Epilogo

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Quattro anni dopo...

Da piccolo mi piacevano i supereroi.

Ne conoscevo di ogni genere, fra i più disparati, leggevo fumetti, partecipavo a fiere ed eventi.

La nonna mi ascoltava parlarne per ore, restavo a fare i compiti da lei e, soltanto quando finivo, mi permetteva di guardare i cartoni.

Una volta le chiesi: "Nonna, qual è il superpotere più forte secondo te? Io voglio essere velocissimo come Flash!"

Ricordo che mi sorrise proprio come si sorride a un bambino ingenuo.

"La pazienza".

"Nonna, ma non è un superpotere!"

Replicò che un giorno l'avrei compreso sulla mia pelle. Rimasi insoddisfatto, mi dissi che la nonna non ne sapeva niente di supereroi.

La pazienza è un'arte da affinare.

"Nonna, sai, Flash non mi piace più. Flash non ha pazienza. Volevo essere Flash perché non l'ho mai avuta neanch'io. E invece è un superpotere. Vorrei sfidare chiunque nella mia situazione a restare paziente. Ce l'ho fatta, sai? Sono un supereroe. Mi complimento..."

Scoppiai a ridere, da solo. Davanti una lapide. Chiunque passasse, mi prendeva per pazzo.

"Mesi e mesi si trasformano in anni. Un attimo sei un ragazzino sperduto al liceo, alle prime esperienze, timidino e asociale, e l'attimo dopo stai scrivendo una tesi su Puskin. La laurea. Più ci penso più non ci credo. Veramente il tempo passa così veloce?" soggiunsi. "Non fraintendermi. C'è voluto studio disperato, notti a sbattere la testa su grammatiche e manuali. Ho scoperto di essere più sveglio di quanto credessi. Riesco a leggere opere russe in lingua originale. Non importa più se ha dimenticato la mia lingua. Sono io ad aver imparato la sua. Ed è affascinante, sai? Sottovalutata. La letteratura russa è stupenda".

Avevo iniziato spinto da un desiderio di speranza, da un ardore, uno spirito appartenente al mio passato... ed avevo riscoperto una passione.

Già dal primo mese, soltanto nello sfogliare i manuali, sbiancai più di una volta.

"No, non ce la farò mai. Perché diavolo non ho preso francese?"

Sentivo il desiderio di farlo, ma il desiderio per compiersi richiedere forza di volontà, che a sua volta ha come presupposto la pazienza. Pazienza e pazienza. Un superpotere da affinare giorno per giorno.

La mia forza di volontà era stata ben ripagata, così come la mia pazienza, il mio potere.

L'avrei rivisto.

L'avrei rivisto e avrei potuto discorrere con lui di qualsiasi argomento, in russo, anche di filosofia o astrofisica... d'accordo, forse astrofisica no, ero ancora una frana in qualsiasi materia scientifica, ma avrei comunque inteso le parole (senza capire il concetto in sé).

"Sono nervoso. E felice. Diavolo, sono nervosissimo e felicissimo. Non l'ho sentito e visto per anni, non so praticamente più nulla della sua vita. Che cos'ha fatto in questi anni? E' cambiato? Più bello, meno bello? Mette ancora quel profumo paradisiaco? Cazzo, nonna, ho più ansia di rivedere lui che di discutere la tesi davanti alla commissione. E farò entrambe le cose lo stesso giorno..."

Non l'avevo invitato io, erano stati Amanda e Andy ad avere l'idea. Non l'avevo sentito in nessun modo; mi avevano avvisato per evitare sorprese sconvolgenti.

_ _ _

Quindici settembre. Mi avevano detto che sarebbe arrivato tardi, dopo la discussione, quando avremmo iniziato a festeggiare; più o meno verso cena.

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora