17. Super serata gay - seconda parte

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C'erano molte cose che non sopportavo di Valerio; l'avevo sempre disprezzato, chiamato scimmia, buzzurro e altri termini poco carini... nonostante tutto, dopo averlo conosciuto un po', e soprattutto dopo aver conosciuto la sua parte più "vera", quella che mostrava ai suoi amici... potevo dire di aver iniziato ad apprezzare un paio di cose di lui.

Aveva ragione: era onesto, sicuro di sé, sfacciato. Dava l'idea anche di essere indifferente nei confronti degli altri, poco delicato; invece compresi che non era la verità.

Mi aveva accolto; mi aveva fatto conoscere il suo gruppo, per farmi capire che non ero solo, che c'era qualcuno che mi capiva.

"Boom! Fratello, è la tua ventesima sconfitta!"

Lucas sospirò, poi si buttò sul divanetto, abbattuto, al mio fianco. Mark mise a posto la stecca e sorseggiò il suo drink: "Non è che non sei bravo. Sono io che sono un fenomeno. Genio del biliardo".

Il fratello grugnò, poi scolò il cocktail in un sorso. "Me ne serve un altro, è troppo leggero. Per ubriacarmi e dimenticare questa ennesima sconfitta per ne servono altri sei o sette"

"Finisci fallito così. Prendi una birra, i cocktail costano!"

"No, belli miei. Dopo i miei cinque minuti in bagno con Sabin credo proprio che sarà tutto gratis per me e i miei amichetti..." André ammiccò, facendo una posa scenica. Trattenni una risata. Adoravo quel ragazzo.

Valerio fischiò di approvazione. "Ce l'hai fatta. Mi hai stupito"

"Certo. Culo sfondato, uomo fortunato, come dicono di saggi..."

"Lo dici solo tu..." sospirò Gabriele, che sorseggiava lento il gin tonic. Io stavo facendo lo stesso. A dirla tutta ero un po' nervoso, e mi limitavo a imitare i suoi movimenti. Il cuba libre non era così buono... bevevo per inerzia...

"Quindi, bellezza", iniziò André, e impiegai alcuni secondi a capire che ce l'aveva con me, "che succede?"

"Mi sento sotto interrogatorio..."

Mark rise, accendendo una sigaretta. "Classico della checca rosa fare interrogatori"

Lo ignorò. "Di dov'è questo tizio?"

"Ehm..."

Attesero tutti che parlassi. Mi fissavano. D'un tratto mi sentì a disagio, perché mi stavano chiedendo di aprirmi con loro, cosa che mi risultava difficile, data la mia introversione.

Presi il bicchiere e terminai d'un sorso il cuba libre, come aveva fatto Lucas prima. Ignorai il bruciore della gola e tirai fuori tutto:

"Viene dalla Siberia, infatti non ha mai freddo e va sempre in giro mezzo nudo. L'ho conosciuto quattro mesi fa, ma ci ho messo veramente poco a prendermi una sbandata. Non sono mai stato così in crisi in vita mia, è stato a causa sua che ho capito di essere dell'altra sponda. Cioè, lo sapevo, ma non riuscivo ad ammetterlo. La prima a cui l'ho detto è stata una ragazza con cui sono uscito una sera e..."

Mark mi interruppe, scoppiando a ridere. "Aspetta, che? L'hai detto alla tizia con cui stavi uscendo? Ci stava provando e tu le hai detto mi piace il cazzo?"

"Oh, ci sarà rimasta di merda..." commentò Lucas.

"Uhm... ehm... non proprio. Ha detto di non preoccuparmi, che capisce"

"Ce l'hai una foto? Com'è? Ci posso provare io con lei? Mi piacciono le ragazze empatiche"

"Mark, dacci un taglio. Continua, bello"

"Ecco, non c'è molto altro da dire. Mi piacerebbe capire se lui potrebbe essere interessato a me. Ha la ragazza, ma una volta in camera sua ho visto una bandierina del pride..."

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora