64: I would never do it

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<<Grace, così non va bene. È già da qualche giorno che vedo un calo da parte tua, che sta succedendo?>> mi chiede Rudy, dopo avermi fermata per l'ennesima volta.
<<Non lo so sinceramente>> sospiro e sistemo il microfono sull'asta.
<<Non puoi dirmi "non lo so". Siamo al serale Grace. Così non mi piaci.
Per oggi può bastare dai, studia mi raccomando>> dice prima di salutarmi e io esco dalla sala 2 super abbattuta.

Non mi piace deludere Rudy, che è la persona che mi ha permesso di stare qui dentro e che mi ha scelta il primo giorno. Anche perché se deludo lui, a cui son sempre piaciuta, non oso immaginare cosa succederà con i giudici.

Sbuffo e mi fermo un attimo in sala relax per ripetere un altro po' i testi e bere dell'acqua.

<<Oddio Grace non puoi capire che bello, la nuova coreografia mi viene da dio. A te come sono andate le lezioni?>> entra in sala relax Carola, raggiante.
<<Son contenta per te. Io posso dire di aver avuto giorni migliori>>
<<Se hai bisogno di parlare io ora ho finito, quindi possiamo tornare in casetta insieme e ti ascolto>>
<<Grazie mille, ma in realtà non saprei cosa dirti visto che non so perché stia andando così>>

<<Vedrai che passerà, ci sta avere momenti no. Vieni con me?>> mi chiede indicandomi poi l'uscita.
Scuoto la testa. <<Credo che resterò un altro po' a ripetere i brani>> le spiego e lei annuisce.
<<Non studiare troppo che poi ti scoppia il cervello>> si raccomanda prima di uscire e io ridacchio.

Resto a studiare per un altro po', poi guardo l'orologio e mi rendo conto che si è fatto tardi. Sono le 21 passate.
Raccolgo le mie cose nello zaino ed esco dagli studi, tornando in casetta.

Arrivo in casa e fuori in giardino c'è Gigi che fuma insieme a Luca e Nunzio.

<<Ciao Grace, hai fatto tardi eh.>> mi saluta Nunzio, col suo solito accento siciliano.
<<Son rimasta a ripetere un pò e ho perso la cognizione del tempo>> spiego alzando le spalle.

Poi saluto anche gli altri due ragazzi ed entro in casetta m, chiudendomi la porta alle spalle.

<<Hey Grace, ti ho lasciato la cena in frigo se hai fame>> mi dice Carola osservandomi dal bancone della cucina.
<<Grazie, ma non ho fame>> le dico prima di dirigermi in camera.

Poggio lo zaino ai piedi del letto e mi tuffo a peso morto sul letto, sbuffando.

Non so quanto tempo passo in silenzio prima che questo venga interrotto dal rumore della porta che si apre.

<<Ciao Gracina>> mi saluta Alex e io ricambio con un verso.
<<Qualcuno è di cattivo umore qui?>> chiede e poi viene a sedersi accanto a me, poggiando la schiena alla parete.
<<Che è successo?>>
<<Rudy dice che mi trova in calo e che così non gli piaccio.>> gli riassumo e poi sbuffo di nuovo.
<<E quindi tu ti senti di star deludendo la persona che ha creduto in te dal primo giorno qui dentro>> aggiunge lui.
<<Si malinconia, mi sento proprio così>>

Lo ringrazio mentalmente per avermi capita senza bisogno che io aggiungessi altro.

<<E secondo te è vero che stai andando male?>>
<<Credo di sì, ma non so il motivo e questa cosa è stressante>>
<<Se vuoi ti aiuto io con qualche pezzo>>
<<Grazie Malinconia, tu si che sei un ragazzo d'oro>>
<<Ah però...se lo stress ti porta a farmi complimenti, resta pure stressata a vita eh>> mi arruffa i capelli.

<<Mi fai compagnia mentre fumo una sigaretta?>> gli chiedo e lui annuisce in silenzio.
Afferro una coperta e le sigarette con l'accendino, che porto con noi in giardino.

Ci sediamo sul divano e io ci copro con la coperta beige.
Incrocio le gambe e poi mi porto la sigaretta alla bocca per accenderla.

<<Posso farti una domanda?>> chiede ed io annuisco subito.
<<Tempo fa avevi detto che da parte di tuo padre hai origini americane, ma allora perché il tuo cognome è italiano?>>
<<Beh, Esposito non è proprio il mio cognome infatti>>
Lo osservo mentre aggrotta le sopracciglia, fissando un punto a caso.
<<È il cognome di mia madre. Da quando mio padre ci ha abbandonati nei contesti informali preferisco usare quello>>
<<Perché?>>
<<Credo forse di non aver ancora accettato che la persona che mi ha messo al mondo mi abbia abbandonata. Sentire sempre il mio nome affiancato dal suo cognome mi porterebbe troppi ricordi.>> gli spiego e lui semplicemente mi ascolta.

<<E posso sapere qual è il cognome di tuo padre? Sono solo curioso, se non vuoi puoi non dirmelo>>
<<Williams>>
<<Grace Williams>> scandisce bene le lettere del mio nome e del mio cognome.
Detto da lui non suona così male...

<<Però suona bene oh>> mi guarda sorridendo leggermente.
Io faccio lo stesso, accentuando le mie fossette.

<<Ma come si fa ad abbandonare un faccino così carino?>> dice con una vocina, pizzicandomi le guance.
Io scoppio a ridere per la sua voce e la sua espressione.
<<Io non lo farei mai>> dice, più serio rispetto a prima.
<<Mi tocca ammettere che nemmeno io abbandonerei questa faccia da cazzo>> dico indicandolo.

<<Seh, lo sappiamo tutti che sei cotta di me>> alza le spalle, con no-chalance.
<<Nei tuoi sogni bello, nei tuoi sogni.>>

"Io non lo farei mai"

Meloncholy // amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora