Ombre

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Sirius's Pov.
È così maledettamente fastidioso non poter parlare con lei, vorrei dire una singola parola, uno sfiato, ma mi sento senza voce.

Vorrei tanto chiederle cosa le passa per la testa.
Cosa vuole fare quando torneremo a casa.

Ma soprattutto voglio sapere se andrà via da me nuovamente.
Certo non potrò tenerla per sempre al mio fianco.

Ma credo che almeno un po' dovremmo recuperare!

Insomma lei non ha detto nulla quando gliel'ho rinfacciato!

Muta come una tomba, con solo un sorrisino sulle labbra che mi ha lasciato con dei dubbi in testa, e non lo sopporto!

E la cosa negativa è che ho paura di domandarglielo.

Accidenti!

"Sei così silenzioso" dice, all'improvviso, la sua voce cristallina che mi arriva come uno spintone facendomi risvegliare dai miei pensieri.

Giro la testa verso di lei, mentre ella non mi guarda, continua a camminare senza degnarmi di uno sguardo.

"Vuoi dirmi cosa ti affligge? O è ancora per la storia che non ci conosciamo affatto?"

"E se anche fosse?" Ribatto con tono amaro.

Ella sbuffa ma continua a non guardarmi "adesso è così importante conoscermi?"

Ma che domanda è questa?!

Certo che è importante! Io lo voglio con tutto me stesso.

"Perché lo chiedi?" Domando neutro cercando non far trapelare il mio nervosismo.

"Perché se davvero ti fosse importato del nostro rapporto non mi avresti nascosto la verità".

Queste parole mi lasciano spiazzato, ma come darle torto.
Sono stato un codardo e stupido, avrei dovuto metterla al corrente di tutto e invece non l'ho fatto.

E questa frase...mi ha fatto capire che lei avrà sempre dei dubbi su di me.
Non può fidarsi.

"Ho sbagliato lo so, ma ho avuto paura..."

"Paura...Ah la paura...la incolpi troppo spesso per i miei gusti.
E ho avuto paura di avere un bambino, ho avuto paura di farti del male.
Ma piantala! Ammetti a te stesso che non volevi responsabilità nella tua vita.
Volevi essere un ribelle, giusto? E guarda dove ti ha portato!" Urla a gran voce e si ferma sul posto girandosi a guardarmi con la sua espressione impassibile.

I suoi occhi mi scrutano come se fossero spade, pronte a colpirmi.

È vero, le responsabilità non sono mai state un mio interesse, ma perché è così difficile da credere che voglio cambiare, adesso che so cosa voglio!

"Da un lato hai ragione, è stato il mio essere ribelle a fare si che mi scanzassi dalle responsabilità.Ma ora non voglio scappare più, quello che voglio è stare del tempo con te.
Perché ti è così difficile da credere, Sira, perché?!"

"E tu perché non mi dici cosa ti affligge eh?"

Rimango interdetto da questa domanda e non solo perché lei ha ignorato la mia.
Ma perché è così ostinata nel volerlo sapere?
Io non voglio dirglielo ora, in questo bosco vorrei farlo in circostanze più consone con tranquillità.

Mi fa davvero uscire di testa! Insomma lei così difficile da capire, prima nella grotta mi era sembrata così fragile, dolce.
Adesso sembra un lupo che cerca di studiare la sua preda, sembra che voglia fiutare le mie paure!

"Senti, non voglio parlarne adesso, non è né il momento né il luogo, parleremo quando saremo tornati.

"Va bene, allora, tieniti i tuoi segreti, Oh... e per quanto riguarda la domanda che mi hai posto, la risposta è perché voglio capire cosa devo fare".

"Cosa devi fare? Non capisco" lei sogghigna " lo capirai".

Voce narrante.
La conversazione tra i due finì in quell'istante, non ci furono più battibecchi n'è uno sfiato, né un sussurro.

Ed anche quando videro all'orizzonte delle scintille rosse di localizzazione non parlarono, si scambiarono solo un'occhiata complice e cominciarono a muoversi, velocemente, verso il segnale.

Appena raggiunta la fonte trovarono una radura e non molto da essa, videro una figura con il mantello che teneva la bacchetta puntata verso il cielo.

Sira non ebbe dubbi, era Harry.
Egli la guardò la sollevato, ma delle lacrime uscirono dai suoi occhi quando vide il padrino affiancato alla giovane.

Pensava fosse un miraggio, ma più Sirius gli si avvicinava più si rendeva conto che non era frutto della sua immaginazione.
Così, senza parlare, corse ad abbracciarlo.
Solo in quel momento si rese conto quanto fosse preoccupato per entrambi.

Pianse Ancor di più quando strinse la giovane tra le sue braccia e sussurrò "ho t-emu-to il peggio per v-oi, sopr-at-tutto con la to-rmenta".

Ma Sira ribadì"beh...qui l'unico con la fortuna di essere vivo è il tuo padrino, Harry, è sopravvissuto alla caduta".

Sirius sorrise lieve" la fortuna di trovare un cumulo di neve morbida su cui cadere" Harry rise e si asciugò le lacrime.

"Sei una canaglia, Sirius" e così dicendo portò una mano all'interno del mantello ed estrasse una bacchetta magica, ma non una qualunque quella dell'uomo.
Harry gliela porse è disse "era sul dirupo, deve esserti caduta prima che Travers ti facesse precipitare" e così dicendo Sirius la prese e ringraziò il ragazzo.

Passò qualche giorno, e i tre tornarono a Londra.
Fecero tappa al ministero per consegnare il rapporto e raccontare la vicenda a Kingsley, che avrebbe messo sentenza per i Mangiamorte catturati.

Fatto ciò padre e figlia tornarono a Grimmould Place, finalmente potevano godersi un po' di pace e tempo.

Ma le paure di entrambi si celebrano nei loro animi e finché non avrebbero parlato di ciò che li affliggeva le ombre sarebbero vissute ancora con loro.

Buona sera malandrini, eccovi il capitolo, e scusate per il ritardo, allora questo signori è il penultimo capitolo di questa storia vi aveva già avvertito in precedenza che questa storia stava volgendo al termine anche per questo motivo non ho aggiornato spesso, poiché mi fa male lasciarla, come tutte le storie che ho scritto volgerle a termine fa sempre scendere una lacrimuccia.

Ma ora godetevi il capitolo e spero che vi piaccia.
Fatto il misfatto😘

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