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Federico mi dà un bacio a stampo prima di andare in campo e raggiungere gli altri.

Non è successo nulla, non deve essere successo nulla.

Continuo a ripetermi.

Non devo essere così felice.
Perché sono così felice?
Perché non provo questa felicità con Kalvin?

Avevo mandato a 'fanculo la razionalità, ma aveva fatto solo una piccola svolta dietro casa e adesso stavo vedendo che stava ritornando...

«Come mai tutto questo tempo..?»
La voce di Lorenzo mi porta di nuovo con i piedi per terra, sento già il prato fresco e morbido, e Federico è ancora accanto a me, non mi ero accorta di aver già percorso le scale, la sala da pranzo e di essere uscita fuori all'aperto.

Chiesa istintivamente mi guarda.
«Non trovavamo la pen-drive...» dico subito.

Il cuore mi batte forte, come se avessi scritto in fronte ciò che era successo, come se mi avessero trovato con le mani in pasta.
Federico dà la chiavetta al mister e poi ritorna ad allenarsi insieme agli altri, invece io rimango con mio padre.

Io non smetto di guardarlo un attimo, lo vedo correre per tutto il campo, lo vedo accarezzarsi la fronte per togliere il sudore, lo vedo portarsi i capelli indietro per non farli cadere davanti gli occhi, lo vedo sul mio letto, lo vedo nudo, lo vedo sopra di me.

Scuoto la testa, sbatto più volte gli occhi per provare a ritornare alla realtà.

Sento lo sguardo di mio padre su di me.
«Mia, stai bene?» mi chiede lui premuroso.
«Hmm..? Sì...» sorrido, cercando di essere convincente.
Un attimo di silenzio.
Pensavo che il mister avesse abboccato fino a quando, si avvicina un altro po' a me e a voce bassa mi chiede «Ti piace, vero..?»

Mi si avvampa il viso, il mio cuore batte più forte e il calore del sole si accentua di più.

«Cosa?» mi giro di scatto.
Lui mi sorride e poi si mette a guardare i ragazzi.
«Sei mia figlia, Mia, ormai ti conosco, so come sei quando ti piace qualcuno, vedo come lo guardi, e come lui guarda te..»
«Chi?» continuo a negare l'evidenza.
«Il 14.»
Sbuffo una risata anche se dentro stavo morendo.
«Papà sono fidanzata..»
«Lo so..» mi sorride.
«Anche lui è fudanzato..» continuo.
«Lo so..» ripete.

La discussione finisce lì, io non volevo più andare avanti.
Non stavo capendo ciò che volesse dire, se prima avevo tre miliardi di pensieri per la testa, adesso si erano moltiplicati.

Sospiro.

***

Era ora di cena.
Io e Federico ci sediamo il più lontano possibile per non destare alcun sospetto, anche se Lorenzo aveva capito, non ha fatto altro che guardarmi in modo strano tutto il giorno, non so come facesse ad intuire sempre tutto.
Come ho detto pomeriggio, sembrava che l'avessi scritto in faccia.

Chiesa invece, era tranquillo, era felice, era sereno, ci scambiavamo qualche occhiata furtiva ogni tanto.

«Quindi..?» mi domanda Insigne che aveva occupato subito la sedia accanto la mia.
«Cosa?» dico io.
«Che è successo pomeriggio?» mi guarda lui con un sorrisetto malizioso.

Lo odio.

«Nulla..»
«Non ci credo..» continua lui.
«Okay, non crederci allora..» faccio spallucce.
«Come vuoi..» dice Lorenzo facendo un ghigno.
La discussione finisce lì.

***

Non riesco a dormire.
Stringo le lenzuola, mi sembra ancora si toccare la sua pelle, la sua schiena, mi sembra ancora di sentire il suo fiato sul mio collo, i suoi baci lungo tutto il mio corpo, la sua bocca che...

Basta.

Mi giro verso Matteo, gli occhi chiusi, il suo naso leggermente all'insù e le sue labbra sottili.
Lo volevo bene, tanto.
Mi sporgo verso di lui ancora un po', sperando che mi possa confortare, e lui, senza neanche renderesene conto mi avvolge con le sue braccia.

La mattina dopo ci troviamo ancora così, abbracciati.
Lui è il primo a svegliarsi.
«Buongiorno..»
Io a quelle parole apro gli occhi, lui mi guarda e mi sorride, ed io ricambio.

Ci vestiamo e scendiamo tutti in sala da pranzo per la colazione.

Un pensiero mi attraversa laente però...

Kalvin.

Devo chiamarlo. Oggi.

Neanche il tempo, che esco fuori sul balcone e mi ritrovo a digitare il suo numero, porto il telefono all'orecchio.
Dopo tre squilli sento la sua voce.
«Ehi..» dice lui.
«Ehi, scusa se non ho potuto chiamare prima, ma sono stati giorni impegnativi questi..»
«Sì, anche per noi..» riferito alla sua squadra di calcio.
«Volevo farti i complimenti per la partita, avete vinto..»
«Sì..»

Eravamo congelati entrambi, io per via di Federico, lui perché avrebbe dovuto sfidare l'Italia e mio padre.

«Siete in finale...»
«Già...»
Mi mordo il labbro, non so più cosa dire, so che lui vuole vincere a tutti costi, deve vincere.
«Ci vediamo tra due giorni, quindi..?» continua Kalvin.
«Certo..»
«Va bene.. Ciao amore, adesso devo andare agli allenamenti...»
«Okay, cia-»
Non mi dà neanche il tempo di finire la frase che aveva già staccato la chiamata.

Mi sentivo in colpa, terribilmente.
Come avrei dovuto guardarlo in faccia dopo quello che è successo ieri? Dopo averlo tradito? Dopo aver scopato con Federico? Come?
Non lo so.

Rientro, e mi unisco agli altri lungo il tavolo, Chiesa subito mi guarda, forse aveva capito che stavo parlando con Kalvin.

Non sapevo molte cose, ma tutto ciò che sapevo era che io e Federico dovevamo parlare.

SPAZIO AUTRICE
So che il capitolo è più corto del solito, ma prometto che domani pubblico di nuovo♥️🥰









109 || Federico Chiesa ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora