23. Dichiarazione

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"Non ne posso più! Mi sta continuamente appiccicato. Insiste e mi parla come se fosse tutto normale!"

Amanda si mise le mani fra i capelli. Stavo assistendo da dieci minuti ad un suo "sfogo", diventato un monologo.

"Lo sai che cosa? Non potevo essere più chiara di così. Siamo solo amici. L'avrò detto una cinquantina di volte. E sai che cosa ha risposto lui? Non rinuncerò a te, ci proverò fino alla fine, sono sicuro che provi qualcosa per me anche tu. Non lo sopporto più, sono..."

"Ci siamo baciati"

Smise di camminare per la stanza e spalancò la bocca.

"Oh mio dio! Quando è successo? Che aspettavi a dirmelo?"

"Hai parlato solo tu..."

"Scusa, scusa", mi prese una mano trepidante, sedendosi con me sul tappeto, "raccontami!"

Dopo averle fatto un sunto generale, le vennero gli occhi a cuoricino. "Che carini! Non avete più parlato?"

"Non ci siamo visti molto con l'arrivo delle vacanze... e lui non sembra voler toccare l'argomento..."

"Non è facile capire Nikolaj, non gli piace esternare troppi dubbi e debolezze. Mette su un sorriso e fa finta di niente, ma non puoi fargliela passare liscia! Impara da me: sii diretto!".



Trascorsi la vigilia di Natale e il Natale stesso con la mia famiglia, tornati apposta per le festività. All'inizio, ero scocciato all'idea di dover passare altro tempo insieme: mi avevano fatto sentire sbagliato, proprio in un momento di estrema fragilità nella mia vita, come potevo voler stare con loro?

Invece, sorpresa.

"Tesoro, ci dispiace per come abbiamo reagito, ma devi pur capire che è stato così improvviso e..."

"Vai al punto", avevo ordinato, freddamente, con le braccia conserte. Avevamo appena iniziato a cenare, era la sera della vigilia, eppure mi sembrava di avere lo stomaco chiuso.

"Non dovevamo dirti quelle cose. Abbiamo avuto modo di pensarci e... anche se non possiamo comprenderti a fondo e non lo accettiamo del tutto... abbiamo sbagliato... avevi ragione, sei sempre lo stesso, stai crescendo e stai scoprendo altri lati di te, suppongo..."

"Non è un lato di me. Sono così e basta. Non mi piacciono le ragazze, dovete accettarlo, altrimenti non possiamo andare d'accordo"

"Ci stiamo provando, te lo giuro" aveva poi detto mio padre, apprensivo.

Era già un qualcosa. E anche se non mi bastava... non glielo dissi, però ero in parte soddisfatto. Potevo dire quanto volevo che non mi importava, ma nel profondo mi importava eccome: in fin dei conti, erano i miei genitori.

Nikolaj tornò in Russia giusto per passare qualche giorno con la famiglia. Ci aveva avvertito di voler festeggiare capodanno con i suoi amici lì... per quanto riguarda il mio gruppo, Roberto ci aveva invitato ad una festicciola in discoteca. Molto prevedibile, così come Andy che d'impulso aveva accettato e Amanda rifiutato.

In discoteca avrei visto molta gente, e data la situazione, conoscendo i due festaioli, sapevo che non sarei stato a mio agio.

"Te ne vai con Amanda?" aveva proferito Andy, al telefono, senza particolari sfumature nelle voce, come risentito.

"No... l'ha invitata Emma, non voglio stare in mezzo, si sta finalmente facendo delle amiche"

"Non lo sapevo", di nuovo, rancore.

"Mi dici che succede? Ti sento strano"

"Niente"

"Andy, ti conosco"

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora