Bentornata

286 15 7
                                    

Voce narrante
Sirius guardò la ragazza allontanarsi, con il piccolo Teddy che rideva di gusto.
E a questo lui non poté non nascondere un sorrisino.

"Hey, Felpato!" Esclamò un Harry Potter, ormai divenuto un adulto:
era diventato alto quanto il padrino, lasciandosi alle spalle le fattezze di un ragazzo, i lineamenti del suo viso erano diventati scolpiti e pronunciati, con un velo di barba a coprirli; i suoi occhi erano rimasti gli stessi, ma lo sguardo era cambiato, era più maturo, i capelli erano rimasti scompigliati, impossibili domarli, ma ormai non dovevano più coprire la cicatrice a forma di saetta; questa era sbiadita e non più rossa come un tempo.
Non gli bruciava più da tre anni.

Il si affiancò al padrino dandogli una pacca sulla spalla.
L'uomo si girò verso il figlioccio, che lo guardava con sguardo fiero.
"Buon Natale, Harry" disse l'uomo con un sorriso.

"Oh questo lo devo dire io a te, l'hai finalmente ritrovata" ribadí il ragazzo aggiustandosi i soliti occhiali, tondi, sul naso.

"Già, è una storia molto lunga" ribadí l'uomo..

"Sarò lieto di ascoltarla più tardi.
E poi voglio salutare Sira come si deve.
Spero soltanto che non mi eviti" esordì il ragazzo con tono preoccupato.
Infondo era inevitabile che Harry pensasse così, non si conoscevano per niente, e per di più non si erano lasciati in modo pacifico,se così si poteva definire.
Anzi, Harry aveva sempre sospettato che Sira non lo sopportasse affatto, per via del suo legame con Sirius.
Più di una volta, il ragazzo che è sopravvissuto, si era sentito in colpa di essere stato la prima scelta del padrino, quando invece lui avrebbe dovuto scegliere sua figlia.
E questo lo preoccupava.
Ma ciò che Harry desiderava, più di tutto, era costruire una famiglia, lui, Sirius e Sira.

"Sta tranquillo, Harry, il problema non eri tu, lo sai bene" disse Sirius facendogli un'occhiolino.

Il ragazzo sorrise, rincuorato da quelle parole, ed annuì "sono contento per voi, Sir, davvero".
Il malandrino non rispose, sorrise leggermente.

"Ragazzi è pronto in tavola, venite a mangiare!" La voce squillante della signora Weasley invase le orecchie dei due, che risposero al suo appello, dirigendosi verso la tavola imbandita: Hermione, Ginny, Ron e George presero posto, e senza esitare Harry sedette vicino a Ginny dove si scambiarono un'occhiata complice per poi sorridere.

Ma prima che Sirius potesse prendere posto, fu rapito dalla figura di sua figlia dove teneva sulle ginocchia il piccolo Teddy, dove rideva di gusto alle facce buffe del bambino.

Rise anch'egli e si avvicinò ai due sedendo al loro fianco, osservandoli come rapito.
Guardava il sorriso di sua figlia come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto.
Un sorriso raggiante e genuino, uno dei pochi che le aveva visto fare solo negli ultimi giorni.

Harry osservò la scena divertito e non poté non sciogliersi nel vedere l'espressione felice del padrino mentre osservava Sira giocare con il bambino.
Ed anche quando arrivò il signor Weasley, e il pranzo ebbe inizio, Harry vide Teddy divertirsi un mondo mentre Sira lo faceva mangiare.
Nel suo modo di fare, sia Harry che Sirius, videro nella ragazza il ricordo di Tonks.
Infondo sia lei che Sira erano state addestrate allo stesso modo, avevano passato tanto tempo insieme, e Tonks le aveva insegnato ad essere buona, ad essere gentile.

E questo era impresso nella mente e nel cuore della ragazza.

Un insegnamento che ella avrebbe tramandato al bambino.

Sirius la stava consumando con solo lo sguardo e questo non passò inosservato a nessuno dei presenti, ma ad egli non sembrava importante, ne tantomeno Sira se ne accorse.

A fine pranzo, la ragazza insistette per aiutare Ginny, Hermione e Ron, a sparecchiare, ma la signora Weasley fu irremovibile "non sarà necessario, cara, qui bastiamo noi" le disse la signora Weasley in tono materno.
Sira, ormai rassegnata, decise di rimanere a giocare con Teddy sul divano in salotto, ma non passò molto tempo che il bambino cominciò a sbadigliare tra le braccia della Black.

"Hai sonno?" Chiese lieve Sira ed il bambino annuì, strofinandosi gli occhi.
"Mi accompagni nella stanza di zia Ginny?" Sira fu colpita da quella richiesta, voleva accontentarlo ma lei non sapeva dove fosse quella stanza, e lo sguardo supplichevole di Teddy la stava consumando.
"Io...non".

"Ti accompagno io se vuoi" l'intervento di Harry, fu un vero e proprio sollievo.
Sira ricominciò a respirare e in risposta annuì "grazie" e così dicendo la giovane prese il bambino, nuovamente, in braccio dove questo pose la testa sulla spalla della giovane,mentre Sira seguì Harry sulla rampa di scale al primo piano, dove era situata la stanza della più piccola della famiglia Weasley.

Appena Sira entrò nella stanza non poté non recepire che quelle mura descrivevano alla perfezione Ginevra Weasley: Era piccolo, ma luminoso. C'era un grande poster di una band su una parete, e una foto di Gwenog Jones, capitano della squadra di Quidditch delle Holyhead Harpies. Una scrivania era di fronte alla finestra, che dava sul frutteto e una  bandiera dorata vi era in alto all'altezza della finestra di Ginny.

Sira raggiunse il letto, e con l'aiuto di Harry scostò le coperte,per poi mettere il bambino tra di esse.
Ormai dormiva tranquillo, russando leggermente.
'è proprio come te, Remus' pensò Sira,poggiando le coperte sulle spalle del bambino.

Una volta assicuratosi che Teddy era a posto, Sira ed Harry uscirono dalla stanza il più silenziosamente possibile, chiudendo la porta in modo da non svegliarlo.

"È crollato" disse Sira con un risolino.

"Già, è una furia, ma appena mangia qualcosa subito gli viene sonno" disse Harry osservandola dall'alto.

"Come Remus, gli somiglia così tanto" sussurrò.

Harry non poté non essere d'accordo con lei, quel bambino era la copia sputata del mannaro.

"Si lo è" disse "e sono felice che ti ha conosciuto" aggiunse.

Sira alzò lo sguardo verso di lui completamente sbalordita da quelle parole, non sapeva cosa dire.
Effettivamente era la prima volta che parlava con Harry Potter in modo normale e civile.

"Senti, Sira, non abbiamo avuto modo di parlare molto prima, ma vedi ecco c'è una cosa che voglio dirti".

Sira deglutì"dimmi" sibilò.

Harry sorrise e senza alcun preavviso, senza un briciolo di timidezza, l'abbracciò seduta stante.
Sira sgranò gli occhi, ma non si oppose, anzi, lentamente circondò il corpo del ragazzo, rispondendo al gesto, Harry si chinò al suo orecchio e sussurrò "Bentornata a casa".

Sira si sciolse e strinse ancor di più il ragazzo "grazie, Harry".

Il ragazzo sorrise "d'ora in avanti potrai contare su di me, per qualsiasi cosa, Okay?"

"Okay" rispose Sira.

"Forza, scendiamo o si preoccuperanno" Sira annuì al ragazzo ed insieme scesero le scale fino a ritrovarsi in salotto.

Sira addocchiò suo padre che guardava, al di fuori della finestra, la neve cadere sul portico imbiancando tutto il giardino.
La ragazza lo raggiunse osservando il manto bianco.
Sira, senza dire nulla, gli prese la mano facendola intrecciare alla sua.

Sirius sussultò e guardò il gesto appena compiuto; alzò lo sguardo verso la ragazza, ma ella non lo guardava troppo impegnata ad osservare la fioccata al di fuori della casa.

Nessuno dei due parlò, quel gesto parlava già da sé, e Sirius ci mise poco a ricambiarlo, stringendo quell'esile palmo nel suo.

Buonasera giovincelli belli, rieccomi tornata con un capitolo di passaggio,spero che vi piaccia.
Spero di averlo reso bene.
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate, E MI raccomando state fuori dai guai malandrini che non siete altro, un bacio 😘😘😘

Lascia che ti salvi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora