Il vaso di ceramica all'entrata non mi era parso mai tanto interessante: bianco decorato con fiorellini blu. L'ultima ora l'avevo passata disteso sul divano a contare i fiori. Uno, due, tre, quattro... ne erano almeno venti. Dico almeno venti perché puntualmente perdevo il conto e ricominciavo. Uno, due, tre-
"Tesoro, ti senti male? Hai preso freddo? Vuoi qualcosa di caldo?" l'entrata di mia madre in salotto mi fece perdere di nuovo il conto.
"Mamma, che palle. Stavo contando i fiori, mi hai distratto..."
"I fiori? Quali fiori?"
"Il vaso lì, guarda, ci sono i fiori".
La sentì sospirare con forza, non l'avevo guardata, ma immaginavo la sua espressione crucciata e impensierita come negli ultimi mesi.
Entrò in cucina e ne riuscì un minuto dopo con una tazza fumante, che mi porse prima di sedersi vicino a me.
"Tisana rilassante, ti serve, sei nervoso..."
"Sono sicuro che con questa i miei dilemmi svaniranno" commentai, ironico.
"Cosa ti fa stare nervoso?" tralasciò, "problemi da adolescente? Non posso saperlo? Almeno dimmi qualcosa, mi fai stare in pensiero, specie quando diventi così strano..."
"Che c'è di strano nel contare i fiori?"
"Andrea..."
Sbuffai. "Sì, è strano, e sì, ho problemi. Ho detto ad Andy di me e Nikolaj. Nikolaj è il mio fidanzato. Quello russo"
Restò a bocca aperta, non so se per ciò che avevo detto o per la facilità con cui l'avevo buttato fuori.
"Viene tutti i giorni, difficile non sospettare. E' un ragazzo molto dolce..." disse, abbozzando un sorriso.
"Ecco! Perfino tu. Andy l'ha scoperto ed è impazzito. Non vuole più vedere né me, né Amanda e tantomeno Nikolaj. Mi ha bloccato ovunque" diedi un pugno sul cuscino.
"Come?" era stupefatta, "Armando? Vi siete sempre spalleggiati a vicenda. Ti ha allontanato?" nemmeno lei poteva crederci. Mi strinse senza chiedermelo, per stavolta la lasciai fare. "Che cosa provi?"
"Rabbia, rabbia, rabbia" grugnì, "tanta rabbia... e ancora più rabbia perché al contempo sono triste. Sono triste per quello stronzo! Non merita la mia tristezza" incrociai le braccia.
Piuttosto che dire cose scontate, proferì: "Stasera ceniamo fuori, chiama anche Nikolaj e Amanda se ti va. Se state dentro è peggio. Va bene?"
Le parole di Andy avevano avuto l'effetto di una bomba potente, che colpisce inevitabilmente chiunque vi sia attorno.
Nikolaj era stizzito e con la guancia livida. Amanda era spenta, con occhi rossi e gonfi per il troppo pianto. Per convincerla ad uscire ci avevo messo mezz'ora. Il ragazzo di cui era innamorata – e che si era proclamato a sua volta pazzo d'amore – l'aveva mollata per... aver difeso un amico gay?
Chiunque avrebbe sofferto, figuriamoci una sensibile come lei.
"Lo credevo meglio di così, è caduto veramente in basso" sussurrò con tono flebile, voce che usciva a stento, "sono innamorata di uno stronzo. Che problemi ho con i ragazzi? Prima Valerio, poi un mostro omofobo..."
Il ristorante era alquanto silenzioso, posto adatto per confidarci fra noi: la presenza della mamma, un adulto, si era rivelata molto rassicurante. Teneva la mano ad Amanda e la guardava con compassione.
"Tesoro, succede, spesso le persone ci mettono tempo a mostrarsi per ciò che sono" scosse la testa, "non è colpa tua. Mangia qualcosa, non hai toccato cibo"
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My strange love //(boyxboy)
Teen FictionAndrea è un ragazzo dalla vita semplice: ha un migliore amico, Andy, con cui passa la maggior parte del tempo. Non ha mai avuto una fidanzata, perché non è mai stato interessato né alle ragazze né all'amore. Ma quando proprio il suo migliore amico...