Torno in casa e ci vengono consegnati i telefoni.
Mi metto alla ricerca del ragazzo che tanto mi è mancato nell'ultima settimana.
In sala relax c'era molta confusione e quindi non sono riuscita a vedere dove è finito.<<Hai visto Alex?>> chiedo a Luca, che fuma una sigaretta in giardino
<<Mi pare sia in camera>> annuisco, ringraziandolo
Quando sto per voltarmi e andare via, mi blocca per un braccio.
Lo guardo confusa, invitandolo a parlare.
<<Un abbraccio è chiedere troppo?>>
<<Si>>
<<Hai ferito i miei sentimenti, la nostra amicizia finisce qua bast>> fa finta di piangere
<<Come sei permaloso, scem>>Mi avvicino e gli dó un abbraccio, che viene subito ricambiato.
<<Mo puoi andare ja>>
Saluto e vado verso la camera gialla, divisa da Alex, Luca e Guido.
In teoria non dovrebbe esserci nemmeno Guido, perché non l'ho visto tornare in casetta e quindi credo sia ancora in sala relax.
Apro la porta e lo trovo steso sul letto, a parlare con Christian.
<<Ciao nana>> mi saluta Chri, spettinandomi i capelli
<<Io nana?>>
<<Si, tu>>
<<Chiamami di nuovo così e te meno>> lo minaccioGuardo poi Alex e i nostri occhi si incontrano.
Mi sorride e io gli sorrido.<<Beeeeene, tolgo il disturbo e vi lascio da soli>>
Lo salutiamo e aspetto di sentire la porta chiudersi, per sedermi sulla punta del letto, vicino alle gambe del moro.<<Malinconia, sarò diretta: abbiamo appena fatto pace, prova a perdere quella sfida e giuro che tu a casa tua non ci arrivi intero.>>
<<Aggressiva oggi eh>> ridacchia
<<Tu ridi, poi voglio vedere. Come ti senti? >>
<<Bene, non uscirò. Dubiti delle mie capacità percaso? >> fa il finto altezzoso
<<È inutile che fai lo sbruffone, perché hai paura e lo sappiamo entrambi>> divento seria.
<<Mi conosci troppo bene ormai...>> sbuffaSi tira un pò su e mi avvicina a sè.
Restiamo uno difronte all'altro, seduti a gambe incrociate sul letto.Sento delle notifiche arrivare dal mio cellulare, che ho in tasca.
Lo prendo e leggo altri messaggi dal numero sconosciuto che negli ultimi giorni continua a scrivermi.Sbuffo e lascio cadere il telefono sul letto.
<<Che mi nascondi?>> chiede dopo qualche attimo di silenzio, dove io mi ero immersa nei miei pensieri fissando il vuoto.
<<Io, che ti dovrei nascondere scusa? >> rialzo lo sguardo e lo trovo a scrutarmi, come se volesse trovare risposte nei miei occhi.
<<Pensi che non abbia notato che ogni volta che ti arrivano dei messaggi ti rattristi e diventi pensierosa? Non sono stupido. Posso sapere chi è che ti scrive?>>
<<È una lunga storia>>
<<Abbiamo tutto il tempo che vuoi>> alza le spalle
Sbuffo leggermente.In 9 settimane siamo diventati molto amici e mi fido di lui, ma parlare della mia vita privata per me non è mai bello.
<<È mio padre>> sospiro e abbasso lo sguardo
<<Avete un brutto rapporto?>>
<<È andato via 4 anni fa e dopo la sua fuga sono successe un pò di cose...>>
<<Se non vuoi non devi raccontarmi tutto, fai ciò che senti>> mi dice notando la mia esitazione a parlarne
<<Non è per te. Io mi fido ormai, è solo che ogni volta parlarne è difficile ma sto bene.>>
<<Sicura?>>
Annuisco, continuando a cercare le parole giuste.<<4 anni fa se n'è andato, dopo aver lasciato mia madre per un'altra. Ha lasciato da soli me, mia mamma e mio fratello.
Mamma ha sempre lavorato ma, volendo che smettesse di spaccarsi la schiena da sola per noi, mio fratello ha deciso di lasciare l'università e iniziare a lavorare.
Questa cosa lo ha stressato sia fisicamente che mentalmente.
Nell'ultimo periodo era sempre triste o arrabbiato, ma io non sono mai intervenuta. Ha resistito per 2 anni, poi non ce l'ha fatta. >>
<<È andato via anche lui?>> bisbiglia Alex, avvicinandosi ancora.
<<Lui...si è suicidato. Non riusciva più a reggere quella situazione ed è anche colpa mia>>
<<Non dire così Grace>>
<<Quando dico di provare rabbia verso me stessa, è perché non ho fatto nulla per alleviare il suo dolore ed evitare la sua morte.
L'ultima volta che abbiamo parlato, mi ha detto di odiarmi perché era colpa mia se i miei litigavano sempre e io mi pento così tanto di tutto...>>Mi abbraccia di scatto.
Metto la testa nell'incavo del suo collo e mi lascio andare ad un pianto lieve e silenzioso.
Inspiro il suo profumo, memorizzandone la fragranza.
Lui poggia il mento sulla mia testa, accarezzandomi.<<Non dovresti essere così dura con te stessa. Eri solo una ragazzina.
Non hai avuto tempo di sentire il mondo attorno a te, non hai avuto tempo per scegliere...quindi smettila di addossarti queste colpe.
L'unico stronzo, che vi ha abbandonati, è quell'uomo che manco dovresti chiamate padre>> la sua voce è bassa e direi rassicurante.Giro la testa di lato, sempre poggiata sul suo petto che si alza e abbassa al ritmo del cuore.
<<Cosa vuole tuo padre da te?>>
<<Si vorrà approfittare del fatto che sto iniziando ad avere un pò di notorietà. Non gli ho mai risposto>>
<<Passami il tuo telefono>> la voce diventa rigida e decisa
<<Che vuoi fare malinconia?>>
<<Rispondergli>>
<<Cosa? No.>>
<<Me la vedo io, hai detto che ti fidi o sbaglio?>>
<<Ma perché non sto mai zitta oh>>Mi allungo per prendere il cellulare e lasciarlo tra le mani del mio amico.
Gli dico il codice, tanto ormai sa tutto di me.<<Fatto. Se ti riscrive, dimmelo ok?>>
Annuisco piano e poi chiudo gli occhi sospirando.
<<Con me sei al sicuro>>
<<Lo so, mia cara malinconia>>
"Al sicuro"
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Meloncholy // amici21
Fanfictionmalinconia /ma·lin·co·nì·a/ sostantivo femminile 1. Stato d'animo di vaga tristezza, spesso alimentato dall'indugio rassegnato o addirittura compiaciuto, nell'ambito di sentimenti d'inquietudine o delusione. Storia iniziata: 2021 Storia conclusa: a...