19. Coming out

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Nota: Ciao a tutti! Non so come scusarmi. Avevo promesso un capitolo molto presto, invece sono in super ritardo. Sono stata sommersa di scadenze a scuola, che mi hanno preso molto tempo🤯
In alto vi lascio la canzone citata nel capitolo, se qualcuno fosse curioso di ascoltarla.
Per ora, vi auguro buona lettura💗

"Ho intenzione di dirlo ai miei" esordì al telefono, con Amanda. Sentivo un gran senso di colpa verso di lei, per ovvi motivi; le avrei raccontato tutto volentieri, ma non potevo senza il consenso di Valerio. Era stato chiaro sul mantenere segreta la sua sessualità.

Potevo, tuttavia, sollecitarlo a parlargliene lui stesso. Le avrebbe spezzato il cuore, ma meglio una verità che fa soffrire per un po', piuttosto che un'illusione.

"Ti senti pronto?" udì il rumore di un fornello che si accendeva, forse stava preparando il pranzo.

"Non troppo. Però ho fatto un sogno, mi dicevano di fidarmi di loro... lo prendo come un incoraggiamento. Tanto prima o poi avrei dovuto farlo. Li ho chiamati, torneranno domani"

"D'accordo, buona fortuna! Comunque, com'è non c'eri oggi?"

"Ehm... mi sono svegliato tardi..." di solito non ero bravo a mentire, ma stavo imparando.

"Andy e Nikolaj ti cercavano. Dicono che stai facendo l'asociale. Non ti fai più sentire eccetera", sentì scorrere l'acqua del lavandino, "lo so che si sbagliano. Con me parli spesso"

"Sì, sto avendo problemi a reggere Andy. So bene che non potrò mai essere onesto con lui. Inizio a sentirlo come un estraneo, prima era un fratello per me"

"Immaginavo... però ignorarlo renderà tutto più sospetto, non credi?"

Aveva ragione, dannazione. "Già... lo chiamerò più tardi. Chiamerò anche Nikolaj. Mi manca"

"Che carino!" rilasciò un gridolino, addolcita, "mi fai diventare una fangirl così! No, scherzo, lo sono già! Guarderesti uno yaoi con me? Ne ho ancora quindici in lista"

"Spero non siano imbarazzanti da guardare insieme"

"Lo scoprirai... ora devo andare, sto preparando la pasta. La mamma torna fra poco. Ciao!"

Un'ora dopo chiamai Nikolaj. Restammo al telefono per poco, perché mi disse che aveva "molto, molto, molto studio italiano!"; dunque chiamai Andy.

"Brutto stronzo!" strillò, dopo tre secondi. Sembrava che stesse aspettando impazientemente che lo chiamassi; era il suo modo di volermi bene.

"Ciao. Mi dispiace di essere stato un pochino assente, ora sto meglio..."

Andy grugnò. "Questo mese sei più strano e asociale del solito. Che cazzo ti prende?"

"Puoi perdonarmi?" feci, non sapendo che altro dire.

"Coglione, non ho niente da perdonarti. Basta che stai bene. Parliamo di cose serie. Domani vado a picchiare la scimmia. Non accetto nessuna obiezione"

Diavolo. Tentai di destarlo, ma fu inutile; non ero preoccupato per Valerio, bensì per lui. Valerio poteva contare su una vasta conoscenza di amici; seconda cosa, Andy faceva il figo, quello forte, il ragazzaccio... però, ecco...

"Andy, sei una schiappa! Non ci mettono niente a spezzarti le ossa!" sbottai, "li hai visti? Soprattutto quel tipo, come si chiama? Quello di un metro e ottanta, il tipo da palestra..."

"L'omo de classe", precisò, "pure se quello è tutto tranne che n'omo de classe, cioè lo chiamano così per dire il contrario. E non me ne importa niente. Lo faccio per il mio amore. Come quello che per la patria e la sua donna s'è ammazzato. L'ho fatto a letteratura"

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora