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Ovviamente si siede accanto a me.

Gli attimi più lunghi della mia vita. Attimo di silenzio in cui la tensione era palpabile, era talmente spessa da potersi tagliare col coltello.

Quel silenzio e quell'imbarazzo che potevano avere solo due persone che avevo condiviso tanto, e che adesso però non potevo più condividere nulla, non dovevano condividere nulla per il bene dell'altro.

Io continuavo a guardare davanti a me, mentre lui guardava in basso, cercando di evitare di incrociare i nostri occhi.

È Federico però a rompere quella barriera tra noi due.

Lo sento camuffare una risata.

«Perché ridi..?» domando incuriosita.
«Perché non è cambiato nulla, noi due che ogni notte ci incontriamo qui fuori, ecco cosa mi fa ridere...»

Dici che non è cambiato nulla..?

«Dici che non è cambiato nulla..?»
«No, non credo sia cambiato qualcosa...»
«Invece non sai quante cose siano cambiate in questo mese... non lo sai...» sospiro.
«Allora dimmi cosa è cambiato, così lo so...» mi guarda.

Adesso però sono io quella a guardare verso il basso.

Da dove iniziare?
Ho avuto un ritardo, credevo fossi incinta ma non sapevo se il mio ipotetico figlio fosse tuo o di Kalvin.
Tranquillo,  falso allarme.
Poi Kalvin è partito per Londra, ho deciso di fargli una sorpresa, ma è stata la peggiore decisione della mia vita.
L'ho trovato nel letto nudo con la mia migliore amica. L'ho lasciato, ma prima di chiudere la porta ho detto che io lo avevo tradito con te, e poi me ne sono andata da casa sua.
Ho passato una notte in una panchina della metro, il giorno dopo sono tornata in Italia, ho avuto un crollo sia mentale che emotivo, e adesso eccomi qua.

«Ho lasciato Kalvin, mi ha tradito con la mia migliore amica...» però questo è tutto ciò che riesco a dire.
«Mi dispiace...»
«Non è vero, l'hai sempre odiato... e poi se devo dirla tutta, io l'ho tradito con te, quindi siamo pari...» mi scappa una piccola risata. Che situazione ridicola.
Anche Federico sorride.
«È vero...» dice. 

«Però forse una sola cosa non è cambiata...» continuo.
«Cosa..?»
«Quello che provo per te... Ti giuro ho provato a sopprimerlo, davvero... ma non ci sono mai riuscita, in questo mese non sei stato altro che il centro del mio vivere, il centro dei miei pensieri, sei stato l'equilibrio che mi è servito per non perdere la ragione, ma allo stesso tempo sei stata la persona che mi ha fatto perdere la ragione, io con te non so più cosa significhi essere razionale, e allo stesso tempo sei la persona che mi sta ferendo di più inconsapevolmente. Perché perdonami, potrò anche sembrarti egoista, ma non ce la faccio a vederti con un'altra persona, e purtroppo non posso prendermela nemmeno con te, perché tu non devi sentirti in colpa per la tua felicità, ed è proprio per questo che io non posso starti vicino, è proprio per questo che stanotte non posso rimanere qui a parlare con te, perché io da te voglio solo indifferenza, perché preferisco non averti, che averti a metà.»

Queste parole mi scivolano dalla bocca senza nemmeno pensarci, ma subito il mio cuore diventa più leggero, torno a respirare, non mi importa cosa potrebbe pensare Federico, avevo bisogno di dire quelle cose per sentirmi meglio, per liberare tutto quel male che mi affliggeva da settimane.

«Mia...»
«No Federico, non devi dire niente, davvero.»
Dopo quelle parole mi alzo, incamminandomi verso l'hotel.

«Mia...» continua a chiamarmi, ma non mi giro, non voglio e non devo. Un po' come il mito di Orfeo ed Euridice. Soltanto che questa volta è lui a chiamarmi, ed io non devo voltarmi.

109 || Federico Chiesa ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora