Lucius Malfoy

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Sira's pov.
Il mattino è giunto e con esso anche un nuovo manto di neve.
Il che rende il paesaggio meraviglioso e incontaminato, ma da Auror mi viene da dire che avrà coperto delle tracce.

Stamani ho buttato tutti giù dal letto alle prime luci dell'alba.
Per primo mio padre, che non ha mancato di lamentarsi sul fatto che fosse troppo presto.

Ma non ci ho badato più di tanto, quello che più conta è che troviamo alla svelta Lucius Malfoy.
Si nasconde qui in questo bosco, e prima lo troviamo, prima faremo a recarci nelle prossime mete che ci attendono, voglio trovare Travers.

Stiamo camminando in un sentiero totalmente immacolato di neve, l'aria fredda sfiora il mio viso, facendolo rabbrividire come un ago che penetra nella pelle.
Mio padre è al mio fianco, non mi ha perso di vista un attimo da quando abbiamo ripreso il cammino.
Si preoccupa per me, teme che Davis possa nuocermi, ma so cavermela benissimo da sola.
Non riesco a comprendere questa sua ansia, è talmente evidente che si potrebbe percepire con mano.

So difendermi, come ho sempre fatto!
Davis è solo uno dei tanti stronzi che camminano su questa terra, come uno sciacallo in cerca di cibo.

Onestamente non penso che Malfoy sia lontano, ieri sera qualcuno ci osservava ed era evidente.

Che fosse lui è molto probabile.

E tutt'ora sento uno sguardo sulla pelle e la sensazione non è solo mia, ma persino mio padre si sta guardando intorno, c'è qualcuno ed è ora di stanare questo ratto.

Faccio fermare la squadra con un cenno della mano e allo stesso tempo mi girò verso di loro.

Il gruppo mi guarda confuso ma non ci bado, faccio un bel respiro e comincio a parlare.

"Allora, è abbastanza evidente che c'è qualcuno che ci osserva, voi non siete d'accordo?"

Non rispondono, anzi non mi degnano di uno sguardo.
Più che altro si scambiano occhiate confuse tra di loro.
È possibile che non si accorgano che ci stanno osservando?

Harry se questi sono i migliori che il ministero ti ha dato, allora siamo messi bene.

Ah Alastor si sta rivoltando nella tomba.

Rivolgo ad ognuno di loro uno sguardo penetrante, freddo e sbuffo sonoramente.

"Non ne avete la minima idea, eh?"

"Ehm, capo,  come fa a saperlo?" Chiede Roy Enderson.
Io lo guardo intensamente mentre egli deglutisce, sembra che se la stia facendo nelle mutande.

"Domanda intelligente, Anderson, è la mia risposta è la seguente.
È da ieri che qualcuno ci sta tenendo d'occhio, è una sensazione abbastanza ovvia.
E credo che l'abbiate avvertita anche voi..."

"Che stronzata".

La voce di Davis mi richiama all'attenti con questa affermazione ed io gli rivolgo uno sguardo confuso, alzando un sopracciglio.
Egli ricambia il mio sguardo e ghigna strafottente.

"Come prego?" Domando ironica sapendo perfettamente cosa intendesse con quella parola ma vediamo se ha ancora le palle di ribattere dopo il pugno che gli ho dato ieri.

"È una stronzata!" Esclama a gran voce facendosi sentire da tutto il gruppo, che si sono girati a guardarlo.

Mio padre mi si affianca, lo vedo stringere la mascella, reprimendo, sicuramente, l'impulso di raggiungere l'auror e di farlo tacere a modo suo.

"Insomma, fidarsi di una sensazione, o peggio dell'istinto, che gran cazzata" sghignazza.

Se crede che saranno queste parole a intimorirmi, o peggio farmi tirare indietro allora questo è più stupido di quanto pensassi.

Lascia che ti salvi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora