14. Bacio inaspettato

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Credevo che ammettere ciò che sentivo dentro mi avrebbe reso la vita più semplice: nel senso che, anche se in pochi mi avrebbero accettato, almeno sarei stato in pace con me stesso. E in parte all'inizio fu così. Tuttavia, non avevo immaginato nulla a lungo termine; il mondo era sempre lo stesso, ero io ad essere "cambiato", o per lo meno, a vedere le cose in modo diverso.

Andy era sempre lo stesso: lo stesso ragazzo simpatico e protettivo, ma chiuso di mente, che appena ce n'era l'occasione, prendeva in giro chiunque fosse diverso, inclusi i "froci"; non avevo immaginato quanto i suoi commenti mi avrebbero fatto male, quanta vergogna, rabbia e frustrazione avrei avvertito dentro di me. Invece mi sforzavo di far finta di nulla, di fargli credere che la pensassi come lui.

Anche Nikolaj era lo stesso; ed ogni giorno mi rendevo sempre più conto di quanto mi piacesse.

Ma ogni giorno era la stessa sofferenza: ormai lui e Anastasia avevano iniziato fare sul serio, e passava molto più tempo con lei che con me. Normale, no? Stavano insieme.

Eppure ci soffrivo da morire. Avrei fatto di tutto per essere lei, anche per un solo giorno; per ricevere da lui quel bacio che si scambiavano tutte le mattine, appena si incontravano fuori scuola; per tenergli la mano sotto il tavolo, come faceva con lei, quando eravamo a pranzo; per passare i pomeriggi chiusi in camera, "chissà a far cosa", come mi raccontava Andy. Mi ribolliva il sangue, la gelosia mi divorava. "Non ce la faccio più a vederla a casa mia", mi diceva il mio amico, "stanno ore in camera, ti giuro, quelli scopano come conigli", e poi rideva, e si aspettava che io ridessi, che lo ammirassi, ma intanto sentivo il cuore sanguinare. "Cazzo, amico, comincio ad invidiarlo, si da davvero da fare... farei di tutto per farlo anche io. Con Amanda, ovvio!"

Farei di tutto anche io, volevo dire al mio amico. Farei di tutto anche io, per stare con lui, per fare quello che fanno insieme, per stare chiuso in camera con lui tante ore, come dici tu; ma non per scopare, al massimo per fare l'amore, perché sono davvero due cose diverse; mi basterebbe anche baciarlo soltanto... anzi, mi basterebbe anche tenerlo per mano, abbracciarlo, vederlo sorridere... ha un sorriso così bello, mi sento meglio ogni volta che lo fa...

Questo pensavo, mentre i due piccioncini erano intenti a sbaciucchiarsi fuori al cancello. La stava salutando, ma la cosa era degenerata perché ora si stavano divorando la faccia, da all'incirca cinque minuti. Io e gli altri lo stavamo aspettando a distanza di sicurezza di dieci metri, per andare a pranzo e poi in biblioteca a studiare.

Cercavo in tutti i modi di non guardarli, eppure non riuscivo a farne a meno; le chiacchiere dei miei amici erano di sottofondo:

"Quando li guardo penso sempre alla mia ex", sospirò Roberto, "dannazione, era così brava a fare pompini"

"Non volevo saperlo!" replicò Amanda, intanto che Andy sghignazzava.

"Brava come? Arrivava fino in gola? Vai a riprenderla!" aggiunse infatti.

"No, amico, era davvero pazza, pompini a parte. Con una tipa devi starci bene sempre, non solo a letto, il sesso è una conseguenza"

"Ben detto!" fece ancora la ragazza.

"Ma quanto diavolo ci mettono? Ho una fame da lupi", cambiò discorso il mio migliore amico, "ehi, idiota, ti dai una mossa?!" gli gridò, con due mani intorno alla bocca.

Amanda mi prese per un braccio. Voleva distrarmi, perché sapeva come mi sentivo. "Allora, Andy biondo, che cosa vuoi per pranzo?"

Non feci in tempo a rispondere, perché Nikolaj arrivò di corsa.

"Scusa, ragazzi, grazie di aspettare e... come dice..."

"Limone?"

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia, e tutti scoppiarono a ridere. Lui non si offese, anzi, rise con loro.

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora