15. Che cos'è l'amore?

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Restai chiuso in camera per tre giorni. Dimenticai del tutto di prendere il mio telefono, ma quando suonò quello di casa, mi costrinsi a rispondere, perché non potevo far preoccupare i miei genitori, e soltanto loro mi chiamavano da lì. Per il resto, uscì solo per prendere un pacco di biscotti e dell'acqua.

Avevo un rifiuto per tutto ciò che era fuori casa, per i miei amici, per la scuola. Volevo stare da solo, volevo smettere di dover affrontare ogni cosa; ero sempre più stressato, diviso fra troppe cose nella mia vita, che mi stavano facendo del male.

Sapevo che non vedendomi a scuola e nemmeno ricevendo miei messaggi, i miei amici si sarebbero preoccupati, infatti vennero a cercarmi: sentì suonare il campanello, e sentì anche la voce sgraziata di Andy urlarmi da sotto. Eppure, non mi alzai dal letto.

Speravo di cavarmela così per un po', almeno fino al ritorno dei miei genitori; non mi importava del resto, neppure di perdere giorni a scuola. Ma ovviamente sottovalutai Andy, perché dal nulla udì il vetro infrangersi; all'inizio mi spaventai, poi la sua voce: "Andrea! Lo so che sei qui, coglione!"

Mi alzai di scatto, per chiudere la porta della camera a chiave, e feci appena in tempo prima che cercasse di spalancarla; ci sbatté contro, provocando un botto, tipo un elefante.

"Stronzo! Aprimi!" strepitò, sembrando parecchio incazzato. Conoscevo abbastanza Andy da sapere che era molto preoccupato.

"Ho la febbre!", risposi a voce alta, "non serviva fare effrazione a casa mia e spaccare il vetro!"

"Te lo ripago, brutto stronzo! Perché non rispondi alle chiamate?"

"Ho il telefono rotto"

"Coglione. L'ho trovato sul divano e funziona benissimo!"

Merda.

"Lasciami in pace, Andy", con lui non potevo mentire, "sto bene, non voglio uccidermi, per favore vattene"

"Ma che cazzo ti prende, amico?"

"Sto bene! Vattene, per favore", ripetei, stavolta irritato.

Lo sentì imprecare. "Se hai un cazzo di problema, parlane! Non c'è bisogno di chiuderti in casa e far preoccupare tutti!"

"Ora sai che sto bene, puoi smetterla di preoccuparti!"

Non avevo mai parlato così a Andy. Nell'ultimo periodo, però, ero molto indispettito da lui; ero in una fase complicata, e i suoi commenti omofobi, razzisti e misogini iniziavano a stancarmi.

"Stai facendo lo stronzo. Sono il tuo migliore amico!"

Non obiettai.

Dopo un minuto di silenzio, terminò: "Va bene, coglione, me ne vado. Ma cerca di non ucciderti".

Ero quasi deluso che avesse mollato la presa con tanta facilità. D'altra parte ero sollevato, così non avrei più avuto rotture di scatole, restando nella mia contemplazione del soffitto.

Sgranocchiai qualche biscotto. Avevo Maurice sulla mensola, e mi decisi anche a leggere qualche pagina; ma la mia pace ebbe breve durata.

Mentre leggevo, sentì bussare alla porta della mia camera. Mi spaventai. Andy l'avevo sentito entrare. Chi poteva metter piede in casa altrui senza fare rumore? Un ladro? Perché un ladro avrebbe dovuto bussare?

"Chi è?" domandai.

Attimi di silenzio e tensione.

"Io...", disse, e ricaddi sul letto, sollevato che non fosse un ladro, ma frustrato; l'ultima persona che avrei voluto vedere. "Per favore, apri?"

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora