto, mentre una goccia d'acqua gli ricadde nella barba.

Sira lo guardava poco distante da lui con indosso il suo solito completo da allenamento e i capelli legati in uno chignon.
La giovane lo guardava con le braccia incrociate sotto il seno con sguardo penetrante e le labbra serrate. " E avere i riflessi pronti.
Non devi affidarti solo ai tuoi occhi, ma anche agli altri sensi" disse la ragazza in modo molto distaccato.
Sirius cercò di inalare più aria possibile nei polmoni, ma li sentiva bruciare come un fuoco all'interno del suo corpo.
"Tu...sei...tremenda...come... allenatrice" soffiò rauco.

Sira si mise le mani sui fianchi e lo guardò con la testa inclinata verso destra" è l'unico modo che conosco per addestrarsi, senza clemenza, solo duro lavoro.
E tu ne hai bisogno, se ti abbatti solo perché hai fatto del riscaldamento, non immagino nel corpo a corpo" disse.

Sirius si portò una mano sul viso, asciugandosi il sudore dalla fronte e deglutì a fatica.
Poi rivolse lo sguardo sulla ragazza e ghignò "perché mi serve l'allenamento corpo a corpo se abbiamo le bacchette?" Chiese in tono strafottente.

Sira ruotò gli occhi al cielo e con un ringhio rispose "perché la bacchetta a volte non basta, potresti venire disarmato, e allora dovrai riuscire a farcela con le tue mani.
E non rimanere immobile, chiaro?"

Sirius alzò le mani in segno di resa e annuì sconfortato.
Ma Sira sbuffò sonoramente"perché mi hai chiesto di allenarti se poi ti lamenti?"

Sirius ridacchiò"perché sono un ipocrita del cavolo".

"Ah su questo non ho dubbi!" Esclamò la giovane bevendo un sorso d'acqua da una bottiglia di vetro, che era posta sul comò della stanza.

Sirius si allontanò dalla sbarra e si mise al centro della camera guardando la ragazza con un luccichio di orgoglio negli occhi.

L'unico motivo per cui egli le aveva chiesto di addestrarlo, non era solo per migliorare le sue qualità fisiche ma anche per dedicare a Sira più tempo.
E forse legare in modo più pratico, e l'allenamento era una scusa perfetta per farlo.

Ma non aveva messo in conto che Sira diventava un'altra persona quando si trattava di addestramento.
Era più tosta del solito e soprattutto cinica ed esigente.
Ma sapeva che lo faceva per il bene della missione che si sarebbe eseguita fra tre giorni, e lui era ancora un principiante.

"Ok, sono pronto, cosa devo fare?" Chiese l'uomo euforico.
La giovane si girò a guardarlo, e vedendolo carico, ripose la bottiglia sul mobile e lo raggiunse al centro della sala.

Sira lo guardò intensamente negli occhi e scorse quel luccichio folle di determinazione, così ghignò.
"D'accordo, vedo che sei pieno di energie, ma forse sarà solo l'adrenalina.
Quindi meglio non sprecarla" così dicendo si girò di lato e portò le mani davanti al volto chiuse a pugno.
Il suo ghigno si allargò vedendo l'espressione confusa nel padre.
"Colpiscimi" enunciò con voce ferma.

Sirius sgranò gli occhi "come?" Chiese cercando di recepire se avesse sentito bene oppure no.
"Mi hai sentito, colpiscimi!" Esclamò "ma..."

"Fallo!" Lo interruppe Sira "e non provare ad andarci leggero, colpiscimi con tutta la forza che hai!" Esclamò nuovamente.

Lascia che ti salvi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora