22. Coraggio

632 33 6
                                    

Nota: Ciao ragazzi! Voglio scusarmi di nuovo per il ritardo imperdonabile. È un periodo molto caotico per me. In più, il fatto della guerra mi ha davvero sconvolto... mi fa quasi strano scrivere di un ragazzo russo... ma ho capito che la mia è una sciocchezza, perché i russi buoni e dolci come Nikolaj non c'entrano proprio niente con una cosa così brutta🥺
Buona lettura💓


A settembre avevo ricevuto in regalo un bracciale, una catenina. Senza saperlo, tutto aveva avuto inizio quella sera: non a caso, pochi giorni dopo, l'avevo sotterrata nel groviglio informe di un cassetto in camera, per non vederla in giro per casa e far riaffiorare sentimenti.

Avrei potuto gettarla via; qualcosa mi aveva spinto a non farlo. Mesi dopo, mi ritrovavo a scavare in quello stesso groviglio disperatamente.

"Diavolo! Dev'essere qui... qui per forza...", borbottavo, e i ricordi si susseguivano.

"Questo tuo", aveva detto, legandomelo al polso.

"No, non è mio"

"Sì. Io voglio che tuo... Io voglio che tu sorriso"

E poi tramite il solito Google (che ora usava molto meno) si spiegò meglio. Avevo riflettuto sulla domanda, per giorni: "Volevo vederti sorridere. Tu hai sempre sorriso finto, mai felice. Perché non sei felice?"

"Eccoti!" esclamai, fin troppo allegro, sfilandolo fuori dall'accozzaglia disordinata.

Nikolaj, grazie per avermelo chiesto. Mi hai aiutato. Ho capito: non ero felice, perché non ero io. Fingevo di essere qualcun altro; e non fingevo con gli altri, ma con me stesso. Mi riempivo di bugie, mi rifiutavo di accettare chi sono davvero.

A distanza di mesi avevo la risposta e volevo dirglielo, però non sapevo dove, quando e come. I sentimenti che mi tenevo dentro erano come una bomba pronta a esplodere. Nasconderli mi logorava.

Mi serviva un momento adatto, sennò sarebbe finita come la dichiarazione di Andy. Rabbrividivo al pensiero.

A proposito. Il giorno seguente al "fallimento" (come lo definiva lui) era stato assente; e nonostante affermasse che era per via del pugno in faccia, sospettavamo il motivo effettivo.

Amanda era una pezza. La sua vitalità si era dissipata, lasciando spazio ad una ragazza silenziosa e distratta.

Con Roberto avevamo analizzato la situazione: conoscendolo, Andy sarebbe tornato a scuola, ma i due avrebbero parlato poco e nel gruppo sarebbe calata una fastidiosa tensione... spezzata, al solito, dalle battute fuori luogo di Nikolaj.


"Buongiorno, ragazzi. Cos'è quest'aria da funerale? Oggi è una splendida giornata!"

Ero già fuori al piazzale con Roberto, Amanda e Nikolaj, quando aldilà di ogni previsione, la voce di Andy ci distrasse nel bel mezzo di una discussione che riguardava proprio lui.

Sembrava più spavaldo e sicuro di sé, oltre all'aspetto più curato: in genere andava in giro senza pensare troppo a cosa indossare, adesso aveva perfino i capelli aggiustati con il gel e una camicia bordeaux che gli donava parecchio.

Il nostro silenzio tombale venne interrotto chissà da chi...

"Ciao Andy! Tu oggi meno brutto"

"Siberiano bastardo. Ringrazia che oggi sono di buon umore, sennò..." Andy stava per completare la terribile minaccia, ma Amanda l'interruppe:

"Scusate, vado in classe"

Andy si precipitò a dire: "Anche io, vengo con te", e la seguì senza aggiungere altro, voltandosi solo per strizzarci l'occhio e fare il pollice in su.

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora