31. Debolezza

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Può qualcosa di così bello essere sbagliato?

Camminavo, camminavo, camminavo. Non ero un tipo mattiniero, ma ero balzato dal letto senza difficoltà, presto perfino per i miei genitori.

Nei mesi freddi il cielo iniziava a schiarirsi a metà mattinata; ero un amante del sole, della luce, quel colore cinereo mi rovinava l'umore... ma niente quel giorno poteva abbattere la mia esaltazione.

Mi sbagliavo. Mi sbagliavo, non perché ancora non ero consapevole.

Ero leggero come una piuma.

L'amore che provo per lui, quello che facciamo, non può essere sbagliato.

Il cimitero dove era sepolta mia nonna apriva verso le sei del mattino. Non ci ero mai stato in quell'orario, la luce fioca che illuminava le tombe mi inquietava.

Ora ne sentivo il bisogno: dovevo sfogarmi dove nessuno poteva rispondermi.

Ci andavo di solito almeno una volta a settimana; era un momento intimo che volevo tenere soltanto per me.

Non ero credente, non avevo, come i miei, la convinzione che fosse finita in Paradiso e ci guardasse da lì.

Cosa può esserci dopo la morte? C'è davvero qualcosa? Sei lì? Mi senti, mi vedi? Vegli su di me?

"Nonna, non ho idea di dove tu sia, ammesso che tu sia da qualche parte...", iniziai, mentre riponevo il mazzo di viole nel vaso vicino alla lapide, "e perdonami, ma non mi importa, mi basta riscaldarmi con il bel ricordo che ho di te. Ti sento vicina qui..." tastai il petto, il cuore. Mi appoggiai alla panchetta di fronte.

"Questi me li ha portati ieri il mio fidanzato... Nikolaj... tu non immagini – o forse lo sai? – quanto abbia faticato per giungere qui. Mi sono odiato, disgustato dalle mie stesse emozioni. Detestato..." presi un lungo respiro. "E poi è successo. Mi sono innamorato. In quattro mesi ho fatto progressi assurdi, talmente assurdi che in molti non mi riconoscono più nel ragazzino timido e riservato dell'anno scorso".

Un lieve venticello freddo frusciava fra gli alberi; avevo indosso la sciarpa di Nikolaj. La strinsi. Il profumo ancora non svaniva dal tessuto caldo. Inspirai.

"Innamorarmi stata la spinta che mi ha aiutato a liberare il vero me stesso: il più grande merito che ha avuto Nikolaj. Darmi l'impulso di sbloccarmi, rendermi consapevole di chi sono e cosa voglio. E l'accettarmi è più arduo, sai? Quando cresci con preconcetti, pregiudizi, ideali inculcati da sempre... cambiare visione, seppur consapevoli dell'inganno e del male che mi hanno fatto, costa fatica. Vuol dire modificare i meccanismi di pensiero che ho da anni ed anni, è ovvio che non si possono combattere in pochi mesi..."

Osservai i lineamenti del suo viso nella foto, ripensai alle giornate intere trascorse con lei, ai biscotti che mi cucinava, al giardino fiorito, alle serate di dicembre davanti al fuoco a leggere fiabe, alle chiacchere confortanti e le parole rassicuranti che mi dedicava; con lei parlavo molto più che con i miei genitori.

"Tu eri un luogo sicuro per me. Tagliarmi una mano avrebbe fatto meno male... ho sanguinato senza perdere sangue...", tirai su con il naso, "mi sono ripromesso che non avrei più provato un dolore così. Un dolore che ti scava dentro fino a svuotarti. Credevo di aver finito le lacrime. E invece..." Singhiozzai. Non c'era nessuno, potevo sfogarmi lontano da ogni forma di giudizio o compassione. "Anche lui è diventato un luogo sicuro, e sto per perdere anche lui. Lo perderò, lo so", piansi, venni scosso da violenti singhiozzi. "Ieri è stato bello. Molto bello. Troppo bello. Ho provato un calore mai provato. Mi sono sentito amato, dalla persona che amo. Sono fortunato. Non succede a tutti, sai? Provare un calore così intenso..."

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora