30. "Buona prima volta!"

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Nel giro di pochissimo, Andy e Amanda iniziarono a frequentarsi sul serio. A mensa, per le lezioni di recupero di matematica, facevano in modo da sedersi vicini; li vedevo sempre arrivare a scuola e tornare insieme. A volte il mio amico era talmente indiscreto da prenderla per mano casualmente, ad esempio fuori al cortile, davanti a tutti, e Amanda ricambiava senza esitare. I loro sguardi non vagavano mai a caso, quando si guardavano l'un l'altro... brillavano.

Amore. Se io e Nikolaj facevamo lo stesso, come diavolo potevano Andy e Roberto essere così ciechi?

Al contrario, più loro correvano, più Nikolaj si incupiva: una parte di lui mi odiava per quelle costrizioni.

A breve sarebbe esploso. Resisteva, resisteva e resisteva... ma prima o poi non avrebbe più retto.

Ci stavo meditando proprio all'una e mezza, mentre i due piccioncini si stringevano e noi due a malapena potevamo avvicinarci per non attirare l'attenzione. Li salutai e mi diressi per la strada di casa estraniato, così sovrappensiero che quando qualcuno mi strinse il braccio, balzai in aria.

"Sveglia, piccolo passerotto. A che pensi così con fervore? Ti vedo troppo stressato, hai proprio bisogno della mia anergia positiva" ammiccò, al che sospirai e scoppiai a ridere.

"Dio, André, che spavento. Scusami. In effetti ho qualche grillo per la testa..."

André era sempre la solita diva, colorata, truccata e con i capelli sempre più ossigenati. Eppure lo vedevo meno raggiante... "Da quand'è che non ci vediamo?"

"Capodanno, credo. Ti sono mancato?" fece una posa scenica, atteggiandosi, facendomi ridere di nuovo.

Il suo modo di trasmettere allegria era unico. "Sono certo che però tu sia al corrente dei drammi"

"Ehm, sì, me ne hanno parlato. Stai aspettando Vale?"

"Sì, ragazzino. Lo stronzetto mi evita. Il grande e spavaldo Valerio scappa soltanto quando è davvero terrorizzato. Io lo terrorizzo? Una splendida diva come me?"

Lanciai un'occhiata all'entrata. "Fare i conti con i sentimenti può spaventare" chi poteva saperlo meglio di me?

"Gli ho dato il tempo necessario. Se non lo presso resterà piantato nella paura di aprirsi e mostrare debolezze. Continuerò a stargli vicino, non ha importanza ciò che è successo o succederà fra noi. Dobbiamo parlarne a cuore aperto" mise le mani al petto.

"Cosa ti ha detto quando avete parlato?"

"In pratica ho parlato solo io. Gli ho detto che sono innamorato di lui da anni, forse dal catechismo. Oh, non hai idea che ricordi! Ci costringevano ad andarci, noi passavano il tempo a ridere e fare scherzi alle suore. Avevamo già il sospetto di essere gay, ma era presto. Comunque, le regole cristiane del matrimonio uomo-donna ci tediavano da morire" era esasperato dai suoi stessi ricordi, "ho mollato l'ultimo anno. Valerio non ha potuto, i suoi sono parecchio credenti. Non li ho mai conosciuti, ci credi? Sono troppo appariscente" marcò l'ultima parola.

"Sei appariscente, ma è lo stesso triste che ti metta così in ombra"

"No, no, ragazzino. Lo so e lo capisco, è molto complicato" sospirò, "a te come va?"

Mugugnai. Ero incerto se chiederglielo o no, ma era l'unica persona cui potevo domandarlo senza vergogna: "Tra noi due va benissimo. Abbiamo problemi di... sai, coming out con amici... ma risolveremo, spero. C'è una cosa... ecco, vorrei un tuo consiglio"

André sorrise malizioso. "Se ti serve proprio il mio consiglio, forse ho capito", fece l'occhiolino.

Sì, era la persona adatta. "Non riesco a rilassarmi. Io lo voglio, però quando lui... hai capito... io mi blocco. Sono come congelato, atterrito..."

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora