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La mia estate era iniziata. Quell'estate fatta di mare, spiaggia e sole. Niente più calcio, o forse credevo che sarebbe stato così ma mi sbagliavo, Kalvin non faceva altro che lamentarsi, ancora, dopo più di una settimana.
«Amore per favore, basta. Siamo qui, in Grecia. Possiamo goderci questa vacanza in pace..?» gli dico con le mie mani ai lati del suo volto, guardandolo negli occhi.
Lui sospira.
«Sì...» ma non mi sembra convinto.
«Va bene» sorrido, fingendo di credergli.

O forse era sincero, perché dopo quel giorno, forse, davvero si stava godendo l'estate.
Dalla sua bocca non usciva più una parola riguardante la finale, pace assoluta.
Solo il rumore delle onde che si facevano morire sulla riva e poi si ritiravano, qualche urlo di un gabbiano, che però non dispiaceva, e il soffio della brezza marina che sfiorava la pelle.

Luglio è davvero passato in fretta. Un po' a fare l'amore, un po' ad amare, un po' a mancarsi, un po' con la voglia di rividersi, un po' con la voglia di pensarti.

Pensare chi? Federico?

Era finita. In fondo non era neanche iniziata. È stata solo una sbandata, come aver perso il controllo di una moto che andava a tutta velocità, è stato solo un momento, nulla di più.

Chissà cosa stava facendo adesso, chissà se con Benny era felice, chissà se a volte, ero nei suoi pensieri, così come lui lo era nei miei.
Chissà...

«Amore... A cosa pensi?» mi domanda Kalvin accarezzandomi la spalla.
«A nulla...» rispondo con ancora lo sguardo fisso sul nulla.

Avrei voluto vivere per sempre in quell'attimo. Io e lui, al tramonto, sdragliati sulla sabbia fresca, il cielo dipinto di rosso, così come l'acqua.

***

Mi risveglio in camera da letto.

Cosa..?

«Ti sei addormentata...» dice Kalvin con un leggero sorriso, mentre si mette una maglietta.
«No...» sbuffo e mi stropiccio gli occhi ancora pesanti, odiavo addormentarmi in un momento così bello, così rilassante, con un panorama meraviglioso come quello, mi sembra ancora di sentire le onde del mare che mi cullano, come una ninna nanna.
«So cosa fare stasera...» parla Phillips, sedendosi accanto a me, accarezzandomi con la mano, il viso.
«Cosa..?» dico con un sorriso malizioso.
«Non è quello che pensi... Forse...»
«Io non penso nulla...» dico con tutto il sarcasmo di questo mondo.
Kalvin scuote la testa e sorride, mostrando le sue fossette ai lati della bocca che tanto amo...
«Stasera rimaniamo a casa, non usciamo. Soltanto, io, tu, Netflix e una pizza, anche se qui in Grecia non è buona come quella che fanno in Italia...» propone lui dandomi un bacio a stampo.
«Okay...»

***

Troviamo il film dopo mezz'ora piena, e alla fine optiamo sempre per il mio preferito "Le pagine della nostra vita", mi fa piangere sempre, anche se so che come sempre, non finiremo di guardare il film...

Vero. Ma stavolta non abbiamo smesso di guardare il film per dedicarci ad altre attività, ma bensì perché io mi sono addormentata, di nuovo.

«Buongiorno» mi sveglia la voce di Kalvin ancora rauca.
«Buongiorno» sbadiglio e mi stiracchio un po'.
«Ieri sera ti sei riaddormentata»
«Lo so...»
«Sei stanca..?»
«Un po'...»

Sono stanca senza aver fatto nulla, mi sento il fiatone, come se avessi corso 100m ma rimanendo sdraiata sul letto.

«In questo periodo stai dormendo più del solito...»

Era vero.
Strano però... Di solito non avevo quasi mai sonno.
Gli unici giorni in cui non riuscivo nemmeno a staccare la faccia dal cuscino erano quelli del ciclo...

109 || Federico Chiesa ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora