Dopo la serata con Emma, trascorsi la nottata in bianco; mi ripetevo in testa ciò che le avevo detto, ciò che lei aveva detto a me e... cercavo di decifrare i miei sentimenti. Dormire mi fu impossibile. Mi sentivo libero: avevo ammesso una delle cose che mi aveva tormentato per il corso di tutta la mia adolescenza, ovvero che non avevo alcun interesse amoroso per le donne; faticavo ancora ad accettarlo, ma il solo fatto di dirlo ad alta voce era stato un passo in avanti, almeno a detta di Emma.
"Sono gay", mi ero ripetuto, mormorando, "sono gay... già, sono proprio un finocchio..."
A metà notte, verso le quattro, iniziai a piangere di nuovo; avevo promesso ad Emma che non avrei più pianto per questo, perché non c'era nulla di triste né nulla per cui maledirsi o odiarsi, eppure non controllavo le lacrime. C'era Winston vicino a me, e lo strinsi in cerca di conforto.
"Non c'è nulla di male", dissi, "mi piacciono i maschi... fine della storia... basta piangere, dannazione", dirmelo non serviva a nulla, perché ero una fontana, "sono fatto così, sono nato così... o ci sono diventato... non so come funziona... però non mi sento ancora di dirlo..."
Dopo cominciai a fantasticare su Nikolaj. Mi accorsi che era una cosa facevo spesso: di notte, o appena avevo un momento in cui non stavo facendo nulla, pensavo a cosa stesse facendo lui. Ma quella notte fu diverso, perché quella notte ormai avevo compreso che mi piaceva.
"Ecco perché sono impazzito quella sera alla festa", continuai, accarezzando il mio gatto, "stavo rodendo di gelosia... patetico..."
Winston mi leccò.
"Grazie amico gatto... tu sei il secondo a cui dico questa cosa. Mi piace un tipo dalla Siberia. Riesci a crederci?", mi scappò una risata, intanto le lacrime cominciavano ad asciugarsi, "ma lui è davvero speciale... è bello, affascinante, divertente... e così esuberante, accidenti, e vorrei poter passare più tempo con lui. Pensa come sarebbe stare con lui", strinsi il cuscino fra le braccia, "potrei abbracciarlo quando voglio... baciarlo... maledizione... fare mille cose che fanno i fidanzati e..." grugnì con la testa affondata nel cuscino, "basta sognare. Nikolaj sta con Anastasia, non gli piaccio decisamente e tutti ancora pensano che io sia etero... che vita triste".
Non dormì; alle sette mi alzai come uno zombie e mi preparai per andare a scuola. Quando presi il telefono trovai un messaggio di Emma, dato che ci eravamo scambiati il numero la sera: Ciao, stai bene? Ieri eri molto giù e sono preoccupata. Hai dormito?
Risposi subito: Ciao, tranquilla, sto benone. Tu come stai? E dopo mi sentì in dovere di aggiungere: Grazie mille, sei molto gentile.
Lo pensavo davvero; capì perché fosse in buoni rapporti con Amanda. E proprio a proposito di Amanda, quella mattina la scovai in contemplazione di un albero, seduta su una panchina, fuori al giardino; avvicinandomi notai che aveva lo sguardo vuoto, segno che era presa intensamente da qualche pensiero profondo. Le temperature cominciavano ad essere piuttosto basse, ma mi sedetti vicino a lei e dissi: "Buongiorno. Cos'ha di bello quest'albero? E da quanto lo fissi?" cercai di sdrammatizzare. Lei sobbalzò non appena le parlai.
"Oddio. Non ti ho sentito arrivare... stavo pensando, scusa"
Non era da lei comportarsi così; sembrava molto scossa.
"Amanda, ma ti senti bene? Sei strana oggi... è successo qualcosa?"
Per un attimo temetti che Emma le avesse spifferato tutto. Poi però rilasciai un sospiro di sollievo:
"Sì, tranquillo. A te come è andata la serata? Non ho parlato per niente con Emma. Vi siete divertiti? Baciati?" cercò di ammiccare, eppure era come spenta.
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My strange love //(boyxboy)
Teen FictionAndrea è un ragazzo dalla vita semplice: ha un migliore amico, Andy, con cui passa la maggior parte del tempo. Non ha mai avuto una fidanzata, perché non è mai stato interessato né alle ragazze né all'amore. Ma quando proprio il suo migliore amico...