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Ecco il fastidioso suono della sveglia, quattro minuti dopo. Sbadiglio, i miei occhi erano pesanti, ma la mia testa leggera pensando a tutto quello che era successo durante la notte, ero felice, serena.

Matteo apre gli occhi e mi sorride come ogni mattina, mentre sento Ciro e Lorenzo rigirarsi nel letto, come il solito saranno gli ultimi a uscire dalla stanza.

Subito mi fiondo sotto la doccia in cerca di energie per affrontare la giornata, la solita giornata.
L'acqua era gelida, perfetta per i nervi che subito si irrigidiscono, abbasso la testa e mi accorgo di avere un piccolo segno rosso sul mio interno coscia, un sorriso spontaneo curva le mie labbra, Federico...

Ancora non realizzavo, non riuscivo a credere fosse vero, sia nel bene che nel male, non riuscivo a credere tante cose, Kalvin con Sarah, Chiesa, io.

Mi rendo conto di star perdendo troppo tempo in doccia, affogata dai miei pensieri, quindi decido di chiudere l'acqua, anche per lasciare spazio agli altri che sicuramente staranno aspettando, infatti, appena apro la porta del bagno ritrovo tutti svegli, seduti sui propri letti.

***

A colazione mi siedo come sempre nella parte centrale del tavolo, non mi piaceva né l'inizio, né la fine, credevo che fossero posti più in disparte.

Vedo Federico scendere le scale e entrare in sala pranzo, mi adocchia subito anche lui. Piatto alla mano, croissant al cioccolato, caffè e occupa il posto accanto al mio.
«Buongiorno» mi dice lui sorridente.
«Buongiorno» ricambio.
La mia mano scende sotto il tavolo per accarezzargli la coscia sinistra.

Mentre mangio, mi scappa uno sbadiglio, il cappuccino non stava facendo effetto.
«Non hai dormito stanotte..?» mi stuzzica Chiesa.
«A dire il vero no..»
«Come mai..?»
«È stata una notte movimentata...» scherzo.
A lui scappa un ghigno.
«Io ho dormito benissimo stanotte, invece. Non mi capitava di dormire così da tanto..»
Continuo a guardarlo e sorridere.

Abbasso la testa per vedere il mio piatto, il toast quasi tutto integro e cornetto intatto, non avevo più fame, ero felice, davvero, e il mio stomaco era chiuso, non voleva cibo, era così pieno di farfalle che temevo potessero uscirmi dalla bocca.

La voce di mio padre si fa largo nella stanza.
«Ragazzi, se avete finito possiamo andarci ad allenare.»
E subito tutti si alzano in cammino verso il campo.

L'allenamento scorre tranquillo, come è sempre stato, pallone ai piedi e via, corse, salti.

Mi siedo sulla panchina, riscaldata dalla luce del sole, i miei occhi erano pesanti, sempre più pesanti.

Mi sento scuotere la spalla.
«Mia vuoi andare in camera per riposare?» sento mio padre.
Apro gli occhi, non mi ero accorta di essermi addormentata.
«No tranquillo, sono solo un po' stanca..»
«Sicura?»
«Sì papà, tranquillo» gli sorrido.

Dopo due ore il mister finalmente concede una pausa, i giocatori adesso sentivano la stanchezza, i raggi stavano diventando più forti, dunque l'aria più calda.

Federico era bello, sudato, col fiatone, i capelli un po' umidi.
Sento però un altro paio d'occhi su di me, mi giro a sinistra, e sorprendo Immobile e Insigne guardarmi, i soliti curiosi, sicuramente in camera mi aspetterà qualche loro battuta, già lo so.

***

15 Agosto 2021
Sveglia alle 6 di mattina, qualche giorno prima mio padre aveva deciso che avremmo passato un Ferragosto tranquillo, a mare, come di tradizione.

Alle sette siamo tutti all'ingresso dell'hotel, un po' come dei zombie, un po' pallidi, con gli occhi semi chiusi.

Ecco che arriva l'autobus che ci porterà in spiaggia, inutile dire che dietro me e Federico, prendono posto Ciro e Lorenzo.
Anzi, ora che ci ripenso, non hanno detto una parole riguardante me e lui, strano...

«Ei..» mi saluta Chiesa
«Buongiorno» ricambio.
Gli dò un piccolo bacio a stampo per poi appoggiare la testa sulla sua spalla e dormire.

Quando arriviamo a destinazione Fede mi sveglia.

Finalmente i miei piedi toccano la sabbia ancora non troppo calda, il mare era piatto e limpido e il cielo azzurro senza neanche una nuvola, il tempo era perfetto, d'altronde erano le ancora le nove.

Piantiamo gli ombrelloni, srotoliamo i teli mare che nel frattempo avevano preso mille pieghe a causa del disordine e della fretta con cui avevamo sistemato i borsoni la sera prima, ma non importava.

La spiaggia era riservata solo a noi, per i giocatori e lo staff.

Federico si sdraia insieme a me all'ombra, non mi era mai piaciuto prendere il sole, anche se fortunatamente ero sempre stata una che si abbronzava subito.

Chiudo gli occhi. Pace dei sensi. La brezza fresca, il rumore delle onde che si frantumano a riva. La sua mano che mi accarezza il viso.

Mi stavo riaddormentando di nuovo fino a quando «Andiamo a fare un giro» mi dice Federico all'orecchio.
«No... Rimaniamo qui...» mi lamento.
«Dai...» inizia a baciarmi la guancia.
Sospiro arresa, così mi alzo con lui dalla tovaglia e lo seguo.
Mi accompagna fino al bagno e appena chiude la porta a chiave, mi prende il viso tra le mani e mi bacia, forte con passione, quasi fino a farmi male, succhia leggermente il labbro inferiore per poi stringerlo e pizzicarlo con i denti.
Poi si sposta sul collo e divora anche questo, non aveva pazienza, voleva tutto e subito.
La sua mano si abbassa fino a raggiungere il fondoschiena che preme contro di lui, mano che poi si sposta in avanti e si insinua sotto i pantaloncini.
Inizia a stuzzicarmi da fuori e già sento le farfalle nello stomaco.

Il mio respiro si fa sempre più corto, ma si arresta un attimo quando le sue dita finalmente entrano in me.
Si muovono velocemente, tanto che a me scappa un gemito.

«Sei già bagnata..» sussurra Federico soddisfatto, per un attimo smette di farmi piacere soltanto per riportare la mano sulla mia guancia e baciarmi più forte.
La sua salivazione era a mille così come la mia, però questa volta sono io a staccare il contatto fisico.
Tiro giù i pantaloncini del suo costume fino a spogliarlo completamente e senza neanche dargli il tempo di realizzare, lo prendo in bocca.

Inizio con dei movimenti lenti ma decisi, seguiti anche dalla mano, su e giù.
Federico chiude gli occhi e butta la testa all'indietro scoprendo di più il suo pomo d'Adamo, mentre la sua mano è incastrata tra i miei capelli.
Geme, geme, le sue gambe si irrigidiscono, sento che sta per raggiungere il culmine così mi fermo e mi rialzo.

Lo guardo negli occhi ancora socchiusi, la sua bocca semi aperta e il suo petto che cercava aria.
Sembrava esausto ma non lo era perché con uno scatto veloce mi gira di spalle, mi piega, mi abbassa i pantaloncini insieme agli slip del costume e subito entra.

Sospiro. Federico si aggrappa alle mie anche e inizia a muoversi, sempre più veloce.
Il tono dei miei gemiti aumenta, stringo il lavandino per reggermi, la mia pelle inizia a sudare ma non mi importava, ero completamente persa nella goduria.
La sua mano che sale fino a stringere il mio seno, procurandomi soltanto un maggiore piacere, le spinte si fanno sempre più profonde che mi causano un meraviglioso fastidio nella parte bassa del ventre.

Ecco che ci siamo.

Un'altra spinta ed ecco che viene, poggia la testa sulla mia schiena e respira, respiriamo.
Esce, io mi giro e appoggio la mia fronte con la sua.

Ci abbracciamo, ancora nudi, scoperti, lui mi accarezza i capelli mentre io la schiena, non smetterò mai di amarlo.

SPAZIO AUTRICE
ECCOMIIII!!! So di essere stata assente in questi mesi, lo so, ma purtroppo sto avendo un blocco della scrittrice e devo pensare ad un modo per portare avanti la storia, ma tranquilli che ci riuscirò!🙃
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo al prossimoo!♥️

109 || Federico Chiesa ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora