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Mi siedo sul comodo sedile dell'aereo. Avevo sempre paura nei primi minuti della partenza, avevo una sensazione allo stomaco che non mi piaceva, come se qualcuno me lo stringesse.
Appena però ci alziamo in cielo trovo pace, guardo il panorama fuori il finestrino, il sole era ancora timido sopra un tappeto di nuvole.

-

Dopo quasi tre ore di volo, esco dall'aeroporto, e lo vedo.

È lì ad aspettarmi, con le mani in tasca, i suoi capelli ricci legati in una coda, come al solito.
Gli sorrido e lui ricambia, lascio la valigia e corro veloce verso Kalvin che subito mi stringe in vita.

Respiro.

Il suo profumo mi era mancato, era così tanto diverso da quello di Federico...

No. Non devo pensare a lui.

Scuoto la testa per tornare alla realtà, prendo il viso di Phillips nelle mani e lo bacio. Voglio sentire l'amore, le emozioni che lui mi fa provare.

-

Finalmente raggiungiamo il suo appartamento, mi era mancato, mi era mancato tutto, l'aria londinese, casa sua, casa nostra.

Apriamo la porta di ingresso, entro prima io e poi Kalvin con la mia valigia, sarei stata solo tre giorni.

Respiro.
Casa.

Una cosa però attira il mio occhio, sul tavolo c'era una boccetta, mi avvicino per vederla meglio, era un profumo femminile quasi vuoto, rimaneva solo poco liquido.

La prendo in mano, mi era già familiare quella bottiglietta, ma dove l'avevo vista..?
Svito il tappo e lo annuso. Era un odore forte, fruttato e pungente... Di chi era..? Sulla pelle di chi lo avevo sentito?

«Amore, di chi è questo profumo..?»
Kalvin stava ancora sistemando la mia valigia, appena sente la mia voce si avvicina e mi abbraccia da dietro.
«Nulla, l'ha lasciata mia sorella, mi è venuta a trovare in questi giorni..»
«Sicuro?»

Inizia a baciarmi il collo. Lentamente.
«Certo...» dice lui tra un bacio e l'altro.
«Ma...» cerco di rimanere lucida ma non ce la faccio.
«Shh...»

Sale con la bocca fino ad arrivare al lobo del mio orecchio, lo morde e succhia leggermente.
Butto indietro la testa, che appoggia sulla sua spalla e mi lascio sfuggire un gemito.

Mi giro subito verso di lui e inizio a baciarlo, con forza, con passione.

Volevo la sua carne, volevo la sua bocca, il suo tocco, le sue mani.

Senza staccare il bacio, Kalvin mi fa avvolgere le gambe attorno la sua vita e mi porta in camera. Mi posa sul letto e si fionda di nuovo sul mio collo, sapeva perfettamente quali punti maneggiare.

Mi toglie la maglietta e la butta sul pavimento, io tolgo la sua e la butto sul pavimento.

Io sbottono i suoi pantaloni neri, la sua testa scende, percorre la mia pancia, un bottone, poi un'altro e mi sfila i jeans.
Le mie dita vagano senza meta tra i suoi capelli ricci.
Mi slaccia il reggiseno che finisce, anche questo per terra.
Il rigonfiamento nei suoi boxer aumentava.
La sua mano, dai miei seni ormai scoperti, scende, attraversa l'addome e si insinua sotto i miei slip neri.
Inizia con dei movimenti lenti che a me fanno impazzire, e i suoi morsi sulla mia pelle non migliorano la situazione.

Mentre le sue dita continuavano, Phillips inizia a succhiare la parte destra del mio collo, sento un piacevole bruciore che però viene alleviato dal passaggio della sua lingua.

Toglie la mano dagli slip lasciandomi insoddisfatta, me li sfila, e poi si toglie i boxer.

Pelle con pelle.
Lui ed io.
Nudi.

109 || Federico Chiesa ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora