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Passiamo il mese di agosto tra allenamenti e fare l'amore.
Fare l'amore ovunque, nel mio letto, nel suo letto, in bagno, in doccia, sul tavolo dove tutti facevamo colazione, pranzavamo e cenavamo -sì, non era corretto nei confronti degli altri ma a noi non interessava- ogni angolo era perfetto per amarci, ogni momento era il momento giusto, non ne avevamo mai abbastanza, ci cercavamo, ci trovavamo, io volevo lui e lui voleva me, sempre.
Conoscevo ogni angolo del suo corpo.

Era il 22 agosto, domenica, e come ogni domenica che si rispetti il mister lasciava i suoi giocatori liberi, un intero giorno off.

Lorenzo e Ciro erano usciti la mattina presto, strano da parte loro, visto che ogni mattina erano quasi gli ultimi a svegliarsi e fare colazione.
Credo di averli sentiti organizzare una giornata con le loro famiglie.
Matteo invece è uscito prima che mi svegliassi, la sera prima mi aveva detto che sarebbe andato a fare un escursione da solo, aveva bisogno di un po' di serenità.
Mio padre come alcuni invece sono rimasti in hotel a godersi un'intera giornata di relax, così come me e Federico.

Io e lui abbiamo trascorso un'intera mattinata in piscina insieme agli altri, insieme a Nicolò, Berna e Locatelli.
Non avevo fatto colazione, infatti verso le dodici il mio stomaco mi ricordava il fatto che fosse vuoto e che attendeva del cibo, così, con ancora il costume e una tovaglia avvolta attorno il mio corpo io e Fede pranziamo, in cinque minuti finisco la mia porzione di pasta al ragù mentre il ragazzo divora delle fette di petto di pollo alla piastra.

Con ancora il cloro sulla pelle decidiamo di riposarci nella mia stanza visto che nessuno dei miei coinquilini era in hotel, ma in men che non si dica ci ritroviamo nudi annodati l'uno all'altro.

***

Io e lui, nel mio letto, le lenzuola sfatte, l'odore di noi, la mia testa appoggiata sul suo petto caldo illuminato dai raggi del sole che entravano dalla finestra aperta, la sua mano che accarezzava i miei capelli.
I miei occhi stavano quasi per chiudersi, fino a quando la sua mano dalla mia testa scende verso la guancia, mi riga il naso e contorna le mie labbra, il suo pollice indugia un po' più tempo su queste ultime, le schiudo facendo entrare il suo dito, lo lecco e succhio leggermente, alzo lo sguardo verso i suoi occhi che erano concentrati verso di me.

Con un movimento agile, dal suo petto mi ritrovo il suo corpo sopra il mio e la schiena premuta contro il materasso.
Mi bacia le labbra, e inizia a giocare con quello inferiore, lo bagna con la lingua e lo mordicchia delicatamente, la sua testa scende, mi bacia il lobo dell'orecchio, poi il collo, lo sterno, scende ancora verso il seno, lecca il capezzolo sinistro che subito si irrigidisce insieme al destro, per poi scendere ancora, stava tracciando una linea di umidi baci.
Arriva all'addome che morde inondandomi di una carica elettrica che mi fa sprofondare la testa nel cuscino, chiudere gli occhi e donarmi totalmente a lui.

Le mie mani ancorate tra i suoi capelli lo accompagnano, Federico scompare sotto le lenzuola, allargo le gambe per offrirgli tutto ciò che avevo da offrire.
La sua lingua si posa sul monte di Venere, calda, bagnata, trova quel piccolo bottoncino all'inizio della fessura.

Ansimo.

Delicatamente lo circonda, lentamente, le sue mani mi afferrano le anche e il mio bacino inizia a spingersi verso di lui, a dondolarsi, ma il ragazzo voleva andare piano ed era la sua calma ad entrare in contrasto con la mia fretta, volevo tutto e subito, di nuovo, ancora una volta, come se già non avessimo finito di fare l'amore mezz'ora fa.

Mi bacia, le sue labbra si uniscono alle mie e con la lingua mi penetra, deciso.

Il respiro mi si fa sempre più pesante e corto, le  mie dita stringono i suoi capelli, a questo gesto rude Federico risponde col stringermi ancora di più fino a farmi quasi male, mi provoca dolore, dolore che però accetto, dolore che però mi dà solo piacere.
Ero nelle sue mani, anzi, nella sua bocca, letteralmente.

109 || Federico Chiesa ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora