32. Perdita

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Guanti di velluto, guanti di velluto, guanti di velluto...

Alle otto del giorno successivo non avevo ancora trovato le parole adatte. Avevo tentato diversi approcci, davanti lo specchio.

"Mi dispiace tanto Andy... mi perdoni?"

Mi perdoni? E per che cosa? Non gli dovevo nulla che includesse delle scuse.

"Andy, sono gay, fattene una ragione"

Troppo brusco, come buttare benzina sul fuoco.

"Ho un segreto. Lo sanno tutti tranne te, ormai"

Il fatto di saperlo per l'ultimo l'avrebbe innervosito ulteriormente. Che fare? Che fare?

"Andy, mi prometti di non dare di matto? Sono gay"

Le ripetei diverse volte. Tremavo. Chiusi gli occhi e tornai indietro nel tempo.



Era una giornata assolata di luglio. Il raggi picchiavano, ferivano gli occhi, cadevano come pioggia, una luce cocente. Il prato era stato appena irrigato, era fresco, contro il sole altro di mezzogiorno che mi costringeva a chiudere le palpebre, conciliandomi il sonno.

Una musica dolce invadeva il silenzio e la calma della villa. Avevo dimenticato la protezione solare, perciò mi sarei scottato se un piccolo elefante non mi avesse fatto ombra, ponendosi davanti.

"Andy biondo! Sveglia, sveglia!" mi scosse le spalle con prepotenza, tipica, "Non ti addormentare, scemo, ti conosco. Così diventi come un pollo arrosto. Mettiti questa!"

Misi a fuoco il viso del mio amico, che mi sovrastava. "Sì, mi stavo per addormentare..." mi stropicciai gli occhi, "il tuo prato è fantastico, mi rilassa... riccone..."

"Sono il principe di Monaco! Oddio, ti immagini? Fanno sempre le corse con le macchine. Che figata! Voglio una Tesla. L'hai viste? Sono fighissime"

"Tra un po' fai quindici anni. Ti manca ancora un po' per guidare" risi, nel vederlo imbronciato.

"Uffa..." borbottò, "a proposito! Il meteo mette sole per due settimane, precise per il ventisette. C'è un sole bomba. Perfetto per un bel bagno e per ammirare ragazze in costume. I miei vogliono andare in Liguria, bellissimo, festeggio in spiaggia. Vieni?"

"Ma non è una vacanza di famiglia? Io che c'entro? Festeggiamo quando torni... non voglio disturbarvi..."

Andy aggrottò le sopracciglia esagerato, come in una caricatura, uno sguardo austero. "Scemo. La famiglia non è quella dove si nasce, è quella che si sceglie, e io ho scelto te. Ti voglio più bene di quanto voglio bene a mamma e papà. Quelli mi fanno spesso incazzare..." era nella fase adolescenziale in cui ci si ribella ai genitori e il resto del mondo. "Vieni! Per forza! Sei il mio bro, hai capito? Ci facciamo una vacanza indimenticabile!" Mi prese le braccia d'improvviso e mi tirò su di peso. Non aveva la forza necessaria, inciampai e ricademmo entrambi per terra.

Restammo vicini per almeno un'altra ora, sdraiati per terra, finché non dissi:

"Sono tutto rosso. Andiamo dentro a giocare alla play?"

"Prima prometti che vieni in vacanza con me!"

Sbuffai: "L'hai detto ai tuoi, almeno?"

"Chissenefrega dei miei. Ti rapisco se non vieni!"

"Va bene. Non ti lascio mai. Saremo fratelli per sempre, promesso?" gli porsi la mano e lui, solenne, la strinse, con l'altra imitò il saluto militare:

My strange love //(boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora