Paura e insicurezza

215 6 6
                                    

Voce narrante.
Sira rimase stretta al padre in un lasso di tempo a lei ignoto.
Non voleva più staccarsi dal suo corpo e a Sirius non sembrava dispiacergli.

Sorrise leggermente mentre assaporava l'odore dei capelli di lei.
Continuò ad accarezzarla delicatamente, mentre Sira si beò di quelle premure.

Voleva che il tempo si fermasse.
Era così sollevata dal loro chiarimento che sembrava che più nulla potesse scalfirli.

La giovane si era resa conto che suo padre era la sua sporgenza, nonostante tutto, lui le aveva teso la mano per aiutarla a non soccombere.

Non era solo suo padre, Sirius Black era diventato, anche, il suo migliore amico.

Qualcuno su cui contare.

"Ti senti meglio?" Chiese gentilmente Sirius, staccandosi dall'abbraccio in modo da poter osservare il suo viso, ora con una scia di una lacrima che era solcata sulla sua guancia.
Sira annuì, andando ad asciugare in fretta la traccia d'acqua.
"Molto, solo vorrei tornare a casa" sussurrò gracile.

Sirius emise un leggero sfiato dalle narici.
Concordava sulle parole appena pronunciate, ma sapeva anche che non potevano muoversi.

"Lo so. Aspettiamo ancora qualche giorno, se non nevicherà più, usciremo da qui e cercheremo il più piccolo segno di civiltà.
Ci deve essere un paese qui da qualche parte!" Esclamò con evidente esasperazione.

"Intendi, troviamo la civiltà, ergo troviamo qualche traccia di energia magica per condurci nel nostro mondo?"

"Non lo avrei detto in modo così tecnico, ma in sostanza sì" disse facendole un sorriso, che ella ricambiò con leggerezza.

"Allora va bene. Se Harry non dovesse trovarci allora ci metteremo in marcia, nel frattempo sarà meglio razionare le provviste rimaste" e così dicendo ella lo sorpassò andando verso il fondo della grotta, dove, posto accanto ad una roccia vi era il suo enorme zaino.

Ella si chinò verso di esso e cominciò a scavarci dentro in cerca delle razioni, in assoluto silenzio.
Sirius seguì con lo sguardo ogni suo movimento, deglutì nel vederla così determinata, ma felice di riaverla con sé.

E mentre la osservava, si rese conto che egli non sapeva quasi nulla di lei.
In effetti non conosceva le sue abitudini, i suoi hobby.
Si rese conto ,in quel momento, che non avevano avuto modo di recuperare del tempo per loro.

Conoscersi.

Al sol pensiero, l'uomo si grattò la nuca e sospirò.
"Che cos'hai?" Chiese la giovane di punto in bianco; egli sobbalzò a quella domanda, notando che la giovane non lo stava guardando, troppo concentrata sulle scatole di cibo, così si schiarì la voce e ribadì "cosa ti fa pensare che abbia qualcosa?"

Ella fermò il suo operato e si girò a guardarlo, notando che aveva le sopracciglia inarcate.
"Hai sospirato e sei teso, ergo, hai qualcosa che ti turba".

Sirius ridacchiò"studi bene i movimenti delle persone eh"

Ella scosse la testa"ultimamente solo i tuoi.
Allora, cosa ti preoccupa?" Chiese guardandolo in attesa che egli prendesse parola.
Sirius si sentì leggermente imbarazzato, per essersi fatto scoprire così su due piedi.

Ma era anche vero che voleva dirle ciò che pensava.
Così le si avvicinò chinandosi alla sua altezza, incrociando i suoi occhi che, in quel momento, sembravano indagatori.

"Non è qualcosa che mi preoccupa, è che mi sono reso conto che, io e te, non abbiamo avuto molto tempo per recuperare il nostro rapporto.
Insomma, subito dopo le feste ci siamo esercitati per questa missione senza avere il tempo di conoscerci meglio.
Non so nemmeno qual'è il tuo colore preferito! Non so niente e questo mi pesa" disse tutto senza prendere nemmeno un briciolo di fiato.
Addirittura dopo aver finito, si sentì prosciugato ma allo stesso tempo leggero.

Lascia che ti salvi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora